La pubblica amministrazione Agile

La pubblica amministrazione Agile

Dalla Silicon Valley all’Istituto guidato da Pasquale Tridico. Decisioni rapide e azioni-lampo. Come il generale Patton dello sviluppo Agile, Vincenzo Di Nicola è a capo dell’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale di INPS. La digitalizzazione dei servizi pubblici è un processo in atto da molti anni.

Il “Piano Strategico Digitale 2020-2022” e il “Piano Strategico ICT 2020-2022” hanno l’obiettivo di delineare il percorso di transizione al digitale dell’Istituto nazionale di previdenza. I nuovi progetti in fase di realizzazione fanno leva su nuove competenze, intelligenza artificiale, open innovation e cross-contamination per valorizzare i dati e aumentare la qualità dei servizi. Il nuovo approccio delineato nel Piano ICT si basa su nuovi paradigmi tecnologici e organizzativi. «L’INPS ha un vantaggio di conoscenza in più rispetto agli altri: i dati» – spiega Di Nicola. «Dati che raccontano la storia dei cittadini, quella familiare, contributiva, lavorativa e anche la salute, nel caso di invalidità civile. L’INPS sa quasi tutto dei cittadini italiani. Questi dati sono una miniera di informazioni. Vogliamo usarli per rendere più facile l’accesso ai servizi, invertendo il controllo e agendo sulla proattività dell’Ente. Non deve essere il cittadino ad attivarsi per la richiesta – per esempio – dell’assegno di natalità o di altre prestazioni, ma deve essere l’INPS a farlo, se possibile in modo automatico. Il connubio di dati, proattività e integrazione di servizi possono cambiare radicalmente il rapporto dei cittadini con la PA».

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SEGNALI DI CAMBIAMENTO

Se i dati sono una ricchezza, allora bisogna gestirli, proteggerli sia da attacchi esterni che interni. Per farlo è necessario che gli sviluppatori abbiano accesso ai dati. L’INPS, come altre PA centrali, non ha un vero team interno per farlo. Non ancora, almeno. Da poco, si sono concluse le selezioni del primo bando per 165 posti di informatici per ricostituire il team IT interno che era stato smantellato 15 anni fa e che dal 2022 sarà operativo. Già questo è un bel segnale di cambiamento. «Questa mancanza rappresentava un vero problema» – afferma Di Nicola. «Per miopia, l’informatica – a un certo punto della storia dell’Ente – era stata considerata un costo da tagliare. La trasformazione digitale non può limitarsi all’innovazione tecnologica e delle procedure, ma richiede di intervenire anche sulle competenze del personale in servizio, per il quale è in corso un piano di change management».

«Azioni immediate e miglioramenti in corso d’opera per cambiare i tempi della PA»

Riorganizzazione, ridisegno dei processi, ricambio generazionale hanno un impatto diretto sulla trasformazione digitale. «Il tema delle competenze è fondamentale. Stiamo lavorando per farle crescere all’interno, anche con un approccio di open innovation e di collaborazione tra pubblico e privato. Una cross-contamination che mette a fattore comune il meglio di entrambi i punti di vista per costruire qualcosa di importate» – continua Di Nicola. «Nel settore pubblico, si utilizzano processi di sviluppo Waterfall superati, che impegnano tempo, risorse e non assicurano risultati ottimali, quando in realtà chi sviluppa software sa benissimo che i processi devono essere di tipo Agile. È necessario agire subito e migliorare in corso d’opera per cambiare i tempi della PA».

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