Basso impatto ambientale, alta efficienza e versatilità: è il nuovo paradigma della stampa nell’era del lavoro ibrido. Epson investe in soluzioni green, rafforzando la relazione con i partner per offrire le migliori tecnologie sostenibili
Nel diffuso concetto dell’hybrid work, che ruolo può assumere la stampante? Abituati al lavoro di ufficio, alla condivisione cartacea di documenti tra colleghi, nonostante l’ascesa del digitale, il passaggio al lavoro da casa ha, per forza di cose, cambiato molti degli approcci tradizionali alle attività quotidiane, comprese quelle di stampa. Se – come sembra – dovremo convivere ancora per un po’ con le conseguenze della pandemia, tra varianti più o meno diffuse, è chiaro che anche l’ufficio dovrà cambiare per forme e dimensioni, dovendo assicurare sul lungo periodo caratteristiche di adattabilità che si traducono in strumenti tali da consentire di svolgere le proprie mansioni da qualsiasi luogo, in qualunque momento. A dire il vero, i principali player del settore, da tempo, hanno lavorato per svecchiare il concetto stesso di stampa, dotando le macchine di nuove funzioni, in linea con i tempi, per quanto riguarda la connettività e l’integrazione di nuove possibilità di condivisione e collaborazione. Ed è una delle strade seguite da Epson, nel corso di un’evoluzione della sua strategia.
«L’accelerazione digitale avvenuta nel periodo pandemico ci ha portato a riformulare la nostra offerta di soluzioni nell’ambito della stampa professionale e dell’ufficio» – spiega Luca Motta, head of sales della BU Office Print di Epson Italia. «Abbiamo quindi composto un’offerta sfruttando l’intero portafoglio printing di Epson sia business che consumer così da soddisfare tutte le esigenze che l’emergenza pandemica ha generato. Di fatto, la necessità del lavoro da remoto ha creato i presupposti per introdurre nelle nuove postazioni dei sistemi di stampa più professionali e produttivi rispetto alle tipiche stampanti da casa, destinate all’utilizzo personale. Nello specifico, con la nostra famiglia WorkForce abbiamo risposto in modo egregio a queste nuove e improvvise esigenze. Sappiamo che la tecnologia Epson di stampa a freddo è stata già apprezzata per le caratteristiche eco-sostenibili e per i contenuti costi di gestione».
Dalla parte dei partner
Per Epson, il canale è il principale e unico modello di vendita verso l’utenza finale, quindi l’offerta tecnologica e le soluzioni messe a disposizione dei clienti deve essere veicolata in modo puntuale ed efficace dai partner certificati. «Durante questa crisi, l’agilità e la grande capacità di risposta messe in campo dai nostri rivenditori hanno fatto la differenza nel soddisfare pienamente l’incremento di domanda del mercato» – continua Motta. «La consolidata relazione con i partner di canale ha permesso di costituire una squadra vincente che continua a operare efficacemente in un contesto ancora molto complesso e critico. Questo è il grande vantaggio di collaborare con partner qualificati e con elevata preparazione professionale». A settembre, con il ritiro di HP dall’unico segmento della stampa aziendale che ha registrato una crescita negli ultimi anni, quello delle inkjet, Epson ha voluto ribadire il suo impegno verso il canale, affermando come la decisione della concorrenza rappresentasse un’opportunità per la propria crescita e per quella dei suoi partner. Nessun cambiamento radicale nel suo portafoglio tecnologico quindi e nessun abbandono imprevisto.
Collaborazione e sostenibilità
Tutti i sistemi di stampa Epson integrano la tecnologia proprietaria di stampa a freddo con tecnologia PrecisionCore e i sistemi di stampa per le aziende raggiungono una velocità davvero elevata, da 21 a 100 pagine al minuto. «Ma altri nuovi modelli arriveranno l’anno prossimo» – conferma Motta. «Questo per dare ai nostri clienti una soluzione per ogni tipo di esigenza e necessità. I continui investimenti vanno proprio nella direzione di garantire un alto livello qualitativo dell’offerta e una ampiezza di gamma adatta per tutte le esigenze sia per le stampanti di prossimità che per i sistemi di stampa di gruppi di lavoro a quelli dipartimentali». Quello della sostenibilità è un tema essenziale, che oggi interessa settori verticali e varie funzioni aziendali. Non a caso, a fine novembre, Epson ha riconfermato l’investimento da oltre 750 milioni di euro per l’innovazione tecnologica sostenibile. L’azienda si impegna sul fronte della ricerca e sviluppo, con investimenti futuri che saranno focalizzati sullo sviluppo di nuovi materiali e soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale. Per raggiungere questo obiettivo e per promuovere la competitività a livello mondiale, l’azienda sta strutturando l’ambiente di lavoro secondo un approccio “bottom-up”, caratterizzato da una maggiore apertura, per consentire ai dipendenti di identificare e condividere più rapidamente le nuove opportunità. I dipendenti riceveranno il sostegno necessario per condividere nuove idee e collaborare al loro sviluppo, mantenendo il focus sulla sostenibilità delle soluzioni. Non solo. Per garantire una cultura aperta, il processo di cambiamento includerà anche la consultazione dei dipendenti in merito all’ambiente di lavoro e ai comportamenti manageriali. Epson si è inoltre impegnata a non perseguire solo la crescita dei ricavi, ma a favorire anche un profitto equo e a promuovere una società sostenibile tramite partnership e collaborazioni aperte, basate sulle tecnologie proprietarie, sui prodotti e sui servizi dell’azienda. La società giapponese potrà inoltre contare su Epson X, un fondo di venture capital nato nel 2020 con un investimento iniziale di quasi 38 milioni di euro.
Attenzione per l’ambiente
Le stampanti Epson sono dotate di serbatoi e sacche di inchiostro a elevata capacità per ridurre gli scarti e i materiali di consumo in modo significativo. Inoltre – come ci spiega Luca Motta – con i modelli della famiglia EcoTank, Epson ha eliminato addirittura le cartucce: «Gli inchiostri sono contenuti in capienti serbatoi che assicurano un’autonomia fino a 14mila pagine e possono essere facilmente ricaricati quando l’inchiostro finisce. Questo non solo ci ha permesso di cambiare il paradigma della stampa, che avveniva in passato esclusivamente tramite le cartucce di capacità limitata, ma a livello globale ha consentito di rimuovere dall’ambiente fino a 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica prodotti dai materiali di consumo». Per fare un esempio, oggi il consumo energetico di sei WorkForce Enterprise da 100 pagine per minuto (ammiraglia di Epson in termini di prestazioni) equivale a quello di un solo asciugacapelli. «Se consideriamo che siamo solo all’inizio del processo di digitalizzazione dei flussi documentali, la stampa ha ancora lunga vita» – afferma Luca Motta. «Oggi, il documento cartaceo è presente in molti dei flussi di lavoro delle aziende e degli uffici sia nel pubblico che nel privato. Quello che stiamo notando è che si stampa con nuovi fini e modalità, quindi anche le nuove soluzioni si devono adeguare a nuove tendenze, compreso l’aumento delle funzioni di scansione del dispositivo multifunzione, necessarie per la digitalizzazione dei documenti. «La stessa scansione con l’acquisizione di documenti, testi, foto, tessere, non riguardano più solo il lavoro in ufficio, come in passato. Si tratta di esigenze che, con l’avvento dello smart working, pervadono luoghi meno tradizionali. Insomma, un mondo della stampa che sta attraversando il momento di più grande trasformazione della sua storia».