Aubay progetta la crescita in Italia

Aubay progetta la crescita in Italia

L’azienda che si rivolge a clienti di grandi dimensioni supporta le imprese nella trasformazione digitale, puntando su intelligenza artificiale, cloud e capitale umano

Supportare le aziende nella trasformazione digitale, non solo a parole, ma concretamente. Questa è la mission di Aubay, digital service company italo-francese dal respiro internazionale. «Aubay nasce in Francia nel 1998, contemporaneamente alla nascita, in Italia, di Applied Resource and Technology (ART), startup che, alle origini, era composta da 13 persone» – racconta Paolo Riccardi, presidente e amministratore delegato di Aubay Italia. «Nel 2000, ART è entrata nel Gruppo Aubay e da quasi 22 anni lavoriamo fianco a fianco». Quotata alla Borsa francese, Aubay è presente anche in Spagna, Portogallo, Regno Unito, Belgio e Lussemburgo.

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CLOUD E CYBERSECURITY

«A livello europeo, siamo una struttura di circa 7.500 professionisti, 2.200 dei quali attivi in Italia» – prosegue Riccardi. «La nostra presenza sul territorio della Penisola è capillare, con gli head quarter di Milano e Roma, accanto alle sedi di Torino, Bologna, Siena, Padova, Napoli e Reggio Calabria».
L’azienda ha clienti di grandi dimensioni. «Abbiamo competenze banking e assurance molto forti, ma, da tempo, abbiamo approcciato il mercato delle Telecomunicazioni, delle Utilities, dell’Energy» – spiega l’amministratore delegato di Aubay. «Nel contesto italiano, siamo attivi nei principali settori merceologici».
Intelligenza artificiale e cloud computing sono tra le aree su cui l’azienda lavora nell’accompagnare le imprese nel processo di trasformazione digitale. «Nei prossimi 5 anni, la diffusione del cloud, in Italia, potrebbe generare, complessivamente, ricavi aggiuntivi di circa 20 miliardi» – commenta Riccardi.
«Ci occupiamo da tempo di cloud ma anche di sicurezza, un elemento fondamentale per la sostenibilità a lungo termine delle economie digitali. Il World Economic Forum, infatti, dichiara che gli attacchi in ambito cybersecurity costituiscono uno tra i 10 elementi più pericolosi per il Pianeta, accanto a cambiamento climatico e disastri naturali. Tra gli elementi caratterizzanti di Aubay ci sono anche forti competenze consolidate di Internet of Things e machine learning, temi abilitanti per lo sviluppo di una reale economia digitale, un percorso di trasformazione che per diverse imprese italiane è iniziato abbastanza di recente».

EVOLUZIONE SU DUE ASSI

Per Aubay, continuare a crescere è uno degli obiettivi da perseguire sia in Italia sia in Europa. Obiettivo dell’azienda è arrivare, anche grazie alle acquisizioni, a un fatturato globale di 800 milioni di euro e a un fatturato italiano di 200 milioni di euro dai 120 milioni attuali. «Evolviamo su due assi» – spiega l’AD Paolo Riccardi. «Crescita organica del 10% circa anno su anno e crescita straordinaria. Periodicamente acquisiamo un’azienda nelle country di riferimento per consolidare la nostra presenza. Siamo quindi sempre attivi su questo fronte in modo particolare in Italia, in Francia e in Spagna. Siamo una realtà solida, a finanza attiva, che non ha la necessità di ricorrere a forme di finanziamento e possiamo di conseguenza guardare con tranquillità ad operazioni di M&A.
Aubay è attenta alla formazione del capitale umano sulle nuove competenze digitali. «Stiamo lavorando per risolvere il problema dello skill shortage nelle imprese clienti» – dichiara Riccardi. «La questione deve essere affrontata a livello più ampio, coinvolgendo sindacati e associazioni industriali. L’Italia è ultima, a livello europeo per digital skills. Solo il 42% dei lavoratori ha competenze digitali, rispetto alla media europea del 58%. Per questo, come Aubay, collaboriamo non solo con Confindustria e i sindacati, ma anche con università e scuole superiori con l’obiettivo di costruire una mappa delle nuove competenze per cogliere a pieno le opportunità legate alla trasformazione digitale e favorire quindi la ripresa».

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