I guardiani della continuità digitale dal cloud all’edge. Vertiv coniuga hardware, software e servizi per assicurare la continuità e l’ottimizzazione operativa alle infrastrutture critiche per data center e ambienti commerciali e industriali. Con i suoi innovativi sistemi di protezione dell’alimentazione elettrica e condizionamento, Vertiv assicura eccezionali livelli di performance alle fabbriche dei bit
Dietro la virtualità tutta software defined del cloud computing – il fattore abilitante di una economia sempre più digitale e multicanale – si nasconde una infrastruttura fisica complessa. Una maglia di nodi computazionali, i data center, il cui buon funzionamento non dipende solo dalla potenza e dalla capacità di processori, sistemi di memoria e dispositivi di commutazione dati. L’infrastruttura del cloud è fatta anche di costante e corretta alimentazione elettrica, e di impianti di condizionamento e raffreddamento in grado di disperdere in modo efficace il calore generato dai componenti. Persino dal punto di vista dell’ingegnere civile – non solo dell’informatico – quello dei data center è un settore sempre più famelico di edifici e impianti modulari e sicuri. Sistemi in grado di resistere agli eventi distruttivi di varia natura ma anche di accorciare i tempi di progettazione e realizzazione a fronte di una richiesta in continuo aumento. Vertiv mette al servizio degli aspetti ambientali e impiantistici del data center quasi mezzo secolo di esperienza e il ventaglio di soluzioni e servizi forse più vasto e completo a livello globale. Quattro principali linee di prodotto – alimentazione critica, gestione termica, servizi e soluzioni integrate – per un solo grande obiettivo: la continuità. Per l’azienda che ha recentemente adottato l’eloquente definizione di “architects of continuity”, la costante disponibilità delle risorse di calcolo erogate dai data center è il presupposto fondamentale del business digitale. Il più piccolo margine di rischio di sospensione dell’alimentazione elettrica deve poter essere compensato istantaneamente con l’attivazione di una sorgente temporanea alternativa, così come ogni rialzo termico potenzialmente dannoso per i normali livelli di efficienza delle CPU deve poter essere gestito in maniera tempestiva ed efficiente.
BUSINESS CONTINUITY
La società persegue questi scopi attraverso soluzioni di gestione termica e sistemi di continuità UPS in corrente continua o alternata, nonché rack e PDU, affiancando ai medesimi una serie di servizi gestiti che vanno dalla simulazione e lo studio del corretto dimensionamento di un impianto, alla sua messa in esercizio, fino al monitoraggio remoto della sua operatività, finalizzato a garantire parametri di funzionamento sempre ottimali. La business continuity non è infatti il solo mantra della strategia Vertiv: il secondo grande obiettivo è la sostenibilità ambientale in un momento in cui il peso energetico delle fabbriche di bit può avere un impatto drammatico sul futuro del Pianeta.
Il brand Vertiv, quotato al NYSE nel febbraio del 2020 col simbolo VRT, è stato lanciato ufficialmente solo nel 2016 – quando il fondo Platinum Equity acquista da Emerson il ramo d’azienda Emerson Network Power – ma le radici di questa impresa risalgono in realtà al secondo dopoguerra, con la fondazione di Liebert Corporation nel 1965, rilevata da Emerson nel 1987. Una serie di successive acquisizioni ha portato l’attuale Vertiv ad avere una presenza in 130 nazioni, per un totale di circa 21mila dipendenti e un fatturato complessivo di 4,4 miliardi di dollari. Oltre alle due sedi commerciali di Roma e Milano, la società ha una presenza molto significativa in Italia, soprattutto nell’ambito dell’organizzazione regionale EMEA, il cui quartier generale sito a Piove di Sacco in provincia di Padova vanta un Customer Experience Center per le soluzioni di Thermal Management con R&D e diversi laboratori per test avanzati. Mentre in provincia di Bologna, a Castel Guelfo – storica sede italiana dell’acquisita Chloride Silectron – oltre all’importante centro di formazione aziendale The Academy, opera il Customer Experience Center per le soluzioni AC Power che include anche in questo caso R&D e aree di verifica per testare le prestazioni dei sistemi.
