Manager a ritmo di musica. Storie di successo e leadership naturale

Dai Beatles a Bruce Springsteen, la creatività è un processo autogenerativo che nasce da lontano. Ma la meta non è mai un percorso in linea retta per nessuno. Quando “zoppicare” significa avere la grande forza di ripartire ogni volta con un’idea diversa per cercare la strada del successo

Dopo il successo dell’anteprima svoltasi a fine giugno, ha preso il via il ciclo di incontri, con cadenza bimestrale, firmato da Beppe Carrella e Fabio Degli Esposti, con la collaborazione di Data Manager. Il ciclo, che si svolge a porte chiuse in diretta streaming dal Linate Center, è l’occasione per offrire a relatori e partecipanti un momento di confronto fuori dagli schemi, in cui si intrecciano vita vissuta ed esperienza manageriale. Beppe Carrella, partner e fondatore di BCLab e Fabio Degli Esposti, direttore ICT di SEA Milan Airports vantano un sodalizio letterario da cui è scaturita l’idea di affrontare la tematica della leadership declinata in musica. Un’idea potente, da cui sono nati il libro “The Boss. Leadership a tempo di musica”, firmato da Degli Esposti, e quello gemello, “Beatles. Leadership a tempo di musica”, firmato da Carrella. Nasce da questa iniziativa congiunta l’argomento del primo appuntamento del ciclo, dedicato proprio alla leadership a ritmo di musica in un melting pot dai Beatles a Bruce Springsteen. L’evento, che ha visto la partecipazione di Anna Lisa D’Aniello, founder & CEO di HUB 4 MIND, ha avuto luogo il 29 settembre ed è stato moderato da Stefano Brandinali, Group CIO e CDO di Prysmian. Sponsor della serata Altea Federation.

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LEADER NATURALI

Cosa può insegnare, a un manager e non solo, un musicista del calibro di Bruce Springsteen? Qual è, ancora oggi, la forza della sua arte? Il Boss, partito da Freehold, una cittadina della provincia americana, senza nessun grande nome di famiglia alle spalle e senza alcun appoggio influente, è diventato comunque un’icona musicale globale. Quindi – come ci spiega Degli Esposti – rappresenta un modello esemplare di leadership. Springsteen ancora oggi riempie gli stadi e lo fa con la stessa Band da quasi 50 anni. È un mito che non conosce tramonto. Passando ai Beatles, come possono davvero aiutare a costruire un business di successo? In effetti, non c’è business più duro di quello dello spettacolo. E se a ogni album, i Beatles venivano dati per spacciati, poi finivano sempre col far impazzire critica e fan. Successi ottenuti ricercando senza sosta l’innovazione, con sacrificio, e mettendo al centro il pubblico. Negli anni Sessanta, i quattro ragazzi di Liverpool avevano scatenato un fenomeno senza precedenti, la “Beatlesmania”, che ha contribuito allo sviluppo di alcuni settori del marketing e della comunicazione di massa come il merchandising, il branding e il “fandom”. Ma – come sottolinea Carrella – hanno anche saputo quando uscire di scena. Lungimiranza e determinazione rendono i Beatles inimitabili e, soprattutto, guide ideali per i leader. Ancora oggi, i loro testi ci fanno cantare, la loro musica ballare. E la loro voglia di far di più, e meglio, è una fonte innegabile di ispirazione manageriale.

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Ma cosa significa essere “leader naturali”, proprio come Springsteen e i Beatles ci hanno insegnato? Il leader naturale è una figura che nasce in modo spontaneo. È un talento innato di alcuni, ma può anche essere coltivato come dimostra il percorso dell’evento creato da Degli Esposti e Carrella che è stato declinato in dieci capitoli che sono anche un viaggio alla scoperta delle qualità che deve avere un vero leader: 1) come essere diversi fin da subito; 2) la notte è un tempo lungo; 3) qual è la fonte di ispirazione; 4) imparare a zoppicare; 5) creare un sacco di roba buona; 6) We can work it out; 7) soldi; 8) restare, andare via, reinventare; 8) le cose sono più grandi di quanto possiamo sospettare; 9) cerca sempre di essere grato. Creare un team di successo è l’obiettivo di ogni azienda che vuole “essere diversa”. Ma è davvero possibile riuscirci? La risposta non può che essere affermativa. Un team vincente però non si improvvisa da un giorno all’altro. Non è sufficiente avere persone con skill eccellenti: creare una squadra vincente è un processo che “non ha tempo”. È la lezione messa in pratica da Bruce Springsteen da un lato e da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr dall’altro. Proprio come nella creazione di un album.

