Così il Logical Data Fabric velocizza sfruttamento e governance del dato. La virtualizzazione dei dati di Denodo nella riorganizzazione dell’Istituto
La complessa realtà in cui siamo immersi ci costringe a prendere decisioni in tempi sempre più rapidi, nella speranza che queste decisioni siano sempre le migliori possibili. Una condizione necessaria ma non sufficiente per approdare a decisioni efficaci è quella di saper osservare e decifrare quel che accade intorno a noi. Che nel mondo digitale si traduce nella capacità di osservare attraverso i dati. Un processo che ridotto all’osso ha luogo in due momenti distinti: la raccolta di quanti più dati possibili e successivamente la capacità di metterli in relazione.
Data fabric e conoscenza
Da questa attività di composizione, creazione e collegamento riusciamo a generare quella conoscenza funzionale per prendere le decisioni. Su questi presupposti si sviluppa la sessione introdotta da Denodo, leader nell’integrazione e nella gestione dei dati, con la partecipazione di ISTAT e Deloitte, nell’ambito del settimo Fast Data Strategy Virtual Summit, l’appuntamento annuale che riunisce esperti e professionisti a livello globale. «Se sposiamo questa idea di connettere quanti più dati possibili, il concetto di data fabric diventa molto importante» osserva Andrea Zinno, Sales Director & Data Evangelist Denodo. «Pensare cioè a questo tessuto di dati esattamente come avviene nel mondo sartoriale. Dove a partire dai fili – di qualsiasi materiale e produttore – il sarto è in grado di passare da un prodotto elementare all’abito finito». Nel mondo dei dati è esattamente la stessa cosa. L’obiettivo è quello di estrarre valore dai dati. Velocemente. «Perciò dobbiamo pensare a un concetto di data fabric di nuovo tipo – prosegue Zinno – quello che noi chiamiamo logical data fabric, cioè un tessuto di dati più snello con l’idea di coniugare insieme il concetto con lo spirito della data virtualization. Cercando inoltre di rendere il più sostenibile possibile il passaggio dal dato elementare sino al suo utilizzo. Questi sono gli obiettivi di una data integration moderna».
si sviluppa la sessione introdotta da Denodo, leader nell’integrazione e nella gestione dei dati, con la partecipazione di ISTAT e Deloitte, nell’ambito del settimo Fast Data Strategy Virtual Summit, l’appuntamento annuale che riunisce esperti e professionisti a livello globale.
La mano di denodo nella riorganizzazione dell’Istituto
ISTAT vive questi cambiamenti cercando di massimizzare il valore che può essere estratto dai dati. «L’Istituto ha un repository di dati molto esteso» conferma Massimo Fedeli, direttore dei sistemi informativi di ISTAT. «Dati che provengono sia da altre amministrazioni che dalle indagini condotte periodicamente; ai quali si stanno aggiungendo quelli delle fonti emergenti, raccolti attraverso i social, il web, ecc. Fonti innovative ma destrutturate». Una situazione che ha portato nel 2016 a una profonda riorganizzazione degli assetti funzionali dell’istituto finalizzata alla costruzione di una organizzazione più strutturata delle info a disposizione. «Siamo passati da una impostazione a silos in cui ogni Business unit che produceva statistiche aveva propri dati – che magari venivano anche replicati rispetto alla propria BU – a una organizzazione trasversale dei dati che ha creato degli archivi tematici validati e controllati». A questo approccio di tipo tematico è seguita poi la necessità di industrializzare tutto il lavoro svolto sui dati. «Sì è passati da un approccio legato alla contingenza a uno più strutturato e industrializzato. Attraverso la costruzione di un framework di piattaforme in grado di erogare tutti i servizi necessari: dall’acquisizione alla validazione, dal controllo di qualità all’utilizzo del dato. Dopodiché – prosegue Fedeli – si è creato un framework di piattaforme applicative – ricorrendo anche alla consulenza con la partnership di Deloitte e Denodo. Stiamo costruendo quella che è la nostra piattaforma di riferimento che pensiamo ci consentirà di essere più rapidi nell’elaborare le risultanze delle analisi».
L’obiettivo è di essere più efficaci e più vicini alle necessità anche in termini di tempo e di disponibilità dell’informazione rispetto a quelle che sono le esigenze di tutti gli stakeholder: istituzioni, PA, cittadini e imprese. «Da questo punto di vista era fondamentale cercare di svincolare quelle che erano le soluzioni che venivano realizzate dal posizionamento fisico dell’informazione proprio per crearci un catalogo virtuale dei nostri dati. Al quale tutte le applicazioni che verranno sviluppate faranno riferimento. Rendendo più semplice la fruizione e l’elaborazione di soluzioni e diminuendo il time to market. Dal nostro punto di vista un elemento strategico». Un percorso nel quale ISTAT ha scelto di affidarsi alla Data Virtualization di Denodo. Contribuendo al rinnovo dell’architettura di gestione del ciclo di vita dei dati e creare un unico punto di accesso alle informazioni con l’obiettivo dell’interoperabilità tra amministrazioni e arrivare a una vista unica.