Jaggaer, così nasce il procurement 5G

Jaggaer, così nasce il procurement 5G

Completo, automatizzato, flessibile, intelligente, estensibile e in rete. I sei pilastri che caratterizzano il nuovo modo di intendere il procurement per governare i processi di spesa, pianificazione e selezione dei fornitori riducendo il rischio, alla velocità del business

Il panorama del procurement sta vivendo anni di profonda trasformazione. Le aziende, anche a seguito della crisi sanitaria ed economica, hanno compreso in misura ancora maggiore quanto sia necessario governare i processi che riguardano l’approvvigionamento, siano essi la spesa o la scelta primaria dei fornitori. In tale ambito, Jaggaer è uno dei nomi più noti nell’offerta di soluzioni digitali in grado di ottimizzare i flussi di governance, avendo compreso da tempo il valore delle nuove tecnologie sia per migliorare la propria proposta che l’utilità stessa di adozione da parte dei clienti. Jaggaer nasce in Italia una ventina di anni fa, con il nome di BravoSolution, a cui è poi seguito il cambio di denominazione con l’acquisizione da parte del gruppo statunitense SciQuest. Entrambe le realtà condividevano la stessa formula: ottimizzare i processi di acquisto e di spesa, sfruttando soluzioni tecnologiche avanzate internet-based. Proprio l’informatica ha reso possibile gestire al meglio i nuovi scenari che interessano i flussi di procurement aziendale. L’idea di Jaggaer è stata quella di sfruttare ciò che oggi intendiamo come cloud, per realizzare una collaborazione più efficace ed efficiente tra le organizzazioni di acquisto e i fornitori, valicando i confini della territorialità e accorciando i tempi.

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«Il risultato è Jaggaer One, la piattaforma che offre tutto ciò che può servire per governare la spesa dei clienti ma anche per portarli verso un nuovo modo di integrare i processi di spesa e procurement nelle più ampie logiche dell’impresa» – spiega Francesco Colavita, global vice president Presales Consulting & Bid management di Jaggaer. La velocità del 5G amplia le capacità, le attività e le strategie di approvvigionamento delle aziende, sostenendo le loro esigenze in continua crescita, semplificando il lavoro con i fornitori, riducendo i costi e migliorando l’efficienza complessiva. Lo standard di nuova generazione permette di innalzare e consolidare le metriche collaborative con fornitori e stakeholder interni o esterni. Jaggaer ha individuato sei punti chiave per abilitare la transizione al digitale in 5G, portando concreto valore aggiunto agli utenti, riuniti nel concetto Digital Mind.

I pilastri del nuovo procurement

Con la strategia Digital Mind, che fa da hub, Jaggaer incorpora l’analisi prescrittiva e predittiva, il machine learning, l’elaborazione del linguaggio naturale e altre applicazioni di intelligenza artificiale per fornire soluzioni e funzionalità innovative attraverso la piattaforma proprietaria Jaggaer One. Alla base ci sono sei pilastri. «Il primo – spiega Colavita – viene definito “comprehensive”. Digital Mind è capace di abbracciare i processi nella loro interezza supportando differenti esigenze del procurement legate ad aziende di varie dimensioni e collocate nei vari settori di mercato. Ciò deve portare gli utenti a comprendere in maniera più ampia la trasformazione digitale della loro impresa, che non deve servire solo come risposta a un bisogno temporaneo ma quale leva di innovazione che coinvolge tutta l’organizzazione».

