Data center, tagliare i costi o investire?

IA generativa, sfide e opportunità per i responsabili aziendali

«Siamo su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore» – ha dichiarato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.

Occorre fare di più, soprattutto nel settore informatico: ma siamo anche nel mezzo di una crisi energetica, i costi stanno aumentando vertiginosamente e l’inflazione è in crescita in tutta Europa. Le aziende devono stabilire delle priorità: tagliare i costi o investire e puntare alla crescita?

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Probabilmente la risposta sta nel mezzo. Per sopravvivere a condizioni economiche difficili e per uscirne forti e competitivi, le aziende hanno bisogno di una strategia che comprenda sia misure economiche che di sostenibilità. La sfida è trovare il giusto equilibrio.

Come capire quali tecnologie avranno il maggiore impatto sulla nostra attività senza compromettere i nostri piani ambientali? È quello che McKinsey ha recentemente definito un “momento decisivo per la leadership“. Il modo in cui i leader tecnologici affronteranno questo problema, determinerà il futuro delle loro aziende, ma da dove cominciare?

È importante “liberare” liquidità concentrandosi sugli sprechi, per esempio consolidando le applicazioni software con il passaggio a modelli di abbonamento, verificando le opportunità per ottimizzare l’uso del cloud e i consumi ed eliminando gli strumenti non indispensabili. Rivedere gli accordi con i fornitori cloud è fondamentale non solo per risparmiare, ma anche per aumentare la trasparenza. Ciò non significa che le aziende debbano interrompere i loro percorsi di migrazione al cloud, devono solo farlo in modo più consapevole, adottando un’architettura hybrid cloud.

È perciò essenziale focalizzarsi su una gestione più efficiente dei dati e delle infrastrutture dei data center, comprendendo quanto costa ogni singola risorsa all’interno di un’azienda sia dal punto di vista finanziario sia di emissioni.

Questo vale sicuramente per i data center, il cuore dell’informatica aziendale moderna. Secondo una recente ricerca di Atlantic Ventures, nel 2020 i data center hanno consumato 375 TWh di energia, pari a circa l’1,5% del consumo energetico globale. La ricerca aggiunge che, con l’aumento della digitalizzazione, il fabbisogno energetico dei data center europei aumenterà a 96,2 TWh entro il 2025.

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Che si tratti di data center on-premise, in co-location o tramite hyperscaler, o risorse delle aziende collocate nell’Edge, con i costi energetici aumentano anche i costi di utilizzo di tali servizi. L’aumento della domanda e dell’utilizzo di energia fa crescere anche le emissioni. I server e lo storage contribuiscono a oltre la metà del consumo energetico totale di un data center, ed è per questo che riteniamo che un’architettura moderna come un’infrastruttura iperconvergente (HCI) sia una leva essenziale per migliorare l’efficienza energetica, ridurre l’impronta di carbonio, aumentare le prestazioni del data center e diminuire i costi operativi dell’IT.

Dalla ricerca di Atlantic Ventures è emerso inoltre che i data center in co-location su larga scala offrono un fattore di efficienza energetica molto più basso rispetto alle tipiche strutture on-premise.

Il passaggio ad architetture HCI potrebbe potenzialmente aumentare il risparmio energetico del 30-40%. Inoltre, i data center in co-location di prossima generazione potrebbero fornire l’accesso all’energia rinnovabile attraverso contratti di acquisto di energia a lungo termine, contribuendo all’obiettivo di neutralità climatica di un’azienda senza dover investire in certificati di CO2.

Per molti CIO ciò può creare qualche perplessità: l’idea di spendere in nuovi dispostivi e infrastrutture IT può sembrare assurda nell’attuale scenario economico. In realtà, avere operations IT neutrali dal punto di vista climatico è un’opportunità per le aziende di incrementare l’efficienza, ma anche la resilienza. Se la struttura della futura infrastruttura hybrid cloud è adeguata, le aziende inizieranno a conseguire risparmi in tutta la struttura IT, dalle infrastrutture e dagli ambienti di lavoro digitali, ai servizi cloud, ai dati e alle applicazioni, fino ai processi DevOps e di analisi. Questo è forse un proposito per il nuovo anno che vale davvero la pena realizzare e mantenere, per il bene delle aziende e dell’ambiente.

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Benjamin Jolivet, country manager Italia di Nutanix