Gli interessati sono stati informati via e-mail
Zoom sta licenziando circa il 15% del suo personale, più o meno 1.300 dipendenti. Lo afferma il CEO di Zoom, Eric Yuan, tramite il blog della società. “Ogni organizzazione” dell’azienda sarà interessata dai tagli, ha affermato Yuan. Zoom è cresciuta rapidamente man mano che le persone sono passate al lavoro da remoto durante la pandemia, ad un ritmo triplo in 24 mesi. Tuttavia, “non ci siamo presi tutto il tempo che avremmo dovuto per analizzare a fondo i nostri team o valutare se stavamo crescendo in modo sostenibile, verso le massime priorità”, ha scritto Yuan. “L’incertezza dell’economia globale e il suo effetto sui nostri clienti ci ha portato a ragionare e a resettarci in modo da poter resistere all’ambiente economico, fornire risultati migliori e realizzare una visione a lungo termine”.
I dipendenti di Zoom licenziati negli Stati Uniti riceveranno un pacchetto di fine rapporto che include fino a 16 settimane di stipendio e copertura sanitaria. Al di fuori degli Stati Uniti, la liquidazione sarà “simile e terrà conto delle leggi locali”, secondo Yuan. Come molti altri amministratori delegati, Yuan afferma di ritenersi responsabile “di questi errori e delle azioni che intraprendiamo oggi” e ha annunciato che ridurrà il suo stipendio del 98% per il resto dell’anno. Inoltre non accetterà un bonus aziendale e afferma che il resto del gruppo dirigente esecutivo farà lo stesso, riducendo gli stipendi base del 20%. Zoom non è ovviamente l’unica ad essere cresciuta “troppo” durante la pandemia. Meta, Google, Spotify, Patreon e altri hanno citato le loro precedenti folli assunzioni come motivo dei licenziamenti successivi. Ma i tagli a Zoom potrebbero essere un segnale più profondo di maggiore preoccupazione per il futuro, in parte anche per come la concorrenza ha risposto alle necessità del lavoro ibrido, in primis Google e Microsoft, che hanno lavorato per migliorare i rispettivi servizi digitali pensati per i lavoratori.