L’obiettivo della fabbrica intelligente può essere raggiunto più facilmente focalizzandosi sulle risposte che il business vuole ottenere dai dati
La fluidità del percorso verso la fabbrica intelligente è ancora ostacolata da problematiche che hanno più a che fare con la cultura del business manifatturiero che con la tecnologia. Ci sono sicuramente molte questioni tecniche ben evidenziate anche in questa edizione dellatavola rotonda su IoT e Smart Industry. «Agganciarsi alle macchine di una linea produttiva è sicuramente complesso» – riconosce Gabriele Obino, vice president Southern Europe & Middle East di Denodo. «Anche se le soluzioni Denodo sono molto richieste in questo momento e molti progetti sono in corso, ho spesso ho la sensazione che l’approccio migliore dovrebbe sempre partire dal lato opposto, non dalle singole sorgenti dei dati, ma dalle informazioni che voglio ottenere alla fine».
Come interrogare i dati
Parte della questione – come spiega Obino – è probabilmente legata allo scarso allineamento tra obiettivi di business e servizi tecnologici. Un problema radicato nel tempo, che proprio strumenti come quelli proposti da Denodo possono contribuire a sciogliere. In sostanza – secondo l’esperto in gestione e integrazione dei dati – non sempre il management è preparato a formulare le domande giuste ai dati disponibili. E i tecnici che cercano di assisterli tendono a focalizzarsi solo su aspetti come l’interfacciamento dei sistemi o la realizzazione dei data lake, in un contesto industriale che ancora fatica a far convergere l’informatica aziendale con i sistemi di fabbrica. In questo modo, si rischia di investire grandi risorse solo per organizzare dati che il business non sa bene come interrogare. «Invece, bisognerebbe sempre chiedersi che cosa vogliamo ottenere dalle macchine» – afferma Obino. «Warning di sicurezza, allarmi sul corretto funzionamento, informazioni sull’efficienza o qualità della produzione? Da qui, si può partire per capire dove mettere le sonde che genereranno i dati da incrociare con quelli che sono già disponibili».
La vera convergenza tra IT e OT
La chiave di tutto è ancora una volta la capacità di fare integrazione non soltanto a livello fisico, per attivare un dialogo con sistemi di produzione analogici, ma a livello logico, inglobando i dati real-time della fabbrica con quelli generati dai sistemi gestionali dell’azienda. Il senso della vera convergenza tra IT e OT. Nella sua costante evoluzione, la piattaforma di virtualizzazione Denodo prevede una serie di strumenti che facilitano la sua integrazione a ogni livello. «La versione che verrà rilasciata entro la prossima estate 2022 comprende anche un suo data lake engine integrato, pur mantenendo la possibilità di connettersi alle tecnologie su cui i nostri clienti hanno già investito» –sottolinea Obino. Inoltre, l’offerta Denodo include due package di intelligenza artificiale che aiutano da un lato a ottimizzare le query verso i database virtualizzati, riducendo in misura significativa i tempi necessari per ottenere risultati sensibili. Dall’altro a suggerire, in particolare all’utenza business, quali contenuti esplorare sulla base dello storico delle richieste al catalogo, indirizzando così il disallineamento che ci tiene lontani dall’obiettivo della fabbrica digitale.