Passando dall’azienda al sistema economico nel suo complesso, PA compresa, il modello di governance del cambiamento è centrale. Carlo Bozzoli, global chief information officer di Enel ha guidato la digital transformation della multinazionale italiana dell’energia in 40 paesi e fa parte del Comitato Consultivo per la PA Digitale voluto dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao.
L’emergenza non è il terreno adatto a coltivare l’innovazione. «Il cambiamento si governa guardando lontano. Non si riparano tetti e finestre nella tempesta» – afferma Bozzoli. «La capacità di essere resilienti si costruisce nel tempo con le scelte giuste. Il digitale non è una medaglia da esibire. La transizione energetica e la trasformazione digitale sono al centro di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di competizione. L’evoluzione verso un modello a piattaforma è un sistema per connettere dati e informazioni. Le grandi sfide si possono affrontare solo attraverso un approccio collaborativo. Come un’azienda non può più competere da sola sul mercato anche la PA deve aprirsi a nuove partnership tra pubblico e privato. La qualità delle scelte fatte dipenderà dalla capacità di fare e di scaricare a terra questa trasformazione. Qui il ruolo delle competenze è determinante. Il Paese ha una grande opportunità con il PNRR, dobbiamo concentrarci sulle nostre capacità di utilizzare al meglio queste risorse economiche».
Asset, customer e people
Iniziato nel 2015, il piano di trasformazione di Enel si è focalizzato sulla digitalizzazione di tre pilastri: «Asset, customer e people» – come ci spiega Bozzoli. «Infrastrutture per la generazione e distribuzione di energia, la relazione con i nostri clienti e i nostri dipendenti. Per supportare la digitalizzazione abbiamo definito anche tre abilitatori tecnologici: piattaforme IT, cloud e cybersecurity. Nel 2017, abbiamo rafforzato la strategia con due approcci volti ad accelerare l’adozione del digitale: agile – come esigenza di adattabilità nei confronti dei cambiamenti esterni, sempre più rapidi e di entità sempre più rilevante – e data-driven per valorizzare nel miglior modo possibile i dati come strumento guida delle decisioni e delle conseguenti azioni».
La strategia di Enel è stata particolarmente efficace nel supportare il cambiamento in quanto basata su due elementi fondamentali: la digitalizzazione dall’interno dell’organizzazione e la digitalizzazione “da foglio bianco”. «Abbiamo deciso di non lanciare una NewCo che sarebbe stata nativamente full digital e avrebbe probabilmente garantito migliori risultati nel breve periodo, a fronte di significative difficoltà nel medio lungo termine, come in effetti si è riscontrato in altri settori, come quello bancario. E poi abbiamo deciso di non seguire un approccio incrementale basato sull’As-Is (digitalizzare l’esistente), ma di mettere in discussione tutto il pregresso, ripensando processi, prodotti e servizi direttamente in logica digital e con l’obiettivo di conseguire vantaggi esponenziali». Oggi, la vision originaria di Enel si è evoluta ancora e la grande sfida è rappresentata dall’implementazione delle piattaforme digitali per abilitare modelli di business ed operativi a piattaforma. «L’evoluzione verso un modello a piattaforma è la naturale evoluzione del nostro viaggio» – continua Bozzoli. «Abbiamo definito un’architettura IT unica basata su tre layer, ovvero domini dei dati, solution digitali e decoupling layer, finalizzata a disaccoppiare le soluzioni digitali – ovvero come i dati sono utilizzati – dai dati stessi. I benefici di lavorare a piattaforma sono diversi».
«Verso un nuovo modello di sviluppo. Il cambiamento si governa guardando lontano. Non si riparano tetti e finestre nella tempesta. Il digitale non è una medaglia da esibire»
Cambio di rotta
«La crescita demografica costante, una domanda di fabbisogno energetico in forte crescita e, più in generale, l’impatto che il nostro stile di vita ha sul clima – spiega Carlo Bozzoli – sono tutti elementi che spingono verso un’urgente politica di transizione per un mondo più “healthy e digital”, citando le parole della Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen». Questa doppia missione è da anni parte integrante della strategia di Enel che ha definito un modello di business sostenibile, integrando in tutta la catena del valore gli obiettivi definiti dagli SDG. Come leader nella transizione energetica, Enel ha l’obiettivo di aumentare lo sviluppo di energia rinnovabile e di abbandonare gradualmente il carbone entro il 2027, al tempo stesso rinforzando la rete di distribuzione, che ha un ruolo centrale nel processo di transizione energetica e promuovendo l’elettrificazione dei consumi finali e sviluppando nuovi servizi innovativi per i clienti. Ricordando che un miliardo e 200mila persone nel mondo non hanno accesso all’energia.
«La trasformazione digitale – spiega Carlo Bozzoli – favorisce la transizione di tutta la filiera energetica, dalla gestione degli impianti di generazione elettrica ai nuovi servizi per i consumatori, passando per le reti intelligenti, abbracciando tutti gli aspetti del sistema elettrico. La digitalizzazione dell’energia comincia dove comincia l’energia: dagli impianti di generazione. Oggi, non solo i parchi eolici e fotovoltaici, ma anche le centrali idroelettriche sono gestite, almeno in parte, in modo automatizzato. Grazie alla sensoristica è possibile raccogliere in tempo reale i segnali provenienti da una turbina, da una diga o da una conduttura e inviarli a una sala di controllo centralizzata. Grazie all’adozione di software innovativi siamo in grado di osservare un dato anomalo e, quindi, di individuare i potenziali rischi». Anche le reti beneficiano dell’effetto della digitalizzazione, partendo dagli elementi base quali i contatori elettronici che abilitano le smart grid con cui si può gestire e bilanciare in modo efficiente il sistema elettrico: «La rete diventa sempre più flessibile, in una filiera elettrica sempre più decentrata. Dal vecchio schema top-down, in cui l’energia fluiva in modo unidirezionale dal produttore al consumatore, si sta passando a un modello di generazione distribuita in cui sono sempre più numerosi i piccoli produttori e consumatori in grado di immettere elettricità nella rete».
L’energia dei dati
Anche le città si evolvono verso un modello a piattaforma. «Il digitale è ormai intrecciato in modo indissolubile con le nostre abitudini. Questo comporta la produzione di un enorme volume di dati. I dati sono una risorsa importantissima, saperli gestire costituisce un vantaggio competitivo molto elevato. Le città sono il centro pulsante della nostra energia» – afferma Bozzoli. «Dai servizi di mobilità elettrica – circa 780mila punti di ricarica pubblici e privati previsti per il 2023 – al demand response, che consente ai clienti di ridurre o aumentare il proprio consumo energetico con l’obiettivo di rispondere ai picchi di domanda o di offerta del mercato elettrico, garantendo una maggiore flessibilità e stabilità di rete e un utilizzo più efficiente delle infrastrutture e delle risorse energetiche». Passando alle Amministrazioni Pubbliche, Enel X ha lanciato City Analytics: «Una piattaforma – spiega Bozzoli – che rende possibile pianificare le infrastrutture e i servizi cittadini sulla base delle esigenze reali. Integrando e analizzando le informazioni provenienti da sensori e videocamere situate nelle aree urbane e dalle numerose fonti di Big Data disponibili, City Analytics fornisce le informazioni necessarie agli amministratori locali per offrire un’ampia gamma di servizi di smart city e prendere le giuste decisioni sulla base della domanda effettiva».