Fare squadra per fare le scelte giuste. Dal WeChangeIT Forum 2021, conto alla rovescia verso la Transat Jacques Vabre. Giancarlo Pedote alla guida del Team Prysmian
Abbiamo davanti un mare di opportunità, i rischi sono tanti. Abbiamo gli strumenti e anche le capacità.
Le imprese e il Paese sono a un bivio. Spetta a ciascuno di noi decidere: fare squadra per fare le scelte giuste e tracciare la rotta per un nuovo modello di crescita. Preparazione, conoscenza e responsabilità sono l’unico modo per governare il cambiamento, imprevisti compresi. Serve un nuovo modello di leadership oltre la retorica della vittoria, dei venditori di cambiamento, dell’uomo solo al comando, dei campioni digitali, delle frasi fatte che accarezzano le orecchie di chi ascolta ma che si dissolvono a contatto con la complessità.
«Siamo sulla stessa barca. Si vince e si perde insieme. Non è importante arrivare primi, l’importante è raggiungere il traguardo, senza lasciare indietro nessuno». Con questa chiave di lettura, il navigatore oceanico Giancarlo Pedote è intervenuto insieme a Stefano Brandinali, Group CIO di Prysmian Group al WeChangeIT Forum 2021 per parlare di leadership e cambiamento, nel pieno delle grandi manovre per la preparazione della Transat Jacques Vabre che ripercorre la storica “Rotta del caffè, una delle più importanti regate oceaniche in programma in questo 2021.
Il 28 gennaio 2021 alle 13:02, Giancarlo Pedote taglia il traguardo della nona edizione del Vendée Globe, miglior piazzamento italiano all’ottavo posto, diventando uno dei pochi skipper ad aver completato un giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza. Il 7 novembre, insieme al Team Prysmian Ocean Racing, Pedote si prepara allo start da Le Havre della transatlantica in doppio, in coppia con Martin Le Pape, rinnovando il binomio con Prysmian Group. L’arrivo sarà a Fort de France in Martinica.
Per affrontare la sfida dell’imprevedibile occorre preparazione, innovazione disciplina. «La preparazione è un processo continuo che si realizza attraverso un metodo. Il team è il fulcro del progetto» – spiega Giancarlo Pedote. «Per raggiungere l’obiettivo occorrono strumenti adatti, determinazione e responsabilità. Ma anche capacità di dare senso a ciò che si fa, perché la conoscenza è la base di ogni azione responsabile».
La tecnologia semplifica molte cose – ma ci mette subito davanti alla nostra capacità di reagire davanti agli imprevisti. «Le nostre imbarcazioni sono un laboratorio molto complesso di tecnologia, bisogna essere preparati su tutto e avere una squadra pronta a sostenerci».
L’orizzonte che abbiamo davanti è pieno di opportunità ma anche di incognite. «Ogni risposta è parziale. Ci sono momenti in cui contano più le domande che le risposte. Un progetto passa dalle buone domande e dal vedere incognite dove altri vedono certezze. Questo genera un allenamento continuo all’imprevedibile e mantiene la squadra all’erta. In ogni progetto, esiste sempre un “recovery mode”. E c’è sempre un piano B, un piano C e anche un piano D».
In mare si sceglie in continuazione. Si sceglie la rotta da seguire e quale vento cercare. Si sceglie di resistere e di reagire. «In mare come in azienda, si imparano cose nuove. Il corso degli eventi quasi sempre si svolge in modo differente da come lo avevamo immaginato. Ma tutto quello che hai imparato si trasforma in capacità di risposta, in prontezza, in capacità di analisi, di resilienza e di determinazione nel portare a termine la propria missione».
Tra onde, vento, nuvole c’è una meccanica misteriosa. «L’anticipazione e la prevenzione sono la chiave del successo» – afferma Pedote. «Un’imbarcazione è un insieme di sistemi molto complessi. Bisogna essere sempre un passo avanti. A guidare le azioni ci sono i dati, gli strumenti, le persone di cui ti circondi, ma anche l’istinto personale. Il supporto della squadra è fondamentale. Le scelte giuste passano sempre attraverso l’esperienza. Essere conservatori o innovatori dipende dalla quantità di rischio che siamo disposti a prendere e dalla posta in gioco».