Stiamo vivendo un periodo di grande trasformazione e quindi estremamente interessante per le imprese che si preoccupano di portare sul mercato soluzioni digitali per lo sviluppo del business.
Nel mondo della distribuzione alimentare, a quelle che sono da sempre le parole chiave come loyalty, promozioni, attenzione al consumatore e logistica efficiente, se ne affiancano delle nuove come phygital, supply chain integration, analisi previsionali, pricing dinamici e molte altre ancora. È evidente che queste nuove esigenze richiedono strumenti appropriati ma soprattutto una flessibilità importante, competenze e figure professionali in alcuni casi mai esistite, e anche difficilmente reperibili sul mercato, che finiscono per modificare l’organizzazione stessa e i precedenti equilibri. L’attenzione massima deve essere posta quindi alle persone, che sono il cuore del cambiamento ancora prima delle soluzioni tecnologiche da adottare.
Da sempre nel commercio il ruolo del cliente è fondamentale, tanto da garantirgli la più appropriata costumer experience che è cambiata in maniera significativa nel corso del tempo. Da quando anche l’online è entrato prepotentemente nel mondo retail, si è cercato di adottare soluzioni che da una parte rendessero più semplice il processo di acquisto, dall’altro consentissero al consumatore di sentirsi unico nella sua relazione con il marchio. L’esclusività nel rapporto è diventata elemento essenziale per garantirsi la fedeltà del cliente. Per fare questo spesso si sono introdotti dei cambiamenti importanti nella gestione dei processi ordinari, nuovi strumenti e tecnologie accattivanti. Il tema che forse è stato inizialmente trascurato è quello dell’impatto che tutto questo potesse avere sulle persone all’interno dell’organizzazione sia in termini di responsabilità e ruoli, che di conoscenza e preparazione, oltre che di carichi di lavoro.
Per questa ragione – oggi – molte imprese hanno avviato anche dei percorsi strutturati formativi per riuscire a superare velocemente gli eventuali gap di conoscenza introdotti, per agevolare l’acquisizione delle competenze necessarie e soprattutto per recuperare nuova energia e motivazione dai propri addetti, che si traduce immediatamente in nuova linfa nella relazione con i consumatori.
Si sta facendo molto anche in termini di nuovi strumenti da utilizzare, che velocizzino le attività ordinarie e consentano di concentrarsi maggiormente sugli obiettivi di business. In sintesi, per un ottimale B2C, bisogna sicuramente concentrarsi anche sul B2B, tanto che sempre più spesso si parla di mirroring fra la customer experience e la employee satisfaction. Sciolto questo nodo cruciale, l’innovazione viene in forte aiuto a supporto delle esigenze che il mercato dichiara sia in termini di semplificazioni delle attività che di velocizzazione, e diventa fattore abilitante per il cambiamento. L’introduzione di tecnologie mirate, di fatto, implementa un vantaggio competitivo, in una arena competitiva sempre più agguerrita.
Fra le soluzioni più interessanti sicuramente un occhio di attenzione deve essere posto per quelli che sono gli ambiti dell’intelligenza artificiale e computer vision. Con strumenti dotati di queste funzionalità di fatto è possibile lavorare con migliore accuratezza al patrimonio informativo delle imprese, correlando dati endogeni a dati esogeni, rendendo possibile analisi predittive che pongono le basi per una data strategy efficace. In questo modo è possibile portare avanti una reale trasformazione digitale caratterizzata dal cambiamento dei processi operativi e supportata dalla tecnologia.
Ennio Comini, amministratore delegato di Di.Tech