Hybrid work in progress

Il nuovo spazio della collaboration
Marco Robbiani, technical account manager di Maticmind

Il ruolo delle nuove tecnologie nel modello post pandemico

Se volessimo sintetizzare le scelte tecnologiche delle aziende nel periodo buio della pandemia, potremmo dire che ha vinto un principio di utilità. La semplificazione degli strumenti e delle prassi ci aiuta a capire come il principio di utilità abbia spesso guidato le scelte verso quell’unico e importante obiettivo: la semplificazione. Utilità come elemento unico e mezzo di contrasto a situazioni di complessità estrema, utilità come strumento per rimanere vivi e competitivi. La condizione di emergenza che inconsapevolmente ci ha sollevato dal peso di scelte difficili può apparire come un paradosso, ma chiediamoci come abbiano fatto molte organizzazioni a compiere in poco tempo percorsi che in condizioni normali avrebbero richiesto anni, abbandonando all’improvviso “l’idea di non fare niente col pretesto di non potere fare tutto”.

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Oggi però siamo entrati in una nuova fase che è facile definire di consapevolezza e convivenza. Convivenza con modelli organizzativi e processi definiti in regime di emergenza, adottati e utilizzati con grande rapidità, ma forse non ancora pienamente interiorizzati; consapevolezza perché difficilmente ci si potrà liberare dell’eredità di queste nuove esperienze.

Quali sono oggi le aziende che possono tornare a modelli organizzativi precedenti il febbraio 2020? Il focus è cambiato e il modello che ci accompagnerà nei prossimi anni è di coesistenza tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati con tanta rapidità.

Le organizzazioni devono adesso affrontare questa nuova fase, per certi versi la più complicata: trovare equilibrio tra il prima e il dopo, scegliere definitivamente nuovi modelli organizzativi e processi, darsi nuove regole e definire le migliori tecnologie abilitanti la crescita dei prossimi anni.

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Ma quali sono i fattori che regoleranno questo complesso equilibrio? Tra tante esigenze spicca la domanda di semplicità e flessibilità come elementi a garanzia di un incremento sistematico della produttività. Del resto pare evidente che, ai giorni nostri, sia impossibile affrontare una “fase massiva di adoption” con strumenti poco flessibili e funzionali. Pensiamo anche a come le tecnologie debbano sempre più adattarsi e contribuire a trasformare ambienti che ben poco hanno di adatto nativamente e di come la semplificazione sia sempre di più un mantra per avvicinare tutti all’uso proficuo della tecnologia.

Nella grande competitività che regola i mercati nessuna azienda oggi può permettersi di frammentare processi e organizzazione, di minare la propria identità trascurando il principio di inclusività; nel cambio di mentalità nessuno deve rimanere escluso e tutti devono avere il loro spazio e la giusta evidenza del loro ruolo. A queste tematiche più propriamente HR, si accostano per importanza le necessità di sicurezza; contenuti e conversazioni sono sempre più asset strategici. Gli slogan “security by design”, “privacy by default” ci ricordano le necessità di base che la tecnologia deve garantire. Non possiamo terminare questa panoramica se non evidenziando come una gestione semplice e lineare delle tecnologie sottostanti i servizi, sia fondamentale per la razionalizzazione degli skill e il contenimento dei costi delle organizzazioni IT.

In conclusione, la riflessione si inoltra spontanea verso valutazioni di prospettiva: siamo certi e confidenti di poter garantire sostenibilità nel medio termine con scelte tecnologiche e organizzative fatte seguendo il principio di utilità?