LE CAPITALI DEL CALCOLO
Una organizzazione complessa, al tempo stesso centralizzata per quel che concerne le strategie e gli orientamenti complessivi, e ricca di autonomia sul piano macroregionale. Una molteplicità di fronti e poteri decisionali pensata per rispondere a un’evoluzione che per il mercato degli operatori di grandi data center è anche geografica. Se in passato i costruttori di data center tendevano a privilegiare le nazioni su latitudini settentrionali per ragioni climatiche, oltre che di infrastruttura complessiva, oggi i data center europei migrano anche verso sud. «L’acronimo FLAP, che esaltava la centralità di Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi come capitali del calcolo, può diventare per esempio FLAMP, a sottolineare il ruolo assunto in questi anni anche da città quali Milano e Madrid nella corsa a queste infrastrutture». L’osservazione è di Stefano Mozzato, dal 2017 country manager di Vertiv per l’Italia. Mozzato è un manager di lungo corso, partito da ruoli tecnici, anche all’interno della struttura di ricerca e sviluppo della allora Emerson Network Power, e arrivato a ricoprire incarichi dirigenziali a livello europeo. Nella sua attuale posizione, Mozzato ha impresso un deciso cambiamento di rotta all’attività commerciale in Italia, che continua a crescere e a rispondere in modo molto positivo alle nuove richieste del mercato. Il team Vertiv in Italia conta circa 600 persone in funzioni commerciali, tecniche, produttive e gestionali con responsabilità di respiro italiano, europeo o globale.
In Italia, risiedono figure manageriali che hanno responsabilità a livello internazionale – a partire dal presidente EMEA Giordano Albertazzi – o riportano ad aree funzionali trasversali, in una matrice concepita per assicurare prossimità ai clienti e fornire un costante presidio dell’evoluzione tecnologica. Con la sua esperienza, Mozzato ha una visuale molto precisa della storia e soprattutto del futuro del data center in Italia. «Fino al 2015, pochi sapevano che cosa fosse un grande data center» – spiega il country manager di Vertiv. È una conoscenza acquisita solo in seguito, con l’arrivo di importanti flussi di interesse dall’estero. In passato, era una materia all’altezza di poche grandi banche e dell’operatore telefonico nazionale». La sfida, in questo nuovo contesto, consiste nel saper dialogare con clienti che parlano il linguaggio del business, ascoltano i consulenti, si riferiscono ai benchmark che arrivano dalle nazioni più avanzate. «Cultura e competenza sono diventati il nostro maggior investimento in Italia, perché se non riusciamo a portare vero valore al cliente non c’è brochure in carta patinata che basti a dimostrare la nostra bravura». I due centri di competenza in Italia diventano un mediatore fondamentale di una conoscenza che – sottolinea Mozzato – Vertiv coltiva cercando sempre di attirare i talenti migliori, per esempio sponsorizzando programmi di ricerca all’Università di Padova, collaborando anche con altri atenei o organizzando ogni anno la Summer School per giovani talenti e per i figli dei propri dipendenti.
«Per chi costruisce o gestisce un data center, Vertiv non è un fornitore qualsiasi, ma un partner» – sottolinea Mozzato. «E come partner deve assicurare un servizio. I clienti che arrivano da esperienze internazionali chiedono efficienza energetica, continuità, resilienza e collaborazione diretta nello studio della soluzione migliore».
