Dopo la ricostruzione del Ponte Morandi, Genova può essere un esempio di semplificazione e di collaborazione tra pubblico e privato. Si può parlare di “modello Genova” anche per scaricare a terra gli investimenti del PNRR?
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può innescare una radicale trasformazione. Servono tecnologia, capacità di project management e competenze. In realtà, non abbiamo inventato niente di nuovo. Per capire come fare, abbiamo semplicemente guardato alle migliori best practices nel mondo» – parola di Marco Bucci sindaco di Genova, più manager che politico. Leadership locale e logica di pianificazione integrata. «Su tutti i progetti che sono stati appaltati dal Comune e dall’autorità portuale, abbiamo sempre inserito la figura del project manager.
Abbiamo adottato anche una modalità di sviluppo e pianificazione dei progetti in parallelo e non sequenziale. Poi è fondamentale che tutti ci mettano la faccia. In genere, nelle pubbliche amministrazioni ci si concentra molto sulla compliance amministrativa, quasi come se fosse fine a se stessa. Nel mondo privato, accade l’opposto: è essenziale il risultato, centrare l’obiettivo. Noi abbiamo deciso di cambiare quest’ottica. E abbiamo voluto affermare anche nel pubblico la primazia del risultato, perché è su questo che bisognerà rendere conto».
«Leadership e pianificazione integrata per trasferire le potenzialità PNRR dalla carta alla realtà»
INVESTIRE SUL FUTURO
Il digitale permette di accorciare le distanze tra Pubblica Amministrazione e persone, riducendo i tempi della burocrazia. «Tutti parlano di sfide. Il cambiamento è una sfida continua» – dice Bucci. «Inutile che il Recovery Plan sia gestito da Roma. A livello centrale, devono assegnare le risorse, che poi devono essere gestite a livello locale. Una responsabilità che i sindaci devono prendere in mano, non ci sono scuse. Genova è l’esempio di che cosa significa lavorare mettendo insieme pubblico e privato, con un solo obiettivo condiviso, che non era solo ricostruire il ponte con tutto il suo significato simbolico, ma ripristinare la viabilità per ricucire una ferita. Con questo stesso spirito, dobbiamo trasferire le potenzialità PNRR dalla carta alla realtà delle imprese e delle persone con la responsabilità di lasciare le nostre città migliori di come le abbiamo trovate».
Genova ha avviato da tempo un percorso di sostenibilità energetica, ricerca e innovazione per lo sviluppo a sostegno delle imprese, concentrandosi anche sull’importanza della logistica portuale per la ripresa economica e il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo. Grazie ai dati si possono utilizzare meglio le risorse delle città per ridurre i consumi di energia, far lavorare meglio le persone, monitorare l’ambiente, rendere gli edifici più smart e green. Si può progettare la mobilità, che è un aspetto critico di Genova. «Il PNRR è un piano Marshall 2.0. Non possiamo perdere questa occasione. Abbiamo bisogno di professionalità e di un sistema che funzioni, perché tutta la città è coinvolta. Possiamo farcela».