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Guardando all’intelligenza artificiale e a come questa può essere applicata al procurement, uno dei risultati principali è nell’automazione dei processi. Secondo Colavita, tecnologie innovative come l’AI non hanno un valore sostitutivo in sé, ma rappresentano un supporto alle operazioni umane, per migliorarle e ridurre il rischio. “Automated” è infatti il secondo elemento considerato da Jaggaer, utile a declinare i compiti manuali con il supporto della digitalizzazione, minimizzando gli errori e velocizzando le pratiche. «Il terzo tassello è la “flessibilità”. Il significato è nella necessità che una soluzione automatizzata sia in grado di evolvere e di modellarsi sulle necessità del cliente. Un concetto che si unisce al quarto pilastro – “l’intelligent” – che descrive la tecnologia predittiva in grado di imparare in progress dai comportamenti degli utilizzatori, per anticiparli e/o guidarli tramite suggerimenti». Il quinto pillar – “l’extensibile” – implica il più ampio scenario del procurement e comprende le tecnologie capaci di garantire flessibilità e scalabilità nei processi. L’ultimo punto – il “networked” – si riferisce infine al consolidamento di soluzioni in ottica di ecosistema con capacità di estensione e interoperabilità con altre piattaforme. «Jaggaer ha sempre creduto al valore di sviluppare le soluzioni in maniera innovativa e interconnessa ad altri sistemi e fonti dati, sia interne sia esterne all’azienda, per agevolare processi senza soluzione di continuità e assicurare informazioni “di prima mano”».

L’approccio Digital Mind di Jaggaer One offre alle aziende un concreto supporto per gestire il rischio di fornitura e assicurare continuità operativa, aspetto particolarmente critico in periodi instabili come l’attuale. Un esempio vale su tutti: l’incaglio della nave Ever Given, che bloccò il canale di Suez per sei giorni, ha avuto conseguenze disastrose sulle tempistiche di consegna di materie prime e prodotti in diversi settori. «Jaggaer One non può prevedere criticità simili ma – offrendo ampia visibilità su tutti i dati di acquisto – diventa fondamentale per rispondere in maniera puntuale allo stravolgimento, seppur temporaneo, del proprio business, ad esempio coinvolgendo fornitori di riserva ma già profilati e “pronti all’uso”».

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La gestione del processo di business

Altro focus che realizza l’idea del Procurement 5G di Jaggaer è il business process management (BPM).  La piattaforma Jaggaer One parte dall’evidenza che alcune fasi standard sono determinanti per muovere a passo svelto verso la trasformazione digitale. Si pensi alla possibilità di velocizzare alcuni processi approvativi e stabilire azioni di risposta automatica. «Se il business process management si pone l’obiettivo di fornire una conoscenza precisa del procurement, è evidente che dobbiamo passare a modalità strutturate di creazione e gestione di documenti e dati. Diversamente i dati finiscono con l’aumentare il caos informativo invece che semplificarlo e ottimizzarlo» – spiega Francesco Colavita. «Jaggaer One aiuta a creare governance e a digitalizzare i flussi che coprono le aree strategiche e transazionali, senza aggiungere nodi ma rendendo più chiare le attività, anche ai ruoli non direttamente coinvolti». Il fine è sempre quello del migliorare la collaborazione, non solo all’interno dell’azienda ma anche nei confronti delle professionalità esterne.

Il valore delle PaaS application

Parlare di personalizzazione di un prodotto standard potrebbe sembrare una contraddizione. Non nella visione lungimirante di Jaggaer. «La piattaforma Jaggaer One segue una doppia strada. Da un lato assicura conformità legale e uniformità dell’architettura applicativa, dall’altra apre alle necessità di customizzazione degli utenti. Per fare ciò – continua Colavita – utilizziamo il concetto di PaaS Application, agganciando alla soluzione utilizzata moduli aggiuntivi in modalità quasi plug-in per rispondere a esigenze particolari e specifiche». Si tratta di un metodo di programmazione già conosciuto come “webhook”, gli “uncini” che in gergo informatico permettono di collegare moduli extra a quelli esistenti, quasi in ottica di microservizi, offrendo agli utenti un marketplace di applicazioni.

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Il ruolo dei partner

Per Jaggaer, il canale è una parte fondamentale nell’approccio al mercato. Proprio in riferimento alle PaaS Application, i partner si fanno facilitatori della visione di business che sulla carta può sembrare complessa ma che, in realtà, è molto più semplice di quanto si creda. «I partner hanno ben inteso il valore di Jaggaer One e di come la piattaforma abiliti la strategia Digital Mind» – afferma Colavita. «Vale la pena ricordare il lancio dell’iniziativa Jaggaer Evolve, finalizzata proprio al consolidamento del rapporto con i partner così da velocizzare ancora di più l’adozione dei nuovi modelli di eProcurement, che già oggi si pongono come volano per accrescere la “salute” di ogni impresa».