La voce italiana dell’Intelligenza Artificiale in Arabia Saudita

Intervista ad Antonio Simeone, Founder Euklid e CEO Stoneprime Technology, unico italiano che da ormai tre anni presenzia come Speaker alla Future Investment Initiative, la conferenza annuale che si tiene in Arabia Saudita e che riunisce il gotha finanziario mondiale

Si parla sempre più spesso di Middle East, del Campionato Mondiale in Qatar ma anche delle iniziative innovative in Arabia Saudita come ad esempio Neom, gli investimenti in Intelligenza Artificiale e della Future Investment Initiative.

Sei stato invitato, in veste di Speaker ormai per la terza volta,  alla Future Investment Initiative, la conferenza annuale che si tiene in Arabia Saudita e che riunisce il gotha finanziario mondiale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Come credi che questa esperienza abbia influito sul tuo percorso professionale? E di cosa hai parlato?

Sono stato invitato la prima volta nel 2018 e ammetto di essere stato molto emozionato.

Rilasciai una lunga intervista al più importante quotidiano dell’Arabia Saudita (Arab News) portando la mia esperienza nell’uso di tecniche di Intelligenza Artificiale applicate al trading sistematico.

Avevo spiegato la Swarm Intelligence e la combinazione con gli Algoritmi Genetici e con la meccanica quantistica per andare ad analizzare micro pattern all’interno delle serie storiche finanziarie e il potenziale uso della blockchian – come strumento di trasparenza e non solo – nei mercati finanziari.

In quel caso ho spiegato di come nel mercato coesistono trader umani e artificiali, i quali si sostituiscono ai tradizionali analisti per prendere posizioni sui mercati finanziari.

L’anno scorso invece ho parlato dell’integrazione tra Intelligenza Artificiale e del Quantum. Ovvero del futuro dell’IA.

Ho tra l’altro raccontato la mia esperienza in Stoneprime Technology, ovvero di come l’Intelligenza Artificiale studia autonomamente i paper, gli abstract dei congressi, la qualità della ricerca, il team scientifico e le molecole delle aziende biotech statunitensi.

In qualche modo è come se l’IA replicasse, almeno in parte, il lavoro di un ricercatore scientifico in maniera più efficiente e veloce. Ma senza comunque sostituire l’importanza che l’essere umano ha nell’ideazione e nella creazione della macro struttura delle IA e della supervisione delle scelte.

E quest’anno?

Del ruolo che l’intelligenza artificiale riveste nel combattere le diseguaglianze sociali, delle evoluzioni nelle IA senzienti e di come sia possibile che esse non siano svincolate dia fondamentali principi etici.

Nell’immaginario collettivo l’Intelligenza Artificiale sta aumentando – e aumenterà – l’ineguaglianza soprattutto per quanto riguarda tutti quei lavori facilmente sostituibili dal software. Vorrei però stimolare una riflessione citando un po’ di numeri.

Secondo il World Inequality Database nel 2021, a livello globale la quota di reddito nazionale del 10% più ricco è del 45,6%, mentre in Europa la media è del 35%. In Europa, invece, il 50% più povero in Europa possiede meno del 20% della ricchezza totale. Questa disuguaglianza è decisamente più marcata negli Stati Uniti, dove il 10% più ricco possiede circa il 45% della ricchezza, mentre il 50% più povero circa il 12%.

Leggi anche:  Lenovo è partner tecnologico di Seeweb per fornire a tutte le aziende in Europa soluzioni AI as a service

Qual è la causa di questo fenomeno?

Sicuramente un risultato di scelte politiche: è determinato da come una società decide di organizzare la propria economia (vale a dire l’insieme dei diritti concessi e dei vincoli imposti a imprese, governi, individui e altri attori economici).

Ora che possiamo analizzare l’evoluzione della disuguaglianza globale, possiamo vedere che la quota di reddito globale del 10% più ricco ha oscillato intorno al 50-60% del reddito totale tra il 1820 e il 2020, mentre la quota del 50% più povero è generalmente rimasta intorno al 5-15%, percentuale che attualmente osserviamo nei paesi più diseguali del mondo, come il Sudafrica ed il Brasile.

È interessante anche osservare l’evoluzione della disuguaglianza di reddito globale, notando che il rapporto fra il patrimonio dei 10% più ricchi e la metà più povera è più che raddoppiato negli ultimi 200 anni, essendo 18 nel 1820 e 38 nel 2020.

Figura1: Diseguaglianza dei redditi in Cina

In Figura 1, tratta da LTEconomy, elaborata tramite dati della Banca Mondiale, si osserva la percentuale di reddito nazionale detenuta dal 10% più ricco della popolazione e dal 20% più povero. Entrambe si sono stabilizzate verso valori più o meno stazionari, con un accrescimento repentino nei primi anni del 2000.

Quali sono le cause di questo fenomeno e in che modo l’IA può aiutare a risolvere questo problema?

Abbiamo osservato quanto la crescita delle diseguaglianze sia un fenomeno globale che non risparmia alcun tipo di economia, sia industrializzata che non.

Diventa quindi fondamentale capire che la riduzione della povertà a livello globale diviene imprescindibile per ridurre le diseguaglianze, e l’IA può aiutare a perseguire questi obiettivi.

L’intelligenza artificiale può contribuire a migliorare il livello di educazione nelle zone più povere del mondo, tramite chatbot intelligenti che possono rivestire il ruolo di insegnanti dove gli studenti non hanno accesso ad altre possibilità di istruzione.

Con una semplice connessione ad internet algoritmi di apprendimento automatico possono supportare gli alunni nel seguire un programma di studio personalizzato.

