Esposte al Museo Diocesano di Milano, le straordinarie immagini del fotografo inglese stampate con tecnologia Epson catturano i volti degli emarginati, per mettere in luce chi vive ai margini della società
Dal 27 gennaio al 16 aprile 2023 il Museo Diocesano di Milano ospita la mostra “Lee Jeffries. Portraits“. Sono circa cinquanta gli scatti realizzati dal famoso fotografo inglese che con i suoi intensi ritratti racconta i volti e le vite degli emarginati, in particolare gli homeless che popolano le metropoli dell’Europa e degli Stati Uniti.
Non si può rimanere indifferenti di fronte alla potenza espressiva di questi scatti che prendono vita nelle immagini realizzate con la tecnologia di stampa Epson. L’azienda giapponese, sponsor tecnico dell’evento, da diverso tempo promuove il valore della cultura, anche a servizio del sociale, mettendo a disposizione le proprie soluzioni tecnologiche, dalla stampa della fotografia alla videoproiezione.
Le elevate prestazioni delle stampanti, la qualità degli inchiostri e la varietà delle carte Epson permettono ai fotografi di esprimere in modo completo il messaggio contenuto nei loro scatti restituendo colori, texture e sfumature che esaltano il momento rappresentato.
“Supportare questa mostra con la nostra tecnologia – afferma Renato Sangalli, Head of Sales C&I Printing di Epson Italia – è motivo di grande soddisfazione, in quanto ci rende partecipi nella promozione della cultura come bene comune. Grazie alle nostre soluzioni è stato possibile dare concretezza agli scatti di Lee Jeffries e di conseguenza far emergere con ancora più forza le emozioni che queste immagini danno a chi le guarda.”
Le 45 fotografie di Lee Jeffries in mostra (di cui 27 in bianco e nero) hanno formati che spaziano dal 30×30 al 100×100 cm e attraverso la stampa restituiscono una realtà di grande verità, a volte cruda a volte colma di tenerezza: volti smarriti, sguardi che narrano speranze deluse, mani affaticate dal peso della vita, cuori forse induriti dalla solitudine, ma anche illuminati da ricordi di un passato lontano e migliore.
“Esporre gli scatti di Jeffries nel nostro Museo – spiega Nadia Righi, Direttrice del Museo Diocesano di Milano – per noi ha un alto valore simbolico. Dare voce agli ultimi, ascoltarli ed entrare in empatia con loro sono qualità che accomunano l’artista alla nostra filosofia. Per questo abbiamo trovato fin da subito un file rouge con il suo modo di operare.”
Lee Jeffries: ritratto di uno street photographer che da voce agli emarginati
Classe 1971, Lee Jeffries è un fotografo inglese autodidatta che inizia la sua carriera quasi per caso, quando nel giorno che precedeva la maratona di Londra del 2008 scatta una fotografia a una giovane ragazza senzatetto. Rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si fermò a parlare con lei e stabilì un contatto che è andato al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.
Da allora inizia a documentare le vite degli homeless delle grandi metropoli del mondo: con i suoi scatti, intende far emergere queste persone dal buio in cui sono recluse ridando loro luce e dignità.
La sua cifra stilistica più caratteristica è il ritratto; il suo stile è caratterizzato da inquadrature in primo piano fortemente contrastate e da interazioni molto ravvicinate con i soggetti, dei quali riesce a far emergere i volti nella loro straordinaria potenza espressiva.