Lo scopo è abilitare il tridimensionale per qualsiasi cosa, dai visori VR agli smartphone
Meta, in precedenza Facebook, ha depositato una domanda di brevetto nel 2020 chiamata “3D Conversations in an Artificial Reality Environment”. L’applicazione delinea una pipeline per acquisire e trasmettere rappresentazioni 3D dei chiamanti, “consentendo ai partecipanti alla conversazione di apparire faccia a faccia”. La domanda di brevetto è stata resa pubblica solo di recente anche se il brevetto stesso non è stato ancora concesso. Cosa intende esattamente Meta per conversazioni in “3D”?
Il brevetto è ampio e copre una moltitudine di dispositivi e casi d’uso, ma il succo è che Meta sta cercando di realizzare un processo per catturare e trasmettere il corpo in 3D, sia che venga visualizzato su un visore AR, un telefono o qualche nuova tecnologia del futuro. In altre parole, l’obiettivo è far sembrare che l’altra persona sia nella stessa stanza dell’utente.
Il brevetto di Meta suggerisce che è interessata a utilizzare rappresentazioni 3D realistiche per comunicare il linguaggio del corpo per conversazioni più naturali. Ciò è in contrasto con le tipiche videochiamate, che tendono a concentrarsi solo sul viso. “Capire il linguaggio del corpo e il contesto può essere difficile in una rappresentazione bidimensionale (“2D”) di un mittente. Inoltre, la comunicazione spesso si basa sulle interazioni interpersonali, come i movimenti spaziali tra i partecipanti.
Tuttavia, la conversazione tramite videochiamata non offre la possibilità ai partecipanti di muoversi l’uno verso l’altro, poiché il punto di vista è fisso sulla fotocamera del mittente. Inoltre, la limitazione delle videochiamate su uno schermo piatto introduce uno strato di tecnologia invadente che può distrarre dalla comunicazione e diminuire la percezione della comunicazione di persona”.
Il documento afferma che queste conversazioni 3D possono potenzialmente avvenire praticamente su qualsiasi display, dagli occhiali per realtà mista ai telefoni, ai display a campo luminoso, agli schermi nebulizzati a ologrammi reali. Fondamentalmente, Meta sembra essere interessata a creare il back-end e la piattaforma che consenta in primo luogo le chiamate 3D. Detto questo, anche se non si fa menzione di prodotti specifici che potrebbero sfruttare questa tecnologia di conversazione 3D, sappiamo che l’azienda sta lavorando su occhiali AR e uno smartwatch compatibile con il metaverso. E, naturalmente, produce già i visori VR più popolari al mondo, gli Oculus Quest 2.