Quando diciamo che la pandemia ha accelerato la trasformazione digitale, in realtà stiamo ammettendo che le imprese come le persone cambiano solo quando sono costrette a farlo. Il vero problema del Paese è che le cose non accadono e accadono in ritardo. Con il PNRR siamo costretti a crescere e a fare riforme strutturali. «È una visione un po’ amara forse, ma che contiene alcuni elementi di verità» – commenta Federico Protto, amministratore delegato di Retelit.
«L’auspicio è senz’altro che il PNRR sia la piattaforma in grado di rilanciare in modo stabile la crescita, ma è innegabile che si tratti di una sfida progettuale e realizzativa straordinaria, che porta definitivamente al pettine le gravi e ben note lacune del nostro Paese. La macchina però sembra essere partita e vogliamo essere fiduciosi. In particolare, apprezzo il cambio di passo impresso dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Vittorio Colao, nella definizione dei piani di intervento. Ora però è necessario che si proceda con i bandi attesi e con il rispetto del cronoprogramma indicato, rimuovendo gli ostacoli e, soprattutto, non ripetendo gli errori commessi in passato. Penso in particolare al bando per le aree grigie su cui il “Piano Italia a 1 Giga” stanzia 3,8 miliardi di euro. Auspichiamo che questa volta, invece di affidarsi a un unico soggetto attuatore, che difficilmente sarebbe in grado di rispettare i tempi e traguardare gli obiettivi, venga coinvolto tutto l’ecosistema dell’ultra-broadband italiano, inclusi gli operatori wholesale come Retelit, prevedendo una pluralità di soggetti assegnatari su lotti di dimensioni più ridotte.
Ma un discorso analogo vale anche per un’altra partita strategica su cui il Governo sta lavorando: quella per il cloud nazionale. Premesso che la costruzione di un polo strategico nazionale pone diverse sfide su più livelli – di tecnologie, di sicurezza e trattamento dei dati, ma anche di interoperabilità tra le varie PA coinvolte – riteniamo che l’approccio debba essere un po’ diverso rispetto a quello tradizionale della gara. Noi auspichiamo che ci sia la possibilità in determinati ambiti di utilizzare tutte le eccellenze. E, una volta che saranno svelate le regole, vogliamo dare il nostro contributo sulla configurazione del nuovo polo».
RETI, SICUREZZA E COMPETENZE
Le infrastrutture di rete sono una componente chiave della crescita. «Aiutare imprese e PA per andare oltre la trasformazione digitale significa accompagnarle in un percorso di crescita che consenta di gestire in modo sinergico le infrastrutture di rete, le piattaforme e i sistemi applicativi, abilitando progetti digitali sempre più innovativi e pervasivi. È quello che abbiamo cercato di fare in Retelit in termini di offerta» – spiega Federico Protto. «La stratificazione di categorie di servizi che abbiamo costruito, specie a seguito delle acquisizioni degli ultimi due anni e del nostro ingresso nel mondo delle applicazioni, sfrutta la sinergia con gli asset infrastrutturali e l’offerta di piattaforme del Gruppo. Un’integrazione spinta che ha portato il nostro marketing a disegnare anche soluzioni pacchettizzate, come quella per l’e-government, focalizzata soprattutto sulla Pubblica amministrazione locale, con sistemi di gestione dei processi e stanze virtuali e che, facendo anche leva sulla certificazione AgID da noi acquisita e sul cloud, ci consente di offrire un servizio fully compliant interamente presidiato». Un ulteriore aspetto su cui è necessario concentrarsi riguarda la cybersecurity. «L’accresciuta superficie di attacco che si è determinata con l’esplosione di industry 4.0 e smart working aumenta notevolmente i rischi a cui le imprese e le aziende sono esposte, molte volte anche inconsapevolmente».
E qui, Federico Protto si collega all’altro tema critico, quello delle competenze. «La cifra “piccola-media” del nostro sistema imprenditoriale sconta il limite del “think small” quando si tratta di formazione. Ma per avviare progetti di digitalizzazione multi-tecnologici, basati sul cloud e su reti innovative, saranno necessarie invece una visione di lungo termine in grado di leggere in modo integrato l’intera catena del valore dei servizi ICT, il coraggio di sperimentare nuove applicazioni per le nuove sfide che si sono venute a creare e un fortissimo investimento nelle competenze 4.0».
«Il PNRR come piattaforma per rilanciare in modo stabile la crescita. Una sfida progettuale straordinaria, che porta al pettine le lacune del nostro Paese»
VERSO I MICRO DATA CENTER
Le città come l’ultimo miglio per scaricare a terra gli investimenti del PNRR. Il data center diventa il cuore delle città. E dove si trova diventa importante. «Per anni – spiega l’AD di Retelit – il settore data center è stato guidato a livello mondiale dalle economie scala. Sono stati costruiti data center sempre più ampi, con livelli di prestazione, produttività e ridondanza elevatissimi in massima parte riconducibili ai grandi global cloud provider. In parallelo, la direzione di sviluppo della tecnologia 5G e dell’IoT ha spostato i dati verso micro data center, fisicamente più vicini al luogo in cui i dati vengono generati e utilizzati, i cosiddetti data center di “prossimità” che consentono una gestione del flusso dei dati molto più efficiente per l’utente. Le logiche centralizzate del cloud e l’orientazione periferica dell’Edge, più che costituire gli antipodi di un’architettura IT, finiscono per risultare due facce della stessa medaglia, reciprocamente funzionali nella direzione di una configurazione ibrida, finalizzata a sfruttare al meglio i vantaggi di entrambi gli approcci. In questo senso per lo scenario cloud italiano, sarà fondamentale complementare e avvicinare il mondo degli hyperscaler verso il cittadino tramite la costituzione di edge node sempre più vicini al cliente in grado di soddisfare i massimi livelli di sicurezza. Noi ci stiamo muovendo in questa direzione». Centro e periferia non sono più concetti solo fisici. «Un’azienda di un distretto industriale fiorente e geograficamente centrale, ma non sufficientemente connesso in termini di infrastrutture digitali, può essere più lontana e periferica di un professionista che lavora in remoto da un’isola ben connessa. Non è solo una questione di business, ma di inclusione sociale» – afferma Federico Protto.
SMART ENERGY
Trasformazione digitale e transizione energetica sono strettamente collegate. Si parla sempre più di Smart Energy, un concetto olistico che racchiude tutte le modalità di gestione efficiente e sostenibile che riguardano produzione, distribuzione e consumo dell’energia attraverso soluzioni IoT. «Ma dietro ogni soluzione e alla relativa sensoristica, c’è sempre l’infrastruttura IT e il cloud» – spiega Federico Protto. «Ed è qui che entriamo in gioco noi. Come nella collaborazione che abbiamo siglato con Wattsdat, la software as a service company attiva dal 2014 nel mercato dell’energia e dell’efficientamento energetico, che ha scelto Retelit come partner per la gestione in Multicloud dei servizi della piattaforma Digital Energy. Sfruttando la potenza e la flessibilità del Multicloud Retelit, la piattaforma gestisce sia dal punto di vista fisico sia da quello economico gli scambi di energia, permettendo di comprendere dove, come e perché si consuma energia in ogni singola parte di un generico sistema – smart district, building, home – secondo un modello configurabile e personalizzabile».