Il CIO Francesco Basta porta Liabel sulla nuvola

Il CIO Francesco Basta porta Liabel sulla nuvola

ERP in cloud, più flessibilità e velocità per essere competitivi. Tra gestione centralizzata e istanze specifiche, il nuovo sistema gestionale in SaaS riduce la complessità operativa della filiale italiana

Con 171 anni di storia, Liabel ha conquistato l’immaginario collettivo in Italia e all’estero con i suoi prodotti di maglieria per l’intimo, e oggi sta affrontando una nuova fase di digitalizzazione resa ancora più complessa dal contesto multinazionale in cui Liabel – «con l’accento sulla i» – è inserita dal 1993, con il passaggio all’americana Sara Lee. In seguito, l’azienda di Biella è passata sotto il controllo della francese Eminence Homme, che quattro anni fa è stata rilevata dalla israeliana Delta Galil.

Per il CIO di Liabel Francesco Basta, arrivato lo scorso ottobre per gestire la migrazione verso il nuovo ambiente ERP Infor che Delta Galil ha adottato a livello di gruppo (27mila dipendenti in tutto il mondo), la vera sfida riguarda la complessità delle operations della filiale italiana, responsabile del marchio storico e di una lunga serie di accordi di private label sottoscritti con clienti B2B del mondo della GDO e persino con due squadre protagoniste della Serie A, AS Roma e Juventus FC. «Il cambiamento tecnologico ci è imposto dal mercato, ma quello di natura più culturale parte dalle persone. Dobbiamo acquisire tutti una mentalità più open source».

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INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ

Francesco Basta – professionista di grande esperienza che in passato ha guidato strategicamente diverse aziende nazionali, ricoperto ruoli di gestione IT e preso parte allo sviluppo del back-end informatico delle Olimpiadi di Torino 2006 – vede nel cloud computing un simbolo e un motore di questo cambiamento. «Il nuovo sistema gestionale in SaaS che stiamo introducendo con grande modularità, partendo dalle attività finance di Liabel, ci permette di avere la necessaria flessibilità senza doverci più preoccupare di infrastrutture, aggiornamenti, manutenzione dei database». La scelta del modello SaaS è radicale e comprende l’ERP, le applicazioni office e il motore del negozio online. Liabel ha recentemente aperto le sue vetrine virtuali sulla piattaforma PrestaShop, del gruppo americano MBE proprietario del marchio Mail Boxes Etc. «Stiamo imparando molto dalle nostre attività di e-commerce» – spiega il CIO di Liabel. «Studiamo i livelli di usabilità, ci confrontiamo con la concorrenza e sfruttiamo la possibilità di sperimentare nuovi prodotti, fare previsioni sul comportamento dei clienti». Dal punto di vista tecnologico, il confronto è anche interno. Come tutte le aziende del gruppo, Liabel gode di una certa  autonomia nel quadro di una politica IT trasversale. La piattaforma ERP – come spiega Basta – è centralizzata ma prevede, per ogni filiale coinvolta, una istanza specifica che consente di venire incontro anche agli aspetti contabili e legali. «A livello globale, io e altri colleghi siamo inseriti in un comitato direttivo che si riunisce periodicamente per esaminare le difficoltà affrontate e le possibili soluzioni». Una guida condivisa che aiuta a non ripetere gli errori e a individuare le best practice.

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VISIBILITÀ DELLA SUPPLY CHAIN

Un altro fronte impegnativo è la logistica di un’azienda che opera su due livelli. Internamente, Liabel mantiene i laboratori di ricerca e sviluppo di nuovi materiali e prodotti, e la produzione e il taglio di filati e semilavorati, che vengono poi inviati a terzisti esterni per il definitivo confezionamento. Un ecosistema – come sottolinea Basta, non facile da dirigere: «Spesso un prodotto deve infatti affrontare ripetuti passaggi da e verso questi outsourcer. Tuttavia, il modello consente di tenere sotto stretto controllo l’aspetto qualitativo, un fattore differenziante per il successo di Liabel». In un mercato sotto tensione che ha quintuplicato i costi del trasporto dalle aree manifatturiere del Far East, Liabel ha adottato un approccio “nearshore” che la porta a collaborare con fornitori dell’area mediterranea e balcanica. Una collaborazione che la trasformazione digitale deve rendere sempre più fluida e misurabile, soprattutto nella capacità di personalizzare prodotti disegnati per i vari brand di proprietà e private label e di tracciare la movimentazione della merce. «Logistica integrata, Internet of Things, business intelligence e sicurezza sono i mattoni fondamentali del nostro futuro di retailer» – conclude Basta.