Alessandro Bertoli, ICT director di Sorgenia, appassionato di sport e letteratura. Come nei romanzi di Calvino, le città sono luoghi del paradosso ma anche spazi di condivisione, alimentati dall’energia delle persone e della tecnologia
Alessandro è un bresciano doc. Nasce a Palazzolo sull’Oglio (Bs) il 2 aprile del 1968. Ex-cestista, grande camminatore e amante della lettura, passioni che coltiva in ogni momento che la vita lavorativa gli concede. Pendolare per vocazione. Solo per qualche anno, risiede lontano dalla sua terra per ragioni di lavoro prima a Napoli e poi a Madrid. Diplomato perito informatico, diventa papà giovanissimo, mentre frequenta l’università. Il suo percorso professionale inizia subito. Gli anni passati prima in Enel, e poi in Endesa in Spagna e in 2i Rete Gas, gli permettono di crescere sotto il profilo manageriale. Sposato da oltre trent’anni, ha due figli: Stefano di 31 anni e Sara di 26. Da ragazzo, organizzava i centri ricreativi estivi per i bambini del suo paesello. Le passeggiate in montagna da quel momento diventano un’attività costante praticata insieme alla moglie, alle cui doti di instancabile camminatrice, Bertoli ha dovuto cedere il passo più di una volta. «Camminare mi piace perché mi permette di star bene, scoprire nuovi luoghi e pensare. Pratico trekking regolarmente: una camminata a settimana di durata variabile tra i 10 e i 20 chilometri».
Sport e letteratura
Un’altra grande passione è la letteratura italiana, alimentata dai tanti viaggi in treno per raggiungere Milano. Autore preferito Italo Calvino. «Le città sono un ponte tra passato e futuro in continua evoluzione, alimentate dall’energia delle persone e della tecnologia. Sono luogo di molti parodossi ma anche spazio di condivisione. L’energia non è solo consumo ma valore condiviso». Oggi, Alessandro Bertoli viaggia di più in macchina e ai libri alterna la musica, colonna sonora di tutti i momenti della giornata, non solo dei trasferimenti Brescia-Milano. Anche lo sport occupa una parte importante. «Il basket giocato ha accompagnato la mia vita, anche se purtroppo non posso più giocare. L’età e le caviglie mi consigliano pratiche più miti e tranquille» – scherza Bertoli. «Sono riuscito comunque a passare la passione a mio figlio che oggi fa l’allenatore professionista. La mia squadra del cuore è la mitica Olimpia Milano». Una volta alla settimana, frequenta la palestra aziendale, ma non si considera un “animale da palestra”.
Nei mesi caldi, si lancia in anche qualche «sgambata» in mountain bike. Da sempre, tifoso del Milan, fede calcistica che non si discute, nel male e nel bene. «In generale, mi piace lo sport, qualunque esso sia. Se gli “avversari” meritano, la sconfitta non mi preoccupa. Mi piacciono il gesto atletico, il senso della squadra e i percorsi di miglioramento per raggiungere i risultati. Seguo il ciclismo dai tempi di Moser, poi con Argentin, Pantani, Bettini e Nibali: uno sport dove bisogna faticare, spesso lontano dalle luci della ribalta. Insomma, un po’ come nel mestiere che mi sono scelto».
Tempo libero e famiglia
«Tante letture e appunti che scrivo durante orari notturni e all’alba, ormai tutto in modalità digital. Il mattino quando sono al mio paese, colazione al bar del mio amico Matteo e qualche chiacchierata con gli amici di infanzia. Camminate o biciclettate in montagna oppure nel parco dell’Oglio. Quando ho tempo, visito le città nei dintorni. In alternativa, qualche giretto nelle cantine dalle mie parti in Franciacorta. Vita mondana, poca. Soprattutto, cerco di stare in famiglia che comprende nonni, fratelli e nipoti».
Destinazione vacanze
«Le vacanze sono con la famiglia. Preferisco una soluzione con una casa come base di riferimento per poi perlustrare i dintorni. Mare o montagna è indifferente, ma cerco di alternare. Rimanendo in Italia, vado spesso in Toscana e Trentino. Fuori dai confini nazionali, preferisco la costa atlantica che ho frequentato soprattutto in Spagna. Ma anche la regione dell’Alsazia, la Costa Azzurra e la Croazia mi sono piaciute molto. Adoro New York. Ogni anno, mi prendo più di un mese di vacanza. Di solito, una più lunga di circa due o tre settimane, e varie “fughe” di qualche giorno».
I giovani talenti dell’IT
«Mi piace affiancare i ragazzi e i giovani nei loro percorsi di crescita, mettendo a disposizione tutta la mia esperienza e il mio bagaglio professionale. Per questo motivo, non mi tiro mai indietro quando mi viene proposto di partecipare ad attività di divulgazione e di formazione».
Luciano Guglielmi CIO, direttore comitato di Indirizzo per la Fondazione per la Sostenibilità Digitale – senior advisor di PwC – Board member and ambassador di CIO AICA Forum