DIVERSI DA SUBITO

«La leadership può essere declinata in musica. Lo dimostrano le storie umane e professionali di Bruce Springsteen e dei Beatles» – spiega Fabio Degli Esposti, nel dare il benvenuto ai partecipanti all’incontro. Tocca a Stefano Brandinali, grande appassionato di musica, il compito di presentare il primo tema della serata: «Essere diversi fin da subito, proprio come lo sono stati Bruce e la band di Liverpool fin dal debutto». La globalizzazione – spiega Beppe Carrella – è nata con l’uscita dell’album “Please Please Me” dei Beatles, il 5 ottobre 1962: «Quattro persone si fondono, per la prima volta, in un’armonia incredibile. Nel tempo, i Beatles sarebbero diventati il modello di business di Steve Jobs che li definì l’espressione più alta di managerialità, perché il totale che hanno saputo esprimere è maggiore della somma dei singoli componenti». Il mito dei Beatles è durato 8 anni e 11 mesi, un lasso di tempo in cui hanno cambiato il mondo. Ben diversa la storia di Bruce Springsteen, che non ha mai voluto bruciare le tappe. Tuttavia – sottolinea Degli Esposti – «il connubio tra Springsteen e E-Street Band rappresenta un modello collaudato di creazione di un team, un grande esempio di managerialità». Thom Yorke dei Radiohead sostiene che scrivere canzoni significa guardare il mondo da tutte le prospettive possibili. Non solo. Quando scrivi una canzone nessuno ti sta guardando. «Questo concetto di essere leader quando sei lontano dai riflettori – aggiunge Brandinali – questa capacità di essere manager quando non sei visto è un elemento che spiazza le aspettative ma fa la differenza sul lungo periodo. Un concetto che avvicina Yorke ai Beatles e a Springsteen». Anche Elvis Presley inventò il rock per creare qualcosa di diverso, non per distruggere il jazz. Gli stili di pensiero sono quindi le abitudini inconsapevoli del nostro pensare che tutti noi abbiamo. Come spiega Anna Lisa D’Aniello. «Non ci sono stili di pensiero migliori di altri ma stili che si adattano meglio a determinate situazioni e che si possono modificare nel corso della vita. Ci sono persone che lavorano meglio da sole, come Springsteen, ma c’è anche il gruppo, come nel caso dei Beatles, e la squadra, dove ognuno ha un ruolo ben preciso».

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LA NOTTE È UN TEMPO LUNGO

Nell’orizzonte di una vita una notte è pochissimo, ma può essere anche un tempo lunghissimo. Springsteen e i Beatles, pur così diversi, si sono presi del tempo per raggiungere i propri obiettivi. «Il tempo è fondamentale. Bisogna sempre investire ed evitare le scorciatoie» – dice Carrella. Un concetto che può essere applicato in molte aziende. «Per il successo di un progetto, bisogna essere in grado di conoscere il tempo soggettivo dei propri collaboratori. Bisogna avere ben chiara la differenza tra breve e lungo termine» – aggiunge D’Aniello. Ma qual è la fonte di ispirazione? «Per Franco Battiato, il musicista è una specie di antenna che è in grado di captare frequenze ed è in grado di renderle udibili al resto dell’umanità» – spiega Brandinali. Ma quanto pesano esperienza e conoscenza rispetto alla creatività e all’innovazione pura? «Di certo, è importante avere uno sponsor, qualcuno che crede in quello che si fa. Per i collaboratori è un fattore fondamentale, perché infonde sicurezza, soprattutto per i collaboratori con referenze esterne» – sottolinea D’Aniello.

IMPARARE A ZOPPICARE

Lo zoppicamento sta alla base di molte storie di successo. Per Carrella, zoppicare è sostanziale, se non zoppichi non arrivi da nessuna parte. «La meta non è mai una strada diritta. La musica è come il business e ha molta improvvisazione. Zoppicare significa avere la grande forza di ripartire ogni volta con un’idea diversa per cercare la soluzione». Secondo D’Aniello, attraverso gli stili di pensiero riconosciamo la struttura di una persona. «Ognuno di noi ha una libreria che è uguale per tutti, ma all’interno, ognuno mette i propri libri e decide di spostarli come vuole». A volte però, per ottenere successo, bisogna prendere decisioni difficili. L’imperativo deve quindi essere “crea un sacco di roba buona”, come fecero i Beatles e come ancora oggi fa Springsteen. Ma – come spiega Carrella – bisogna essere in grado di abbandonare i collaboratori che non ti aiuteranno a raggiungere il tuo obiettivo. «Imparare a scartare serve ai manager» – sottolinea Degli Esposti. «Il creare continuamente è un processo autogenerativo che nasce da lontano. Non tutti però pensano di avere la capacità di creare tante cose. Bisogna sapere utilizzare i componenti che abbiamo, anche se non ci piacciono dal punto di vista della perfezione, per creare una nuova texture che non c’era prima». Il bravo manager è colui che sa mettere insieme tutti i componenti di un team e che non ha il tempo per avercela con nessuno. Come dice il titolo di una famosa canzone dei  Beatles: “We can work it out”, uno slogan calzante, quando si parla di leadership.

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COME VALUTARE IL SUCCESSO?

Carrella racconta un’intervista in cui Paul McCartney aveva dichiarato: «Saremmo stupidi se dicessimo che fare i soldi non è una costante aspirazione. Lo è sempre per chiunque. Perché i magnati del business sono magnati del business? Non perché sono affascinati dalla bellezza di un grande business, ma perché fanno un mucchio di soldi». Come si può valutare il successo? I Beatles lo valutavano dai “soldi”. Ma il successo non deve essere una trappola. «Non sentirsi eterni è fondamentale. I Beatles lo compresero fin da subito. Le aziende invece spesso fanno fatica» – commenta Carrella. Per Degli Esposti, è importante trovare nella musica dei modelli da seguire, anche se può sembrare strano. «Una volta Springsteen ha dichiarato di aver imparato di più in tre minuti di canzoni che nel suo percorso di studio dalle elementari e medie. È un artista che si è messo in luce senza filtri. A volte, infatti, le cose sono più grandi di quanto possiamo sospettare. Come diceva Battiato, l’ispirazione risiede nelle cause che generano effetti che ispirano altre cause». Un manager non si deve mai risparmiare, ma deve essere sempre grato, mettendo davvero la persona al centro.

Foto di Gabriele Sandrini


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