Low-Code / No-Code, programmazione senza barriere

L'AI generativa nella didattica, rivoluzione o minaccia?

Come accelerare il time-to-market delle applicazioni e aumentare la capacità di sviluppo software. L’approccio codeless aumenta la comunicazione e la collaborazione fra IT e business

La necessità di intraprendere percorsi di trasformazione digitale per le aziende è una realtà ormai consolidata da tempo che negli ultimi due anni è stata resa ancora più evidente, portando di fatto all’accelerazione dei processi di digitalizzazione di qualsiasi settore produttivo e, in linea generale, della vita delle persone. Gli ultimi 24 mesi ci hanno condotto a uno scenario in cui lo sviluppo digitale risulta talmente rapido che l’offerta di lavoro per sviluppatori ha superato la domanda. Il bisogno di rispondere velocemente alla continua richiesta di applicazioni ha generato un incremento dell’utilizzo delle piattaforme Low-Code e No-Code. La necessità di snellire i processi di sviluppo, rilascio e aggiornamento delle applicazioni ha trovato una risposta in piattaforme che danno la possibilità di rendere più rapido il time-to-market di un’applicazione.

Secondo uno studio di Gartner, entro il 2024, il 65% delle applicazioni saranno programmate con sistemi Low-Code, ed entro il 2030 il volume d’affari generato dal mercato Low-Code e No-Code sarà di 187 miliardi di dollari. Attraverso l’utilizzo di queste piattaforme è infatti possibile alleggerire la mole di lavoro degli sviluppatori automatizzando l’implementazione di elementi e processi che nel tempo si sono standardizzati. Gli approcci Low-Code e No-Code rappresentano quindi degli strumenti potenti che consentono di aumentare la capacità di sviluppo delle aziende grazie anche alla nascita delle figure dei “citizen developers”, personale non tecnico che può lavorare sulle piattaforme semplificate, consentendo di adeguare i tempi di delivery ai nuovi ritmi.

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Una conferma delle potenzialità di questi sistemi arriva anche dalla struttura delle piattaforme che si stanno affermando come i principali terreni del metaverso. In questo momento, infatti, le tre piattaforme che più stanno attirando l’attenzione del pubblico – Roblox, The Sandbox e Decentraland – sono per lo più costruite tramite sistemi di codifica semplificata o addirittura azzerata. La costruzione delle terre, dei giochi, degli avatar e di tutti gli asset digitali realizzabili all’interno di queste piattaforme avviene attraverso sistemi Low-Code (nel caso di Decentraland e Roblox) e No-Code (su The Sandbox). Questo significa che, a livello di programmazione, non esistono barriere di accesso per entrare a far parte di questi mondi virtuali.

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È quindi possibile affermare che lo sviluppo del metaverso passerà dai linguaggi codeless e soprattutto dai creators che, attraverso il loro utilizzo, potranno costruire mondi pensati sulle esigenze proprie della community, nei quali sarà possibile monetizzare il proprio lavoro. Potremmo definire la nuova generazione di creatori-investitori di queste piattaforme come i “meta citizen developers”, in grado di costruire ambientazioni, giochi, esperienze e asset digitali progettati direttamente secondo meccaniche di gamification e processi logici. Focalizzandoci principalmente su Roblox che, al contrario delle piattaforme di Ethereum, non richiede costi di ingresso, la possibilità di realizzare spazi virtuali in maniera intuitiva rende questi nuovi mondi più accessibili anche per le aziende che vogliono mettersi in gioco. L’approccio codeless aumenta la comunicazione e la collaborazione fra i reparti IT e business che possono confrontarsi “parlando la stessa lingua”, permettendo una più agevole sperimentazione delle opportunità che i metaversi offrono prima di investire risorse importanti in una eventuale fase successiva. La “democratizzazione” dello sviluppo è quindi un passo strategico fondamentale sia per le piattaforme che stanno emergendo sia per le aziende che le stanno esplorando. Considerato il modello di business basato sulla creator economy, mettere quante più persone in grado di diventare creator diventa un elemento fondamentale per accrescere la produzione di valore. Maggiore la semplificazione, maggiore il numero di utenti attratti.

Fabio Lalli founder and partner @IQUII – iquii.com