Fondamenti di trasformazione

Il nome delle Cose. Che cos’è l’UNS e perché è importante

Da un ricco catalogo di soluzioni, Orange Business Services estrae la giusta formula di trasformazione per costruire il futuro della fabbrica intelligente

Quando si parla di digitalizzazione della fabbrica, emergono tendenze non sempre facili da conciliare. Come osserva Pier Giuseppe Dal Farra, smart industries business expert di Orange Business Services – «da un lato questi anni di crisi sanitaria, ambientale e geopolitica hanno fatto emergere costi di approvvigionamento, difficoltà logistiche e la necessità di ripensare l’impatto delle supply chain globali in termini di sostenibilità. Tutti fattori che spingono l’industria manifatturiera a focalizzarsi maggiormente sugli standard e sulla produzione locale. Dall’altro i mercati consumer si globalizzano e vogliono ovunque tempi di consegna immediati e tanta customizzazione. «Bisogna essere sempre più flessibili e adattabili» – afferma Dal Farra. «Per fortuna, nella breccia che si apre tra le opposte tensioni, si inseriscono le opportunità per costruire il futuro della fabbrica intelligente».

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Analisi, progettazione e gestione del cambiamento

«Tra gli imprenditori domina un senso di riflessione» – commenta Dal Farra. «Dietro la retorica dell’Industry 4.0, spesso si nascondono lunghe sperimentazioni, proof of concept che localmente hanno successo ma che non sono rapidamente scalabili a livello globale». La risposta di Orange Business Services consiste essenzialmente nel combinare il dominio della materia tecnologica – proprio di un grande gruppo di telecomunicazioni che ha aperto al mercato le sue forze di implementazione – e la filosofia di “consultative system integration” che parte dal problema e arriva alla soluzione, mettendo insieme change management e digital transformation.

«La trasformazione digitale coinvolge tutti, non solo le figure preposte alla scelta delle tecnologie» – spiega Dal Farra. «La governance del cambiamento richiede conoscenza dei processi e uno sforzo continuo sul piano della formazione e del cambio di mindset. Quando affrontiamo per la prima volta le problematiche di un cliente non parliamo mai di tecnologia. Prima di tutto, bisogna capire i processi per individuare i colli di bottiglia che bloccano l’efficientamento di un ciclo produttivo e vanificano le ambizioni di cambiamento». Solo dopo questa analisi – prosegue Dal Farra – «Orange Business Services estrae dal suo catalogo di soluzioni i modi tecnicamente più opportuni per affrontare esigenze specifiche. Come nel caso del tracciamento di materiali e mezzi all’interno di un impianto industriale che richiede la selezione di opportuni sistemi e protocolli di trasmissione, strumenti di computer vision per il monitoraggio ottico e piattaforme di integrazione e trattamento dei dati».

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La tecnologia come interfaccia operativa delle persone

«L’implementazione – sottolinea Dal Farra – deve riguardare tanto la capacità di trattamento sull’edge dei siti industriali sia gli snodi centrali di una infrastruttura IT. In pratica, sensori, data analytics, automazione dei processi e sicurezza degli impianti. Inoltre, bisogna creare strumenti che abilitano il lavoro delle persone». Dopo la fase di analisi e progettazione, c’è quindi la terza fase di change management che vede i consulenti Orange intervenire nella regia e nella formazione di tutte le figure aziendali coinvolte nella gestione del cambiamento. «In molti casi, le esperienze negative vissute dalle aziende non sono legate alla complessità dei progetti ma alla mancanza di solidi presupposti» – spiega l’esperto. «Verso il traguardo della fabbrica smart, non serve aggiungere troppi strati di tecnologia ma occorre soprattutto metabolizzare il percorso di efficientamento fatto».