Intelligenza artificiale, metaverso e criptovalute sono facce della stessa medaglia, anzi moneta. Attraverso l’interconnessione di vita virtuale e reale, il metaverso è un nuovo mondo creato dall’AI attraverso lo studio dei nostri comportamenti. Ma non tutti i mondi seguono le stesse regole
Era lì. Sempre lì. Ed era un fisico, gli piaceva scrivere le equazioni su un foglio di carta per poi riportarle al PC. Ma la verità è che non si allontanava mai dal monitor. Non tanto perché lavorava sempre ma perché era appassionato di videogiochi. No, non mi avete capito, non giocava. Semplicemente osservava. Era un hobby. E cosa guardava? Un videogioco. Vedeva gli altri giocare? Neanche. O meglio, sì. In verità, non erano giocatori in carne e ossa. Osservava due intelligenze artificiali giocare. L’una vinceva e l’altra perdeva: col tempo, si sostituivano oppure diventavano più forti e continuavano a competere. Sembra strano vero? Magari sì. Perché pensiamo a una partita di calcio oppure a una partita in multiplayer con gli amici ma non tutti i mondi seguono le stesse regole. Ecco, in questo mondo – che è reale – il gioco è proprio questo. Tifare per l’una o per l’altra AI. Un gioco da nerd? Probabilmente sì. E conosco persone che lo fanno. Seguono le AI giocare, ogni giorno. E non siamo ancora passati al metaverso.
PERCHÉ PARLARE DI AI E METAVERSO?
E soprattutto, perché quest’ultimo sembra andare tanto di moda sia nella narrativa tecnologica che finanziaria? Torniamo un po’ indietro. A fine ottobre 2021, Mark Zuckerberg annuncia il cambio di nome di Facebook che diventa Meta: «Siamo all’inizio del prossimo capitolo di Internet e del prossimo capitolo della nostra società». Poche parole che sembravano dare la sensazione che Facebook avesse in pancia qualcosa di nuovo già da tanto tempo e aspettava solo il momento giusto per lasciarla andare. Ma è davvero così? O è stata solo una mossa di marketing? Negli ultimi anni, Facebook aveva avuto tantissime critiche riguardo l’uso massiccio che faceva dei dati degli utenti. E quel nome, nonostante avesse fatto la fortuna di Zuckerberg, magari stava diventando un po’ scomodo. In verità, personalmente ho una visione delle cose che si discosta un po’ dalla narrativa corrente. Negli ultimi anni, Facebook, che da ora la chiameremo Meta, insieme alle altre big tech ha provato ad analizzare e incrociare sempre più dati che sono serviti a vendere pubblicità, targettizzando gli utenti meravigliosamente bene. E forse, grazie all’esplosione delle criptovalute, ha anche immaginato di offrire valuta. Per farlo, ha utilizzato diversi strumenti di analisi avanzata, alcuni guidati dall’intelligenza artificiale. Come? Attraverso il metaverso. Immaginate di avere un avatar, ovviamente lo volete interessante, pimpante, in forma, magari simpatico o anche intellettuale. Deve riflettere le parti migliori di noi. No? Innanzitutto, per dargli una sistemata deve andare dal barbiere, ma mica uno normale, meglio di lusso. No? E non ha bisogno di indossare qualcosa? Che ne pensate delle scarpe Gucci? Si compra l’NFT e lo si abbina al resto dell’abbigliamento. Perché un NFT? Perché avrebbe delle scarpe autentiche e non contraffatte. E così via. In questo mondo, probabilmente non si pagherà in euro, o in dollari, la mia sensazione è che ogni piattaforma avrà una propria valuta o magari una stablecoin. E a dirla tutta Facebook – Meta – ci sta lavorando da anni.
COSA C’ENTRA LA MONETA CON L’AI?
Di WeChat, il Whatsapp cinese per intenderci, se ne è parlato per anni. E ne abbiamo parlato anche noi in questa rubrica. Con questa app è stato possibile – e lo è tuttora – fare tutto: messaggiare con gli amici, conoscere nuove persone, inviare e ricevere denaro, geolocalizzarsi e così via. In poche parole, con l’uso dell’AI, studiando i dati di WeChat è molto probabile che sia possibile comprendere con molta affidabilità, il comportamento emergente degli utenti. Una semplice app avrebbe in questo modo un potere enorme. E da società tecnologica qual era, WeChat ha cercato di inventarsi una nuova piattaforma monetaria, dal momento che basta un click per trasferire o ricevere denaro. E gli algoritmi possono studiare in dettaglio anche questo aspetto. La Banca Centrale Cinese cosa ha fatto per limitarla? Ha creato una Central Bank Digital Currency, in altre parole una valuta digitale, diversa dalle criptovalute, che può essere usata attraverso una semplice app.
Senza dilungarci troppo sull’argomento delle valute digitali, perché metaverso, criptovalute, DeFi e NFT sono spesso parte della stessa narrativa? Innanzitutto, il target di riferimento sembra essere più o meno lo stesso, ovvero, le nuove generazioni. E in questo caso, le big tech potrebbero avere l’ambizione di competere almeno in parte con il sistema finanziario tradizionale offrendo loro servizi e una nuova realtà anche monetaria. A prescindere se abbia ragione oppure no, i dati che hanno collezionato sono tanti e a volte molto puliti. Di esperimenti, con la potenza computazionale e la tecnologia attuale se ne possono fare infiniti. E così creare ipotesi continue. In estrema sintesi, ritengo che il metaverso esista già, è di fatto emerso proprio dallo studio dei nostri comportamenti. Altrimenti che senso avrebbe avuto solo parlarne? Magari la pandemia ha accelerato questo percorso ma è una strada piena di buche.
La maggior parte di noi quando pensa al metaverso si concentra sugli occhiali, sui motori grafici, il 5G e la blockchain. Ma questo è l’hardware. Il software – il cervello che coordina, gestisce e crea un’esperienza nuova – è l’intelligenza artificiale. Parlo di agenti (o avatar) autonomi che agiscono come qualsiasi altro utente. Possono chattare, ma anche prendere di mira alcune aziende che pagano per un’inserzione pubblicitaria. Se tali agenti sono in grado di accedere ai nostri dati personali, abitudini, personalità o anche a leggere attraverso le nostre espressioni vocali o facciali potrebbero presentarsi come il migliore venditore. Potrebbero influenzarci e venderci prodotti o servizi ma anche – e perché no – cercare di allontanarci o avvicinarci a un simbolo politico.
COME SI RISOLVE?
Inizialmente, il metaverso potrebbe essere frequentato da diverse AI, ma c’è da augurarsi che con il passare del tempo ci saranno altri sistemi di intelligenza artificiale in grado di riconoscerle e farle fuori. Perché di fatto gli sviluppatori – chi lavora per le piattaforme dove nasceranno i metaversi – dovranno affrontare nuove sfide e solo il tempo potrà aiutarli. L’esperienza del metaverso è stata concepita tanti anni fa, probabilmente fa parte dell’immaginario comune. Un posto, slegato dalla realtà, dove abbandonarsi e magari tralasciare alcuni schemi. Facebook e le piattaforme social ci hanno dato indubbiamente tanto. Riusciamo a esprimerci in libertà. E le potenzialità inespresse vengono fuori rispetto a prima. Personalmente, devo tanto ai social network. Ma quando si parla di futuro bisogna sempre fare attenzione perché come diceva Oriana Fallaci: «Il futuro è un’ipotesi, una congettura, una supposizione, cioè una non-realtà. Tutt’al più, una speranza alla quale tentiamo di dar corpo coi sogni e le fantasie». Cosa è il metaverso allora?