Intesa, a Kyndryl Company, diventa Service Provider CIE

Intesa, a Kyndryl Company, diventa Service Provider CIE

A pochi mesi dall’accreditamento come service provider per SPID, Intesa migliora ulteriormente la sua offerta

Intesa, a Kyndryl Company, società che da oltre 30 anni lavora nell’ambito dei servizi qualificati e accreditata come Certification Authority, ottiene un’altra importante autorizzazione da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID): il consenso a integrare il riconoscimento mediante Carta d’Identità Elettronica (CIE) all’interno dei propri servizi, in qualità di service provider accreditato. L’autorizzazione giunge a pochi mesi dall’accreditamento come service provider SPID.

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Intesa rientrerà così tra le primissime aziende private a offrire servizi accessibili tramite CIE: ad oggi, infatti, sono solo 4 i service provider privati CIE a fronte delle 27,5 milioni di CIE emesse. Inoltre attualmente solo l’8,3% degli utenti, secondo i dati dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, già utilizza abitualmente la CIE per l’accesso ai servizi online.

«Ci aspettiamo che la percentuale di utenti che utilizza abitualmente CIE aumenti sensibilmente nei prossimi mesi e anni. Significa che Intesa non solo sarà tra i primissimi service provider CIE, ma anche che riuscirà ad anticipare i tempi del cambiamento. Integrare il sistema di identificazione CIE all’interno dei nostri servizi consentirà a sempre più utenti un accesso veloce e sicuro. Un grande traguardo» afferma Giuseppe Mariani, General Manager dell’azienda.

L’integrazione di CIE nelle soluzioni proprietarie consentirà infatti di semplificare ulteriormente, e per un pubblico ancora più ampio di utenti, l’identificazione finalizzata all’erogazione dei servizi Intesa. Secondo Matteo Panfilo, Chief Solution Officer di Intesa: «L’autorizzazione per Intesa arriva in un momento di grande attenzione nei confronti della CIE, che ci aspettiamo potrà avere importanti evoluzioni nel prossimo futuro, dal punto di vista della user experience e delle modalità di autenticazione – mobile e desktop- ma anche delle nuove possibilità offerte da questo strumento, che nei prossimi anni sarà nelle mani di tutti i cittadini italiani. Questa modalità di identificazione si aggiunge alle modalità di onboarding che Intesa già offre ai propri clienti, rafforzando e completando ulteriormente la propria offerta».

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«Ulteriore aspetto da non sottovalutare nell’evoluzione di CIE è la sua integrazione con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente» continua Matteo Panfilo. «Questa caratteristica è un primo passo verso l’integrazione con banche dati nazionali sempre aggiornate, che potrebbe rendere ancor più agevoli i controlli di sicurezza in merito all’utilizzo del documento».

Le potenzialità di CIE, con tutta probabilità, saranno ulteriormente valorizzate nel futuro prossimo. CIE, infatti, è uno dei sistemi di identità digitale che l’Italia ha notificato all’UE e, data la robustezza del suo processo di riconoscimento e conseguente Level of Assurance, potrà dare accesso all’European Digital Identity Wallet, che permetterà a tutti i cittadini UE, entro il 2024, di poter spendere la propria identità digitale in modo interoperabile e internazionale.