In risposta alle accuse online su attività sospette di alcuni impiegati
TikTok ha affermato di non raccogliere informazioni sulla posizione GPS dagli utenti negli Stati Uniti. Una precisazione che arriva in seguito ad un articolo di Forbes, che invece sottolineava come, secondo sue informazioni, l’app poteva monitorare cittadini statunitensi. Una chiara minaccia da parte dell’app sviluppata dal colosso cinese ByteDance. Forbes aveva riferito che il team dietro il progetto di monitoraggio fa parte del dipartimento di controllo interno e sui rischi di ByteDance. La divisione è in genere incaricata di esaminare potenziali comportamenti scorretti da parte dei dipendenti attuali ed ex dell’azienda. Secondo la pubblicazione, il gruppo avrebbe utilizzato il sistema per raccogliere dati sulla posizione di persone, non dipendenti o ex dipendenti, in almeno due casi. TikTok ha risposto alle accuse di Forbes, sottolineando l’omissione di parte della sua dichiarazione in cui affermava di non raccogliere la posizione GPS precisa. Quella parte “ha smentito la fattibilità dell’accusa principale” ha spiegato un portavoce dell’azienda. Inoltre, TikTok ha sottolineato che non è mai stato utilizzato per prendere di mira membri del governo degli Stati Uniti, personaggi pubblici, attivisti e giornalisti e che non offre loro contenuti diversi dagli altri utenti. Nel suo rapporto, Forbes ha scritto che TikTok “non ha risposto alle domande” sul fatto che il team di audit interno di ByteDance abbia preso di mira i membri di quei gruppi.
A giugno, TikTok ha annunciato di aver “cambiato la posizione di archiviazione predefinita dei dati degli utenti statunitensi” in “server cloud Oracle situati negli Stati Uniti”. Una mossa arrivata in giorni in cui il sito BuzzFeed News pubblicava un rapporto sui dipendenti ByteDance con sede in Cina che accederebbero ripetutamente a dati non pubblici sugli iscritti negli Usa. Tale rapporto si basava sulle ore di riunioni interne trapelate da gole profonde. Un paio di settimane dopo, TikTok ha dettagliato i suoi piani su come garantire la sicurezza dei dati degli utenti statunitensi in una lettera inviata ai legislatori. Il CEO, Shou Zi Chew, ha assicurato che la società “eliminerà i dati protetti degli utenti statunitensi dai [propri] sistemi e passerà completamente ai server cloud Oracle situati negli Stati Uniti”.