A cura di John Gazal, Vice President Sud Europa & Brasile, OVHcloud
Il 2023 segna una tappa importante nella realizzazione del Polo Strategico Nazionale, con la recente definizione delle modalità attraverso cui le Amministrazioni pubbliche possono richiedere finanziamenti e fondi per iniziare il processo di migrazione di dati e servizi verso l’infrastruttura cloud di nuova concezione.
Un passo decisivo che si inquadra nell’ambizioso piano di modernizzazione del Paese e in particolare di amministrazioni, enti, organizzazioni e uffici pubblici. In questo contesto sono di recente tornati prepotentemente alla ribalta alcuni temi per la definizione delle strategie che ne guideranno l’implementazione effettiva: il ruolo dei player italiani, la tipologia di cloud protagonista della svolta e la sovranità digitale.
Questi aspetti svolgono un ruolo cruciale per potere garantire, da un lato, lo sviluppo dell’intero comparto tecnologico nazionale, dall’altro la tutela di cittadini e imprese in accordo con le normative e le politiche di settore europee.
Come player europeo capace negli anni di costruire un ecosistema di partner italiani protagonisti nel campo dell’innovazione, OVHcloud condivide pienamente la necessità che PMI, provider di servizi, Managed Service Provider e Software company nazionali svolgano un ruolo di primo piano nell’ambiziosa – e indubbiamente sfidante – roadmap che nel giro di pochi anni intende cambiare il volto del Paese. Le ragioni sono molteplici: dalla tutela delle preziose competenze locali alla possibilità di mantenere in Italia quei talenti che spesso sono costretti a emigrare per vedere riconosciuta la propria professionalità, fino alla capacità di attrarre investimenti dall’estero grazie agli indubbi vantaggi che i soggetti coinvolti possono ottenere dalla collaborazione reciproca.
Per raggiungere questi obiettivi e permettere alle realtà italiane di competere efficacemente – oltre a contribuire concretamente alla trasformazione in atto – è necessario creare non solo le condizioni pratiche che ne facilitino la crescita, ma anche coagulare attorno a una visione condivisa un nucleo di attori del settore motivati e preparati. Ed è proprio ciò che ha guidato OVHcloud nella costruzione di un ecosistema dinamico ed evolutivo di partner che ha posto al centro del proprio operato la fiducia e la libertà come elementi chiave del cloud, la volontà di perseguire un’innovazione basata su standard aperti e di realizzare un cloud affidabile, impegnandosi al contempo a favore di uno sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale. Una vasta rete di specialisti che operano in settori correlati e condividono i medesimi valori, con cui sviluppiamo soluzioni e che vede ogni azione realizzata in modo concertato, dalla progettazione alla commercializzazione, passando per la scalabilità e l’affiancamento.
In questo contesto ci sembra utile focalizzare l’attenzione sulla capacità dei player del nostro ecosistema di erogare servizi in una modalità particolarmente indicata per le esigenze della PA locale e centrale, degli enti e dei vari soggetti pubblici – ma anche di quelli privati – coinvolti nel progetto di trasformazione digitale: il Platform as a Service legato al Public Cloud. Un approccio in cui crediamo fortemente e che ci ha condotto a creare le condizioni perché esse possano essere velocemente e naturalmente integrate nell’infrastruttura OVHcloud.
Per i soggetti che si servono del Public Cloud optare per l’uso di soluzioni PaaS è una scelta che presenta numerosi vantaggi, poiché queste si caratterizzano per l’estrema flessibilità, la possibilità di sviluppo di applicazioni con scalabilità orizzontale e la facilità d’uso. In aggiunta, esse consentono di implementare rapidamente l’infrastruttura grazie a una consistente riduzione dei tempi necessari per attività quali configurazioni di rete, backup e sicurezza. Infine, riguardo alla già menzionata facilità d’uso, le soluzioni PaaS possono essere adottate anche da quelle organizzazioni che non dispongono di strutture interne dedicate – come, ad esempio, le realtà in cui non siano presenti system administrator.
Le natura delle soluzioni PaaS è, poi, fortemente connessa all’altro aspetto fondamentale del dibattito sulla trasformazione abilitata dai fondi del PNRR: la sovranità digitale. La sicurezza dei dati è, infatti, un aspetto cruciale che riguarda in maniera particolare l’infrastruttura del Polo Strategico Nazionale: a regime si prevede ospiterà il 75% dei dati delle amministrazioni italiane, che dovrebbero migrare nel cloud entro il 2026. Un patrimonio inestimabile di informazioni su moltissimi degli aspetti della vita nazionale, da quelle anagrafiche a quelle patrimoniali e sanitarie dei cittadini, dai rapporti con le aziende private fino ad assetti strategici per la sicurezza del Paese, la cui tutela dev’essere naturalmente al centro dell’interesse e dell’operato dei player coinvolti. In questo senso alcuni timori sono sorti a causa delle implicazioni del Cloud Act statunitense in relazione ai dati ospitati nei quattro data center del PSN. La norma, infatti, consente alla giustizia o ai servizi di intelligence americani di accedere in alcuni casi ai dati ospitati al di fuori degli Stati Uniti, soprattutto in virtù del fatto che alcune delle tecnologie e dei servizi dei principali hyperscaler statunitensi sono attualmente adottate nel Polo Strategico nazionale.
Riteniamo che l’affidarsi a player continentali – italiani ed europei – sia più importante della mera localizzazione del data center, perché vi sono appunto leggi extraterritoriali cui l’hyperscaler extraeuropeo può essere tenuto ad adeguarsi, laddove un approccio come Open Trusted Cloud di OVHcloud e del suo ecosistema garantisce ai clienti di lavorare con un cloud provider effettivamente ‘sovrano’“. A maggior ragione se l’offerta- a partire dalle soluzioni PaaS – è certificata Agid in Italia e detiene le certificazioni equivalenti in Spagna, Germania, e in Francia la certificazione SecNumCloud, considerata la più stringente in Europa e candidata a diventare lo standard a livello europeo, nonché base per il previsto European Cybersecurity Certification Scheme for Cloud Services (EUCS), che dovrebbe sostituire i diversi schemi nazionali e introdurre criteri di sovranità e immunità al livello più alto.
Un PSN capace di coinvolgere le migliori eccellenze italiane, adottare le modalità cloud più efficienti e garantire la massima sicurezza dei dati, assicurandone al contempo l’interoperabilità, può davvero rappresentare un modello da prendere a esempio anche all’estero e il primo passo che l’Europa compie per riappropriarsi di un ruolo guida sulla propria regolamentazione riguardo al digitale, ai dati e sui principi di governance: requisiti fondamentali per affrontare efficacemente le sfide di domani, offrendo servizi all’avanguardia, efficienti e originali.