Bludigit è la naturale evoluzione del percorso di trasformazione digitale intrapreso da Italgas a partire dal 2017. Bludigit concentra tutti gli asset IT e le attività di innovazione del Gruppo, agendo da hub di innovazione e permettendo non solo di razionalizzare ulteriormente le attività interne in termini di efficienza e controllo dei costi, ma anche di sviluppare nuove sinergie all’esterno, secondo una logica di service provider a disposizione di altri operatori sia del settore energia sia delle infrastrutture.
«Trasformazione digitale, transizione energetica e sostenibilità sono il cuore della nostra strategia» – spiega Marco Barra Caracciolo, AD e presidente di Bludigit. «Dopo l’adozione del cloud pubblico, il percorso di digitalizzazione è proseguito con una profonda trasformazione nella gestione di asset, processi e persone. E anche con attività di M&A all’estero come l’operazione di acquisizione di Depa Infrastructure, che gestisce la rete locale e la distribuzione di gas naturale in Grecia. Un’evoluzione complessiva, che punta a imprimere un’ulteriore accelerazione al Gruppo, valorizzando le tecnologie proprietarie sviluppate dalla Digital Factory per rispondere alle sfide della transizione energetica – in cui il gas giocherà un ruolo fondamentale – ma anche della digitalizzazione delle reti di distribuzione e del modo di intendere l’intero sistema degli operatori gas».
LOGICHE NUOVE
«La sostenibilità è una parola chiave al centro di molti annunci. La corsa è iniziata. Bisogna giocare secondo le regole. Non saprei dire se questa attenzione sia solo strumentale o se invece sia dettata da una consapevolezza profonda. In un mondo di risorse limitate, occorre cambiare modello di sviluppo per assicurare valore anche per la crescita futura delle imprese. Un approccio sistematico alla sostenibilità richiede regole e un tipo di organizzazione molto più complessa. Dobbiamo renderci conto che la velocità della tecnologia sopravanza la capacità di adattamento di persone e aziende. Mantenendo il timone della digitalizzazione, non si tratta di rincorrere la tecnologia ma di capire come utilizzarla meglio» – spiega Barra Caracciolo. «La tecnologia è un grande strumento abilitante, ma da sola non cambia le aziende. Insieme alla governance e al cambio di mindset, rappresenta uno dei pilastri per lo sviluppo sostenibile. Bludigit ha un ruolo centrale per implementare l’approccio sostenibile al business nel settore energetico, valorizzando il ruolo delle reti gas come volano della transizione energetica».
Con un investimento complessivo di 7,9 miliardi di euro, il piano strategico di Italgas mira in particolare a dare impulso allo sviluppo di gas rinnovabili e idrogeno verde, e a favorire l’efficienza energetica. La strategia integra i parametri ESG, ponendo nuovi obiettivi in termini di riduzione delle emissioni, efficienza energetica, sviluppo di competenze e valorizzazione delle risorse, trasformazione digitale e innovazione per giocare un ruolo chiave nella transizione energetica e nell’upgrade delle infrastrutture. «Nello sport, l’Italia ha dimostrato che si può vincere tutto facendo squadra» – continua Barra Caracciolo. «In altri ambiti competitivi, abbiamo più difficoltà a fare sistema. Le sfide che ci attendono sono molto complesse. Il PNRR è una grande opportunità di revamping infrastrutturale e di riforme per il Paese».
Come un sistema a vasi comunicanti, trasformazione digitale e transizione energetica sono connesse e impongono scelte di sostenibilità che interrogano la politica e richiedono piani di messa a terra efficaci e governance a tutti i livelli. «Spesso ci concentriamo solo sull’ottimizzazione. I progetti devono migliorare il modo di essere e fare impresa e devono contribuire anche a migliorare il mondo in cui vivranno i nostri figli. Bisogna evitare di dividersi sui diversi modi di intendere e approcciare la sostenibilità, altrimenti rischiamo di ripetere gli stessi errori commessi durante la pandemia, aumentando la confusione e disperdendo energie positive e risorse. Bisogna avere un obiettivo comune di sviluppo in grado di mettere al centro il lavoro e la formazione, a partire dalla scuola, investendo per limitare anche gli effetti negativi della transizione sull’occupazione, per creare nuove competenze e inclusione sociale. Ogni trasformazione ha un costo che deve essere pianificato e affrontato, non scaricato sulle persone e le imprese. La sostenibilità significa futuro e riguarda tutti. La tecnologia è empowerment, ma questa potenza richiede responsabilità e capacità di governare il cambiamento».
«La tecnologia da sola non cambia le aziende. Riformare significa ricostituire. Trasformare non è semplicemente improvement dell’esistente. Occorre il coraggio di cambiare»
REGOLE CONDIVISE
Quando si parla di governance del cambiamento si parla di scelte strategiche e operative in grado di produrre risultati, rimuovendo o superando blocchi culturali, organizzativi, tecnologici o burocratici. «Le organizzazioni funzionano male se i modelli sono quelli del passato. Le strutture aziendali per generare cambiamento devono adattarsi anche alla velocità del cambiamento stesso in una logica di filiera con un approccio nuovo. Bludigit nasce per fare sistema con i settori adiacenti: un po’ business unit, un po’ laboratorio di trasferimento tecnologico per innovare la modalità di erogazione dei servizi».
L’infrastruttura di Italgas è tutta in cloud eppure molte aziende discutono ancora se il cloud sia o meno una scelta da fare. «Si dovrebbe discutere semmai della necessità di avere un operatore europeo e di che cosa significa la dipendenza di fatto da quattro multinazionali che valgono più del bilancio di uno Stato» – commenta Barra Caracciolo. «Se vuoi cambiare, il cloud è una scelta obbligata. Dobbiamo standardizzare l’utilizzo multicloud e fare la massima attenzione ai meccanismi contrattuali e di gestione che possono generare lock-in. Servono regole condivise contro logiche non nuove di colonizzazione del mercato, a difesa della trasparenza, della concorrenza e dei cittadini. L’Europa contribuirà ad alzare l’asticella anche nel resto del mondo. Anche sul fronte della sostenibilità, servono standard condivisi. È solo questione di tempo». Trasformare le imprese dall’interno, scomponendole in piccoli servizi che possono essere scalati senza l’onere dell’infrastruttura è un’idea che può cambiare completamente le aziende. «Esponendole però a diversi rischi» – avverte Barra Caracciolo. «Sicurezza, continuità operativa e difesa del vantaggio competitivo devono restare in testa alle priorità». Per far fronte a una trasformazione così rapida – prosegue Barra Caracciolo – «lo sforzo si deve concentrare sul change organizzativo, iniziando dal superamento della classica struttura demand e delivery, e seguendo i criteri dello sviluppo Agile anche nella PA, dove si stratificano da troppo tempo tecnologie diverse ma dove non si riscrivono i processi: occorre un cambio di significato in linea con gli obiettivi di sostenibilità». La tecnologia non è mai plug-and-play perché impatta le organizzazioni. «Riformare significa ricostituire. Trasformare non è semplicemente improvement dell’esistente. Occorre il coraggio di cambiare e di fare scelte di senso, non solo utili, mettendo in discussione zone di comfort nelle quali si incista la vera resistenza al cambiamento».