Capgemini guida sul percorso della cloud migration

Capgemini guida sul percorso della cloud migration

Una metodologia proprietaria collaudata, capability industrializzate basate sull’automazione e una gestione avanzata della security per non avere problemi a salire sulla nuvola

Un’efficace strategia di migrazione al cloud parte da qualche buona domanda preliminare. Perché è soprattutto nella fase di assessment che si decidono le sorti dell’operazione. Ne è convinto Francesco Fantazzini, direttore Cloud Infrastructure Services di Capgemini in Italia che introduce l’argomento partendo dai punti interrogativi che frullano nella mente dei decisori. «La prima domanda che un CxO dovrebbe farsi riguarda le motivazioni per migrare al cloud: ve ne sono di urgenti? Serve maggiore scalabilità nei prossimi anni? Si vuole intraprendere un percorso di digital trasformation per migliorare la customer experience ed evolvere il modello di business? Si desidera passare da un modello capex a uno opex, per un maggiore controllo dei costi ed evitare i tempi di ammortamento dei sistemi tradizionali? Partendo da questi obiettivi sarà poi possibile valutare il modello di servizio, IaaS, PaaS o SaaS e la tipologia di cloud, pubblico, privato o ibrido, più efficaci al loro raggiungimento». Un punto fermo è che il cloud deve essere inteso come un nuovo modo di pensare l’organizzazione e i processi aziendali. «La migrazione al cloud non è un tema esclusivamente tecnologico, ma un cambio epocale per tutte le funzioni aziendali che dovranno adattarsi al nuovo modello. Il successo dell’iniziativa sarà dunque correlato alla capacità di coinvolgere i colleghi come sponsor dell’operazione» sottolinea Fantazzini.

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APPROCCIO OLISTICO

Accanto a questi fattori, l’adozione di un approccio olistico è il valore distintivo con cui Capgemini aiuta imprese e organizzazioni a modernizzare le applicazioni migrandole in cloud. «Ci sono aziende con capacità prettamente strategiche ed altre esclusivamente tecnologiche» – osserva Fantazzini. «Noi garantiamo l’end-to-end: dalla definizione della strategia di migrazione all’evoluzione del modello organizzativo e di business; dalla realizzazione di un semplice lift and shift, ovvero lo spostamento delle applicazioni e dei relativi dati in una piattaforma cloud senza riprogettare l’app, alla completa riscrittura applicativa nel progetto di trasformazione, fino ad arrivare al Finops: la pratica gestionale che promuove la responsabilità condivisa per l’infrastruttura e i costi del cloud computing di un’azienda per ottimizzare i costi di operation».

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PUNTI DI FORZA

Un altro elemento caratterizzante dell’offerta Capgemini è la metodologia proprietaria eAPM economic Application Portfolio Management, che combina in modo innovativo tecniche collaudate di valutazione del portfolio corredate di analisi grafica e uno strumento decisionale a supporto del cliente per assumere il controllo delle risorse IT. «Questo permette di definire in poche settimane le strategie di migrazione e di condividerle con i CxO mediante dashboard interattive» commenta Fantazzini. Altro punto di forza sono le partnership che Capgemini può vantare a livello globale con i più importanti cloud provider. «Un vantaggio competitivo che ci consente di offrire un servizio esclusivo ai nostri clienti. Inoltre, ci distinguiamo per l’adozione estesa dell’automazione, pratica necessaria per coniugare efficienza nei costi e rapidità, che in sinergia con alcuni asset proprietari sono in grado di fare la differenza. Parliamo di Infrastructure-as-Code, ovvero di gestione dell’infrastruttura mediante codice e non più attraverso processi manuali e di Everything-as-Code, metodologia che rappresenta il futuro delle infrastrutture IT». Un’esperienza profonda nel mondo cloud che si sintetizza nella conoscenza delle specifiche peculiarità riferite ai diversi settori merceologici, un aspetto fondamentale per un progetto di successo: «L’approccio adottato per un cliente del settore finanziario sarà necessariamente diverso da quello utilizzato per chi opera nel mondo telco o retail. Aspetti regolatori e modelli di business differenti richiedono per ciascuno soluzioni sartoriali» sottolinea Fantazzini.

SICUREZZA ZERO TRUST

Il tema della sicurezza è sempre in cima alle preoccupazioni di CIO e CISO quando si parla di cloud. Capgemini la indirizza con una proposta mirata. «L’approccio è quello di considerare la sicurezza da subito in una logica Zero Trust. All’interno della Global Business Line CIS dedicata ai cloud infrastructure service che guido in Italia da due anni, l’offering cybersecurity è elemento fondante e pervasivo. Grazie a un approccio di sicurezza by design che parte dall’assessment e continua durante il progetto. In questo modo, i CxO hanno da subito la conferma che il cloud è intrinsecamente più sicuro dell’infrastruttura on-premise» conclude Fantazzini.

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