Implementare una piattaforma di dominio è una mossa strategica per aziende di medie e grandi dimensioni che vogliono rendere più efficienti i processi di accesso a determinate funzioni
L’introduzione di piattaforme digitali, a livello enterprise, è sempre più pervasivo. «Consentire una corretta politica di accesso ai dati ha ricadute positive non solo a livello di gestione dei sistemi informativi, ma anche sull’organizzazione delle funzioni aziendali, con un’ottimizzazione del patrimonio applicativo digitale dell’impresa e un conseguente efficientamento organizzativo» – commenta Francesco Cuscino, client manager e senior architect per il Centro di Competenza Digitale e Architetture di Aubay Italia.
In questo scenario le piattaforme di dominio (domain platform) sono sempre più strategiche perché pongono al centro la condivisione del dato e delle funzioni. «L’elemento “core” di una domain platform è il favorire il riutilizzo della condivisione di dati e software» – puntualizza Cuscino. «Un’alternativa alla piattaforma di dominio è l’utilizzo di differenti piattaforme, basate sulla gestione degli eventi o sulla gestione dei dati in tempo reale. Queste piattaforme, tuttavia, hanno finalità differenti rispetto alla domain platform, perché mettono al centro solo specifiche tematiche».
Dal punto di vista tecnologico, il pattern principale, sottostante all’implementazione di una piattaforma di dominio, è quello del Domain Driven Design. Una strategia Domain Driven Design è vincente quando un’azienda ha una complessità organizzativa notevole, una quantità elevata di soluzioni, ha necessità di regolare l’accesso alle risorse e di ottimizzare lo sforzo di sviluppo di soluzioni applicative. Adottare una piattaforma di dominio significa creare un ecosistema che ha come obiettivo finale quello di spostare la focalizzazione dalla tecnologia alla soluzione, promuovere una standardizzazione degli approcci, riutilizzare soluzioni applicative, regolamentare l’accesso alle risorse.
«Quando parliamo di condivisione di dati e funzioni, associare una funzione a un’entità che accede ai dati significa creare elementi autoconsistenti» – spiega Cuscino. «Questo significa racchiudere in un dominio, non soltanto dati omogenei tra di loro, ma anche funzioni associate ai dati, a propria volta omogenee tra loro. In questo modo è possibile promuovere un accesso regolamentato, ottimizzato alle risorse. Prima di procedere allo sviluppo di nuovo codice è sufficiente accedere al catalogo delle entità già presenti sul dominio e verificare la presenza o meno di entità già disponibili che consentono di gestire le informazioni necessarie. Queste possibilità favoriscono il riutilizzo e un’ottimizzazione, anche economica».
UNA MOSSA STRATEGICA PER AZIENDE MEDIO-GRANDI
Implementare una piattaforma di dominio è una mossa strategica per le aziende di medie e grandi dimensioni che intendano rendere più efficienti i processi di accesso a determinate funzioni.
«Chiaramente bisogna essere in presenza di complessità che giustifichino interventi di questo tipo» – dichiara Cuscino. «Quando il dato, il riutilizzo, il corretto accesso all’informazione, la corretta organizzazione delle informazioni e delle funzioni sono elementi importanti, la piattaforma di dominio ha la sua applicazione ottimale».
In aziende attive in ambito energy, per esempio, Aubay è riferimento per la migrazione e lo sviluppo di applicazioni di domain platform.
«La case history prevede attività di migrazione e sviluppo di diversi componenti applicativi in ambito gestionale e l’implementazione di una piattaforma di trading automatico» – precisa il client manager di Aubay. «Stiamo costruendo un’offerta basata sul tema della platformization che prenda in considerazione le policy, organizzative e tecnologiche, che permettono di dare visibilità anche a elementi applicativi legacy, che possono essere oggetto di migrazione all’interno della piattaforma. Viene quindi promosso un passaggio dalla precedente realtà, non piattaformizzata, a quella che prevede una piattaforma sostenibile in termini di risorse. Di conseguenza l’impatto del passaggio da una realtà legacy a una trasformata, che a volte nelle aziende è vissuto come un freno all’adozione di una nuova piattaforma, è mitigato».
IMPORTANTI PUNTI CHIAVE
L’introduzione di una piattaforma come infrastruttura software per le soluzioni applicative porta ad affrontare una serie di punti chiave, necessari per stabilire corrette policy di sviluppo, integrazione e accesso alle funzioni e ai dati gestiti tramite la piattaforma: standardizzazione, condivisione, approccio olistico, ottimizzazione.
La standardizzazione si riferisce all’adozione di metodologie (come Agile, DevOps), patterns (Domain Driven Design) e tecnologie (come infrastrutture cloud, framework, linguaggi) identificate; tutto questo comporta la promozione di un approccio standard, per la realizzazione di soluzioni applicative.
La condivisione riguarda la definizione del catalogo di dominio. Le logiche sviluppate rilasciate sul dominio creano un catalogo di funzioni e dati a disposizione per qualsiasi implementazione di soluzioni in piattaforma. In questo modo il patrimonio software aziendale può essere meglio valorizzato.
L’approccio olistico riguarda la definizione del dominio di riferimento. Costruire una piattaforma applicativa basata su un dominio implica la definizione di una struttura organizzativa di funzioni e dati; questo richiede un’analisi globale della realtà di riferimento. L’approccio, infatti, non è solo tecnologico: una riorganizzazione di dati e funzioni richiede che questi elementi siano riordinati per una migliore gestione e fruizione.
L’ottimizzazione riguarda una migliore organizzazione e massimizzazione delle risorse. Condividere le logiche applicative e i dati ad esse sottostanti previene la prolificazione di componenti software che replicano logiche già disponibili. La piattaforma deve essere aperta alla condivisione di software legacy e deve essere pronta a interfacciarsi verso applicazioni di terze parti, accrescendo l’efficienza.
Conclude Cuscino: «Aggiungere o implementare standard significa che quanto è costruito attorno alla piattaforma si avvarrà delle stesse modalità di accesso a dati e funzioni. In questo modo saranno promosse policy comuni di sviluppo e di creazione di componenti applicative all’interno dell’azienda».