L’Italia alla sfida del digitale: ecco perché deve essere una questione di cultura

ServiceNow apre due data center in Italia a Milano e Roma

La leadership e la condivisione del sapere per sfruttare al meglio il PNRR

A cura di Filippo Giannelli, Responsabile ServiceNow per l’Italia

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Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana in seguito alla pandemia e di facilitare lo sviluppo digitale del Paese. È un’iniziativa grandiosa, che però non deve essere vista solo come un’iniezione di capitale in campo tecnologico, ma come l’occasione per implementare una vera e propria cultura digitale nel nostro Paese. Il rischio da scongiurare è che dopo questa grande accelerazione impressa dall’arrivo di fondi economici speciali, la spinta propositiva e l’innovazione si esauriscano.

La trasformazione digitale non è un progetto unico infatti, ma un percorso, in cui una delle caratteristiche principali del leader è quella di essere coraggioso nel compiere determinate scelte e nel condividerle. È fondamentale scegliere il giusto percorso per non accumulare un gap che non sarà più colmabile nel giro dei prossimi due anni e questo si può fare attraverso due concetti chiave, la leadership e la cultura digitale.

La leadership si esercita permettendo a tutti di esprimersi liberamente all’interno dell’azienda e dei propri team e ascoltando i clienti, i partner e il mercato per poter offrire quelle soluzioni e quelle idee che servono veramente in ottica di trasformazione digitale.

La cultura digitale, parte del processo di condivisione di idee e capacità, è l’attitudine al pensiero innovativo. Oggi ci troviamo in un sistema digitale globalizzato dove chiunque può avere un’idea digitale. L’importante è avere un tessuto in grado di accogliere questa idea e svilupparla. Questo è un esempio di cultura digitale.

Come ServiceNow crediamo molto in questo concetto e abbiamo all’attivo diversi progetti sia a livello globale che locale, con Partner ma anche con Università, che mirano proprio alla diffusione di quelle capacità che non devono essere solo tecniche, ma anche sociali e culturali. Le persone oggi sono sempre più connesse e inevitabilmente prima di essere utilizzatori di una tecnologia in ambito lavorativo lo sono prima nella propria sfera privata. Sono quindi sempre più esigenti ma, a volte, anche inesperti sul come funzionano determinati dispositivi e cosa possono realizzare. Per questo l’alfabetizzazione digitale è fondamentale per poter fornire a tutti i mezzi per poter applicare alla tecnologia la propria fantasia e la propria creatività. Un esempio di attività in ambito culturale sono le nostre Academy, che realizziamo insieme ai Partner e che durano dalle 4 alle 8 settimane, con l’obiettivo di sviluppare una vera cultura sul digitale in termini di una continua evoluzione tecnologica in armonia con le persone. Il digitale ha senso quando permette alle persone di esprimere la propria creatività acquisendo insieme, uomo più macchina, maggior valore, non quando sostituisce un’attività ripetitiva che la persona non vuole più svolgere. Grazie al digitale, infatti, le persone creano e danno valore.

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Abbiamo stimato che da qui a tre anni il 20% delle revenue mondiali saranno generate da servizi che ancora non conosciamo. E sono sicuro che l’Italia, grazie alle sue capacità tecnologiche e innovative e alla creazione di una cultura digitale, si troverà in prima linea tra le nazioni più all’avanguardia.