IDC Future of Work 2022: un connubio tra sostenibilità e digitalizzazione

IDC Future of Work 2022: un connubio tra sostenibilità e digitalizzazione

Il lavoro del futuro richiede l’adozione di nuove tecnologie, di nuove politiche aziendali e di nuove pratiche di leadership

Il futuro del lavoro nel connubio tra sostenibilità e digitalizzazione”, questo il titolo dell’evento IDC Future of Work 2022 che si è svolto in presenza, a Milano, e in diretta streaming. La quarta edizione dell’evento sarà quindi ricordata come la prima in modalità ibrida. È stata condotta da Roberta Bigliani, Group Vice President, Head of Insights and Future of Work Practice Executive Lead di IDC Europe, e da Fabio Rizzotto, Associate Vice President, Head of Research and Consulting di IDC Italy.  All’incontro hanno partecipato numerosi analisti, esperti e responsabili aziendali tra cui Sabino Trasente, Senior Business Solution Strategist di VMware SEMEA, Marco Frenquellucci, Services Sales Executive di Lenovo, Alberta Zamolo, Head of Group Academy di Assicurazioni Generali, Paolo Lambri, Account Executive di Zoom, Nicola Ladisa, HRO Director Holding di  De Agostini, Giuseppe D’Amelio, Direttore Marketing & Innovation DP&S di Canon Italia, Pierluigi Fioretti, Deputy Head DP&S di Canon Italia, Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity, Pierpaolo Cazzato, Chief Technical Officer di Ayno, Luba Manolova, Direttore Divisione Microsoft 365 di Microsoft, Giusy Daniele, Capo della Divisione Business Application di Microsoft e Manuela Di Centa, Campionessa Olimpica e Dirigente Sportiva.

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I cinque pilastri del futuro del lavoro

Ma cosa significa esattamente parlare di accelerazione digitale e sostenibilità? Per Roberta Bigliani vuol dire «abbandonare completamente quella psicologia e quello stato di risposta all’emergenza che ci ha caratterizzato negli ultimi anni e che per certi versi ancora ci caratterizza. I cinque pilastri su cui costruire una strategia sostenibile di futuro del lavoro per tutti sono empowerment, digitalizzazione innovativa e creativa, resilienza, parità di esperienza da ogni luogo e device. Infine, il quinto pilastro è la C-Suite, il “club” degli executive deve lavorare in modo collaborativo, superando l’approccio a silos».

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Gli studi di IDC dimostrano chiaramente che i modelli di lavoro ibridi costituiranno una parte integrante delle future pratiche aziendali per venire incontro sia alle esigenze di flessibilità dei dipendenti sia ai requisiti dei datori di lavoro per processi più agili e produttivi. Nel 2021, evidenzia IDC, più del 40% delle imprese ha accettato l’hybrid working come nuova forma di lavoro. Entro il 2023, prevede IDC, l’accelerazione digitale e l’estrema mutabilità dei mercati spingeranno il 70% delle organizzazioni a implementare questa modalità.

L’accesso continuo e sicuro a persone, dati e applicazioni richiede però il mantenimento del contesto tra le esperienze e le sedi, in modo che i dipendenti possano portare il proprio lavoro a loro e se stessi al proprio lavoro. E questo potrebbe riservare alle aziende qualche problema. Per esempio, potrebbe risultare difficile garantire la parità tecnologica e colmare perfettamente il divario tra i dipendenti che si spostano tra casa, ufficio, sedi satellite e sedi dei clienti.

Le sfide da superare

Molte organizzazioni devono quindi ridefinire le pratiche di lavoro e le tattiche di leadership per supportare con successo il lavoro ibrido. Ma quali sono nello specifico le sfide da superare? IDC ne ha identificate quattro. La prima sfida è consentire un coinvolgimento efficace tra i dipendenti in remoto e in loco. Le imprese devono impegnarsi nel fornire linee guida e best practice che aiutino i lavoratori ad avere successo nelle loro funzioni, concentrandosi sul miglioramento dello sviluppo delle competenze umane e su una più ampia distribuzione di pratiche agili all’interno dell’organizzazione. La seconda sfida è garantire la parità tecnologica per supportare la collaborazione e la produttività in un ambiente di lavoro ibrido. Per le aziende è necessario colmare le carenze in dotazioni tecnologiche per i dipendenti che lavorano in remoto, investendo in dispositivi, connettività e applicazioni basate sul cloud. Intelligenza artificiale e automazione possono aiutare. La terza sfida è guidare i team ibridi in un modo che duri e che aumenti il successo nel tempo. Impegnare una leadership dall’alto verso il basso per supportare una strategia flessibile al variare delle condizioni aziendali. La quarta è promuovere il coinvolgimento con l’azienda, non solo con i manager, ovvero costruire una cultura che sia intenzionale, inclusiva e in grado di durare.

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Il vero Future of Work sarà definito da un approccio lavorativo in grado di supportare il cambiamento via via che il mondo imparerà ad affrontare le nuove sfide. Le aziende sufficientemente preparate per capitalizzare le opportunità nonostante le difficoltà attuali saranno quelle che stabiliranno il prossimo futuro del lavoro.


Le videointerviste ai protagonisti

Pierpaolo Cazzato, Chief Technical Officer, Ayno

Davide Balladore, Business Development Manager Document Solutions Product, Canon Italia

Marco Frenquellucci, Services Sales Executive, Lenovo

Luba Manolova, Direttore Divisione Microsoft 365, Microsoft

Sabino Trasente, Senior Business Solution Strategist, VMware SEMEA