Si chiude un anno fiscale in rapida crescita, con il mercato italiano del cloud con numeri superiori alla media
Un anno fiscale da incorniciare per Oracle che vede nell’Italia un paese di primo piano nello sviluppo di nuove tecnologie rese possibili anche dalla Cloud Region inaugurata da poco nell’area di Milano. «Sono successe tante cose nell’ultimo anno fiscale per Oracle che si è chiuso a maggio» spiega Alessandro Ippolito, VP Tech e Country Manager di Oracle Italia. «Tra tutti, l’apertura della Cloud Region di Milano che è una grande opportunità sia per noi che per i nostri clienti, che hanno la possibilità di utilizzare la tecnologia gestita per i loro progetti. Un boost fondamentale soprattutto per le PMI, tessuto principale imprenditoriale italiano, che più di altri possono beneficiare delle innovazioni offerte da Oracle».
Oracle Italia oggi è composta da circa 1100 persone, divisi tra le due sedi principali di Milano e Roma. «Gli uffici rispecchiano totalmente l’idea di operato dell’azienda: spazi aperti, condivisi e uffici flat con momenti di aggregazione che vanno anche al di là del lavoro vero e proprio. Vogliamo trarre talenti anche attraverso il nostro modus operandi, trasmettendo il nostro impegno anche all’esterno» prosegue Ippolito.
I dati di crescita
Oracle ha riportato un’ascesa del fatturato del 7%, con l’ultimo quarto che ha ottenuto, sul precedente, circa il 10% in più. La grande sorpresa è rappresentata dalla componente cloud estesa, ossia tecnologica e applicativa, capace di raggiungere il +39%. «L’adozione del cloud, per i nostri clienti, sta diventando sempre più una realtà, con gli ultimi mesi che evidenziano, soprattutto in Italia, una crescita anche maggiore, il che sta a significare come il nostro Paese, all’interno del panorama globale, dia seguito a picchi superiori di passaggio al cloud, con un trend superiore alla media» sottolinea Andrea Sinopoli, Vice President, Cloud Technology Country Leader di Oracle Italia. «Quest’anno è stato importante anche in termini di comunità. Abbiamo assunto oltre 150 nuove persone, mettendo in atto il programma GenO, focalizzato sui giovanissimi, a coloro che escono dall’università, per offrir loro un piano formativo ad-hoc che li porterà lungo 24 mesi in azienda così da far provare con mano cosa voglia dire lavorare per un gruppo internazionale, fatto di talenti e culture differenti».
Come spiegano i manager di Oracle, la Cloud Region di Milano ha dato maggiore confidenza ai clienti, così come al fornitore stesso, nell’accelerare verso il digitale. Il punto centrale, per Oracle, è stato sviluppare una Cloud Region Gen 2, un’infrastruttura che segue i paradigmi del cloud enterprise in termini di stabilità, sicurezza, automazione e servizi gestiti. «Questo consci del fatto che il cloud può essere, anzi è già, abilitatore di innovazione alla base del business, e che deve quindi rispondere a metriche di altissimo livello e senza compromessi. Pensiamo anche all’ambito sanitario, dove la gestione dei dati critici diviene fondamentale anche per abilitare nuove applicazioni» conferma Sinopoli.
Oggi Oracle è a 38 Region aperte a livello globale, con l’obiettivo di arrivare a 44 entro la fine dell’anno. «Tutte sono SaaS Ready» dice Giovanni Ravasio, Cloud Applications VP & Country Leader di Oracle Italia «abilitate dunque all’adattamento migliore per i clienti. In Italia stiamo vivendo un momento unico, che non si ricorda negli anni scorsi in quanto a energia nelle mani delle aziende private e pubbliche. Un’energia che si traduce nel voler intraprendere progetti fatti bene, con investimenti sostenibili e concreti nel tempo. Non si tratta quindi solo di seguire le indicazioni del PNRR ma anche di proporre soluzioni che guardino avanti, con un occhio alla riduzione degli impatti ambientali». Quello che Oracle segue è l’innovazione continua, resa possibile dal poter offrire una piattaforma cloud native.
Conclude Ravasio: «In ambito pubblico abbiamo deciso di creare una taskforce dedicata all’interno del team italiano per raccogliere le informazioni e rispondere ai bandi di gara in tempi rapidi, massimizzando l’operatività. Ciò ci permette di aumentare il livello di efficacia, proprio seguendo l’idea dell’innovazione che deve rispondere a richieste specifiche, senza perdersi in progetti fine a sé stessi. Inoltre, entro il 2030, Oracle diventerà un’azienda a impatto zero, livellando le emissioni di carbonio per le sue infrastrutture globali». Uno scopo che va di pari passo con le altre attività di responsabilità sociale azionate dal gruppo, come quelle per l’inclusione e le pari opportunità.