Globalmente, il commercio digitale nel 2022 ha visto una diminuzione rispetto all’anno precedente (-2%)
Nel terzo trimestre del 2022 il commercio digitale globale è diminuito del 2% rispetto allo stesso periodo del 2021. È quanto emerge dai dati relativi al terzo trimestre del 2022 dello Shopping Index, il report trimestrale di Salesforce che racconta quanto accaduto nello shopping online attraverso i dati relativi alle transazioni di oltre un miliardo di consumatori in tutto il mondo.
L’indagine riporta inoltre che l’Italia si dimostra più propensa allo shopping online e l’andamento complessivo del commercio digitale che registra rimane invariato, a dispetto di quello di Paesi come quelli nordici (-21%), il Regno Unito (-13%) la Germania (-10%), o l’Olanda (-6%), che invece ha subito notevoli riduzioni.
“Ad oggi il commercio elettronico si sta pian piano riequilibrando, dopo l’impennata sostenuta durante la pandemia, ma ciò non toglie che viviamo in un mondo sempre più digitale, dove le aziende devono adattarsi in continuazione alle mutevoli condizioni del mercato in modo da soddisfare al meglio le richieste dei consumatori, sempre più esigenti in termini di aspettative, tempistiche e relazioni con i brand” commenta Maurizio Capobianco, Area VP Cloud Sales di Salesforce. “L’Italia, che in questo terzo trimestre del 2022 ha mantenuto costante la propria rotta sulla via del commercio digitale, al momento si sta dimostrando più che all’altezza di tali aspettative superando la media globale, non parlando solo di commercio digitale, ma anche di traffico e-commerce generato dai social media”.
Q3 Shopping Index: i dati globali
Di seguito vengono riportate alcune tra le più interessanti evidenze emerse dall’analisi dello stato del commercio digitale nel terzo trimestre 2022:
- Il commercio digitale a livello globale si è ridotto del 2% su base annua nel terzo trimestre, una diminuzione inferiore a quanto già registrato nel secondo trimestre (-4%).
- Il numero di consumatori digitali (-4%) e il volume degli ordini (-5%) sono diminuiti rispetto all’anno precedente, in quanto i consumatori di tutto il mondo rimangono cauti nella spesa.
- Il traffico online globale è aumentato del 3% su base annua, segnando così una percentuale superiore rispetto alla diminuzione dell’1% del secondo trimestre. Il traffico globale da dispositivi mobili è cresciuto del 6% su base annua, mentre il traffico generato da PC è diminuito del 2%.
- Gli ordini globali sono diminuiti del 4% su base annua, una riduzione più contenuta rispetto al calo dell’8% registrato nel secondo trimestre di quest’anno. A livello globale aumentano però dell’1% gli ordini generati da PC, un dato positivo rispetto al -4% registrato nel secondo trimestre.
I dati italiani
- In Italia il commercio digitale su base annua è rimasto invariato nel terzo trimestre.
- L’Italia ha registrato una crescita complessiva del traffico del 7%, un aumento di ben 4 punti percentuali rispetto al traffico globale (3%).
- L’Italia resta tra i paesi con i tassi di conversione – ossia il rapporto tra traffico online e ordini – più bassi al mondo (1,1%).
- In Italia il traffico e-commerce generato dai social media è pari al 10% e supera così la media globale, dove il dato è all’8%. Se a livello globale, il traffico social generato da tablet ha registrato la crescita maggiore (con un aumento del 16% rispetto al terzo trimestre 2021), in Italia il device che la fa da padrone e che genera più traffico è invece lo smartphone (13%), solo un punto percentuale in più rispetto al terzo trimestre 2021.
I dati europei
- In Europa il calo è stato un po’ più marcato rispetto alla media globale probabilmente a causa dell’impatto della guerra in Ucraina, che ha fatto lievitare i prezzi dell’energia, dell’inflazione e dell’incertezza economica, e ha avuto un effetto immancabilmente negativo sulla fiducia dei consumatori.
- Le vendite online in Europa nel terzo trimestre del 2022 sono diminuite del 9% su base annua, con un calo del volume degli ordini del 3%. Tuttavia, i consumatori hanno speso di più nel settore del fashion, in particolare per le calzature (+18%) e per la pelletteria (+17%), mentre c’è stato un significativo calo delle categorie toys & learnings (-22%) e il settore casa (-19%).