Visione e cultura aziendale. L’esempio di Passepartout

Visione e cultura aziendale. L’esempio di Passepartout

Il direttore operativo Mauro Franceschini parla della passione, dell’impegno e dell’attenzione che caratterizzano il modus operandi Passepartout nel vasto ecosistema delle relazioni aziendali

Per comprendere lo spirito di Passepartout storica software house specializzata in sistemi e servizi gestionali, è importante partire dalla cultura aziendale, dall’insieme di valori che la distinguono sul mercato e dal potere d’attrazione esercitato anche nei confronti della concorrenza e dei talenti. Partiamo da un dato oggettivo, il presidio del territorio da parte dei partner, uno dei punti di forza della software house. «Al nord siamo uniformemente distribuiti, con parecchi top partner. Ben strutturati, di qualità» – conferma Mauro Franceschini, direttore operativo di Passepartout.  «Anche al centro-sud siamo molto forti: Toscana, Campania, Umbria, Calabria, Puglia e Basilicata sono le altre nostre roccaforti. La Sicilia è ben presidiata. E anche in Sardegna abbiamo dei top partner». Naturalmente non si può essere forti ovunque. «Ci sono aree in cui è impossibile affermare di essere i local leader» – ammette Franceschini. «Ma possiamo vantare circa 40 top partner in Italia. Strutture che presidiano molto bene le rispettive aree di competenza; vere e proprie macchine da guerra, distribuite in maniera omogenea su tutta la Penisola». Che su Mexal/Passcom, i due gestionali di punta targati Passepartout, affiancano una rete di oltre duecento partner sul territorio. Ognuno con una specializzazione diversa. «Nel nostro caso non è tanto il territorio a determinare il successo di una soluzione, quanto la vocazione stessa dei partner, più orientata verso un settore, dalle imprese ai professionisti, piuttosto che un altro».

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

UNA STRATEGIA DI AGGREGAZIONI

In questo quadro la spinta all’aggregazione tra partner, seguita in prima persona da Mauro Franceschini, risponde a un’esigenza precisa: non lasciare mai solo il cliente. «C’è stata una evoluzione culturale» – afferma Franceschini. «Il mutuo supporto ha preso il posto delle rivalità commerciali. Per realizzare economie di scala e mettere a fattor comune competenze tecniche di prim’ordine». Un meccanismo virtuoso che Passepartout cerca di favorire in ogni modo. Arrivando addirittura a intervenire in prima persona. «Quando è successo che un nostro partner storico è stato costretto a passare la mano, non abbiamo esitato a intervenire direttamente. Senza alcun intento di perturbare il mercato, sia chiaro, ma solo e soltanto per tutelare il nostro cliente finale». Unica condizione, l’aggregazione deve rappresentare un vantaggio per tutti. «La leva principale? La volontà di fare degli affari. È chiaro che se hai la possibilità di acquisire 100 clienti da un’altra struttura il fatturato aumenta sensibilmente. Un meccanismo di crescita molto veloce e goloso. Che favorisce chi si rende disponibile e ha voglia di crescere».

Leggi anche:  Enterprise Data Fabric: Denodo riconosciuta come Leader da un analista

TALENTI E INNOVAZIONE

La forza di attrazione ha superato anche i confini aziendali e non riguarda solo i partner. «Passepartout investe molto per continuare a essere una realtà attrattiva» – sottolinea Franceschini. «Spesso sono i talenti a cercare noi. Parlo di persone molto competenti che, una volta compresi i nostri valori, scelgono di rendersi disponibili. I principali testimonial sono proprio i nostri collaboratori, i nostri tecnici. Molto spesso i nostri interlocutori rimangono colpiti dalla nostra cultura aziendale molto distesa, molto rispettosa. Un vantaggio competitivo notevole». Anche la forte propensione all’innovazione contribuisce a cementare la cultura aziendale di Passepartout. «A stimolarci sono le esigenze concrete degli utenti finali su tutti i fronti del business journey, compresi i più innovativi. Esigenze che trasformiamo in soluzioni dotando di estensioni i nostri sistemi gestionali» – afferma Franceschini.  «Intelligenza artificiale e blockchain, solo per fare due esempi, hanno tutta la nostra attenzione, anche se riteniamo che ci siano ancora degli approfondimenti da fare. Siamo sempre propensi a costituire team ad hoc sulle nuove tecnologie e questo ci permette di mantenere aggiornate le competenze in azienda. Perché è proprio grazie alle nostre competenze interne che siamo in grado di sondare con continuità l’orizzonte di innovazione delle tecnologie abilitanti».