In questo modo si livellerebbero le condizioni di partenza fra studenti provenienti da paesi industrializzati e non, identificando le esigenze dei singoli alunni ed ottimizzando il processo di istruzione.

Leggi anche:  Ambienta investe in Officine Maccaferri
Figura 2: Legame fra povertà ed istruzione

In Figura 2 è rappresentata l’incidenza della povertà assoluta per titolo di studio della persona di riferimento della famiglia dal 2016 al 2018, tramite elaborazioni dati Istat.

Si può osservare come povertà e mancanza di istruzione siano fenomeni correlati, e nelle famiglie senza diploma vi sia un’incidenza 3 volte maggiore.

Nel tuo panel hai discusso del ruolo che l’intelligenza artificiale riveste nel combattere le diseguaglianze sociali. Come ritieni che possa impattare su temi così delicati, immaginando il mondo fra 10 anni?

La ‘Carnegie Mellon University’ ha sviluppato Farm View, un progetto che si prefigge di utilizzare robotica ed IA per migliorare la sostenibilità delle colture alimentari base nei paesi in via di sviluppo, combattendo la crisi alimentare mondiale aggravata dalla guerra in Ucraina.

I ricercatori stanno esaminando come ottimizzare il processo della coltura del sorgo, cereale utilizzato per la produzione di alimenti, bevande e biocarburanti.

Abbiamo bisogno di metodi innovativi di colture, poiché fra 20 anni la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 10 miliardi, quindi servono piante che consumino meno acqua e meno suolo, e l’IA aiuta nell’analisi dei dati determinando quali caratteristiche producano maggiore beneficio.

Ad Hong Kong, invece, la facoltà di Medicina ha recentemente sviluppato un modello in grado di rilevare l’Alzheimer con un’accuratezza superiore all’80%, come spiegato dalla rivista medica ‘The Lancet’.

Gli algoritmi hanno studiato la parte posteriore del bulbo oculare di migliaia di pazienti, offrendo un valido supporto a tecniche ordinarie di diagnosi di questa terribile malattia come la risonanza magnetica.

In un mondo in cui la tecnologia sta divenendo sempre più pervasiva nelle nostre vite, algoritmi di intelligenza artificiale sono presenti anche in maniera inconsapevole nella vita di tutti i giorni. Pensi che in futuro queste tecnologie possano influenzare le nostre vite più di quanto non facciano già oggi?

Amazon, Google, Netflix. Tutte le grandi aziende nel 2022 utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare processi decisionali, migliorando la capacità di discernere la migliore opzione possibile fra molte ed evolvendo costantemente, imparando dia propri errori.

L’incremento in termini di qualità degli algoritmi è dovuto in gran parte all’aumento degli investimenti nel settore dell’IA, passando da 59,7 miliardi di dollari nel 2021 a 422 miliardi di dollari nel 2028, secondo Zion Market Research.

Nel 2022 Microsoft ha annunciato la costruzione di un nuovo supercomputer, sviluppato in collaborazione con Nvidia, con l’intento di produrre modelli di intelligenza artificiale sofisticati per la gestione di processi aziendali.

Leggi anche:  Approvato il progetto di fusione per incorporazione di Sferanet in Olidata

Le infrastrutture tecnologiche del colosso fondato da Bill Gates, combinate con i software di Nvidia daranno vita a prodotti facilmente utilizzabili anche da piccole e medie imprese, ottimizzando i processi di lavoro.

C’è anche un pizzico di Italia in questa competizione avvincente rivolta verso l’evoluzione poiché Leonardo, supercomputer del Cineca basato a Bologna, è al quarto posto nella Top 500 dei migliori computer al mondo.

Si stanno aprendo nuove frontiere finora immaginate solo in film di fantascienza come ‘Minority Report’. Prevenzione dei crimini commessi da organizzazioni criminali come la ‘’ndrangheta tramite machine Learning ed analisi dati, creazione di terapie personalizzate per la salute mentale con telemedicina ed IA o modelli generativi di testo come ChatGpt.

L’intelligenza artificiale si sta evolvendo in svariate direzioni, essendo uno strumento multiforme e molto potente che ha rivoluzionato il mondo negli ultimi 10 anni. Diventa quindi fondamentale rendere queste tecnologie alla portata di tutti, tenendo sempre a mente che gli utilizzatori ultimi saranno sempre essere umani.

L’emotività, caratteristica ancora non appresa dai freddi algoritmi, può condurre a spiacevoli conseguenze travalicando i nobili intenti che incanalano la ricerca attuale.

Diviene quindi imprescindibile una guida che incanali le applicazioni dell’intelligenza artificiale verso fini etici e moralmente accettabili, determinando una serie di sfide non trascurabili di cui dovremo tenere conto.

L’essere umano resta al centro perché l’IA non è dotata di coscienza ma svolge una serie di compiti predeterminati da noi.

Come ritieni che le trasformazioni geopolitiche e tecnologiche possano influenzare l’Arabia Saudita del futuro, in base alla tua esperienza?

L’Arabia Saudita sta crescendo tantissimo, e già da un po’ di anni prevedevo uno scenario di questo tipo. L’ho spesso condiviso sui social. Scommetto sull’Arabia Saudita perché è un popolo giovane, con una formazione di alto livello e sempre più propenso all’innovazione.

Non è un caso, infatti, che Riyadh ospiti sia il Global IA Summit che la Future Investment Initiative, eventi globalmente rilevanti nei settori dell’Intelligenza Artificiale e della finanza. Tra l’altro l’Arabia Saudita si è aperta molto negli ultimi anni sia a livello di turismo che nell’attrattività di giovani talenti.

In base alla mia esperienza osservo una crescita continua non solo strettamente legata all’ambito economico, ma anche culturale.

E sto già lavorando per aprire una sede delle mie aziende in loco.