La gestione del cambiamento ha assorbito completamente le risorse del reparto IT di ARPA Campania che già stava lavorando all’introduzione dei principali strumenti tecnologici previsti dal nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale.
«Con un percorso graduale di virtualizzazione e poi di migrazione in cloud stiamo cercando di rispondere agli indirizzi dei vari piani triennali per l’informatizzazione della PA» – spiega Bruno Citarella della Direzione progetti IT di ARPA Campania. «Il percorso è ancora lungo e si sta complicando sia per l’accelerazione in tema di trasformazione digitale, imposta sostanzialmente a parità di risorse – già scarse – sia soprattutto a causa delle problematiche di sicurezza in costante crescita. La sicurezza nei sistemi della PA è storia vecchia e per chi si occupa di IT forse c’è da rilevare un che di miracoloso per come il Sistema Italia abbia nel complesso retto finora, considerata la carenza di risorse, competenze e la scarsa incisività delle misure, molto spesso troppo teoriche, calate da organismi centrali creati o modificati ad hoc dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi decenni». Per Citarella non servono superesperti ma una presenza diffusa di tecnici di medio livello che possano fare da riferimento per il personale della PA nella loro operatività quotidiana.
INVESTIMENTI E CAPITALE UMANO
Non solo investimenti tecnologici ma anche capitale umano. «Mettiamo un tecnico IT in ogni Comune» –suggerisce Citarella. «Bisogna investire sulle competenze per attrarre talenti ma è necessario anche valorizzare le risorse esistenti per trattenerle e non disperdere il patrimonio di conoscenza accumulato. «I piccoli enti sono quelli più esposti alle problematiche tipiche della digitalizzazione e rappresentano l’anello debole della catena sul fronte della sicurezza informatica. Qualcosa si sta muovendo ma troppo lentamente».
«Razionalizzazione e la semplificazione dei controlli per rilanciare la competitività delle imprese»
Dopo il blocco pluriennale delle assunzioni nella PA, oggi il quadro è preoccupante per almeno tre motivi: «Per i tempi necessari a istruire e completare i concorsi pubblici. Per la difficoltà di reperimento di risorse tecniche sia nel campo dell’ICT sia dei profili STEM. E infine, per le condizioni contrattuali e di carriera della PA italiana, poco competitive rispetto al settore privato e per lo più a termine. Criticità che per essere affrontate necessitano di una gestione efficiente soprattutto oggi che abbiamo l’eccezionale opportunità rappresentata dalle risorse del PNRR». Transizione ecologica e grandi investimenti connessi sono al centro della missione di tutte le Agenzie regionali per la prevenzione e la protezione dell’ambiente. «Abbiamo tutti gli strumenti di monitoraggio e analisi per mettere i dati a disposizione di chi deve decidere. Il tema dei controlli è destinato ad assumere rilevanza crescente, anche per favorire forme realmente innovative di sviluppo e scoraggiare fenomeni di concorrenza sleale, come ha messo in evidenza il direttore generale ARPAC Stefano Sorvino al Green Symposium 2021».