Un’intervista esclusiva con Inna Kuznetsova, nuovo CEO del gruppo
Il mondo della supply chain, lo sappiamo, ha subito forti cambiamenti negli ultimi anni. Prima una crisi sanitaria globale poi la carenza di materie prime e, di conseguenza di semiconduttori, infine le tensioni geo-politiche cha partono dal cuore dell’Europa ma interessano anche l’asse Atlantico. Insomma, la parola d’ordine è ottimizzazione, adattabilità e riduzione della complessità. Tre pillar che potremmo benissimo associare alla nomina di Inna Kuznetsova quale nuovo CEO di ToolsGroup.
A inizio giugno, il leader globale nel software di pianificazione e ottimizzazione della supply chain, aveva annunciato che Joe (Yossi) Shamir lasciava il ruolo di amministratore delegato dell’azienda che ha fondato e guidato per anni proprio a favore di Kuznetsova, già CEO di 1010data.
Kuznetsova entra a far parte di ToolsGroup dopo aver guidato 1010data, il principale fornitore di informazioni analitiche e di soluzioni per la condivisione dei dati, e dopo essere stata presidente e COO di INTTRA, fornitore di reti digitali e analisi per l’industria del trasporto marittimo. Nel curriculum dell’executive figurano il ruolo di Chief Commercial Officer per CEVA Logistics, e di Global VP Marketing & Sales, Systems Software presso IBM, dove ha trascorso oltre 19 anni in diversi ruoli globali.
«Il mondo è attraversato da continui cambiamenti» ci ha detto. «Guerre, pandemie, carenze di materiali, crisi dei trasporti, portano le catene di approvvigionamento a dover essere riprogettate per dar seguito velocemente alle richieste del mercato. Non a caso, ToolsGroup è partner di molti dei principali produttori, distributori e retailer al mondo, lavorando con loro per migliorare i livelli di servizio, la disponibilità delle scorte e l’uso delle risorse finanziarie».
La “disruption” della supply chain, un termine forte utilizzato dal nuovo CEO, è una sfida importante per i principali vendor di tecnologia. «Quello che è successo nel corso dell’anno nel centro dell’Europa ha reso ancora più difficile la gestione del flusso di lavoro internazionale che arriva in Europa. La dimostrazione di quanto la catena di fornitura sia sensibile a ciò che accade all’esterno arriva dalla difficoltà nel predire dove e come evolveranno gli eventi sul medio periodo. Cosa bisogna fare? Certamente aumentare gli sforzi nel redistribuire le risorse su più punti sul territorio, per garantirsi la versatilità che è mancata finora».
Ovviamente non può mancare l’innovazione tecnologica. «Pensiamo all’intelligenza artificiale e al machine learning, con soluzioni avanzate che possono automatizzare le decisioni in tempo reale per adattare rapidamente il proprio operato quando ci si imbatte in una crisi, piccola o grande che sia. Come ToolsGroup, quello che facciamo è aiutare i retailer ad adottare una strategia verticale, dalla produzione al negozio, che rimetta al centro i processi che caratterizzano ogni passaggio, per aumentare la loro conoscenza e, soprattutto, ottimizzare i singoli tasselli della supply chain».
«ToolsGroup è una comunità di persone che vanno al di là del prodotto. Il nostro focus resta quello di servire il cliente. Uno dei motivi per cui ho scelto di guidare le operazioni è per mettere al loro servizio le mie conoscenze ma anche per crescere grazie a quello che l’azienda mi darà in termini di apertura al mercato, nuove esperienze e opportunità di innovazione. L’Italia è uno dei paesi più importanti per noi, non a caso è un mercato su cui investiamo sempre e che consideriamo come parte centrale del business in Europa».
Un futuro in divenire
Nei prossimi tre anni, ogni supply chain dovrà cambiare in qualche modo, per diventare più flessibile, tecnologicamente adattabile e versatile. Questo anche per rispondere all’aumento dei costi che, a livello globale, stanno caratterizzando il business delle imprese. Il fine? Ridurre il rischio. Questo varrà sia per i grandi che per i piccoli player, di ogni settore. Abbiamo sotto gli occhi la crisi dei semiconduttori in Oriente, che ha posto in evidenza la forte dipendenza da pochi fornitori. Questo non è più possibile. Dobbiamo guardare alla catena di fornitura non come una voce di costo ma un vettore per il miglioramento delle attività, sia in quanto a livello di servizio che di controllo e gestione delle sue parti. I trend che si imporranno? Una più alta adozione dell’intelligenza artificiale e del software as a service, così da cogliere al meglio le possibilità di utilizzo delle piattaforme scalabili e personalizzate».
Come ci spiega il CEO, il futuro di ToolsGroup è permeato di automazione. Ma un tipo di automazione che non può, e non vuole, sostituire il lavoro dell’uomo. «Se guardiamo al panorama attuale, le compagnie hanno nel loro portafoglio un sacco di soluzioni per svolgere poche operazioni. Quello che l’automazione può fare è ridurre la complessità, analizzare in tempo breve le informazioni più utili e, in tal modo, semplificare le attività dei dipendenti, lasciando che questi svolgano mansioni di più alto valore. Diversificare le risorse è un punto focale di tutte le organizzazioni e dei contesti pilotati da IA e machine learning. La supply chain non ne sarà esente e per questo lavoreremo sempre più a stretto contatto con i clienti per aiutarli a evolvere nel tempo».