DAL CLOUD ALL’EDGE
Questo livello di partnership è possibile anche grazie ai Customer Experience Center in cui il cliente può simulare le condizioni di temperatura e umidità interne ed esterne al data center, analizzando il comportamento dei sistemi di alimentazione e condizionamento anche nelle situazioni più estreme. L’espansione del cloud e del business digitale obbliga Vertiv a sviluppare competenze di tipo applicativo, per essere in grado di supportare i data center su una gamma di carichi di lavoro sempre più diversificati. «La trasformazione digitale che ha alla base tecnologie come il 5G e l’IoT è solo agli inizi, ma questi sono solo strumenti, non il driver principale, che resta la capacità e pervasività di calcolo. Il contesto ci guida e ci obbliga a rispondere a novità come i data center periferici, il cosiddetto edge, indispensabili per elaborare i dati prodotti su scala locale senza subire rallentamenti dovuti alla latenza delle reti». In Italia, oltre alla crescente presenza di operatori e cloud provider nazionali e internazionali, Mozzato individua in settori come il finance, la produzione farmaceutica, gli ospedali e naturalmente tutto l’ambito manifatturiero 4.0, le aree con le maggiori prospettive per un player come Vertiv e le sue soluzioni d’avanguardia per tutto quello che riguarda l’efficienza termica, la continuità elettrica, la performance e scalabilità dei data center.
Giovanni Zanei è senior director global offering & EMEA business leader AC Power e globalmente la sua visuale abbraccia l’intero portafoglio di soluzioni di protezione elettrica, in particolare per i data center. «I trend attuali – afferma Zanei – dicono che la rete elettrica continua ad essere ben poco affidabile quindi i gruppi di continuità lo devono essere estremamente di più. Su una base di circa tremila UPS che Vertiv monitora in Italia, ogni anno si verificano in media 117 eventi critici per un server, che entra in crisi anche dopo meno di venti millisecondi di sospensione, e 24 episodi di assenza di alimentazione». La risoluzione di questi episodi di criticità – come sottolinea Zanei – è ancora il driver principale della domanda di UPS, mentre si assiste a una crescita di attenzione su aspetti quali efficienza e sostenibilità. «I grandi player del settore vogliono sfruttare al meglio l’infrastruttura, e se anni fa si vedevano UPS dimensionati sul 30% del carico potenziale, oggi ci avviciniamo a livelli del 100%. Fisicamente, gli apparati devono essere sempre più compatti e flessibili per adattarsi in spazi ridotti e strutture prefabbricate installabili in tempi molto rapidi».
GENERATORI DI ENERGIA
La ricerca e sviluppo di Vertiv lavora per questo, ma in prospettiva, anche tutto l’aspetto della “carbon neutrality” trascina l’innovazione di una società che nel 2020 ha investito oltre il 5% del fatturato in nuove tecnologie. «Da un lato – precisa Zanei – si lavora sui sistemi di stoccaggio e gestione dell’energia, dalle batterie al litio di nuova generazione ai meccanismi che permettono un uso più efficiente dei generatori con UPS di ultima generazione. Dall’altro lato, si lavora sulle fuel cell, che una volta avviata la filiera dell’idrogeno verde, tra qualche anno, daranno un sostanziale contributo agli obiettivi di neutralità energetica di big come Google, Amazon e Microsoft, che promettono data center a impatto zero entro il 2030. In particolare nei paesi del Nord Europa assistiamo a un fenomeno nuovo» – spiega Zanei. «I gruppi UPS sono in grado di sostenere la rete elettrica, infatti sono in grado ora di supportare i data center a disconnettersi dalla rete elettrica o addirittura di immettere nella rete elettrica l’energia inutilizzata delle batterie». Per questo i ricercatori Vertiv stanno sviluppando sistemi di controllo di nuova generazione, dotati dell’intelligenza necessaria per gestire una molteplicità di fonti energetiche e funzioni di alimentazione.
«Con Equinix e Snam, per esempio, stiamo lavorando in Italia a un progetto pilota basato sulle celle a combustibile» – rivela Zanei. Non meno importante per la produttività del data center è l’aspetto del raffreddamento e anche in questo caso l’Italia ha un ruolo primario sia per la funzione di Roberto Felisi, responsabile dell’offerta globale per le soluzioni di Thermal Management e business leader per la regione EMEA, sia per l’importante polo produttivo e di R&D a Piove di Sacco. «Il settore dei data center subisce un forte consolidamento e coinvolge molte importanti città europee. Se le dimensioni e la densità dei singoli centri crescono, diminuiscono i tempi di realizzazione: strutture che richiedevano anni di progettazione, oggi sorgono in meno di dodici mesi» – afferma Felisi. La tecnologia di Thermal Management risponde con impianti sempre più efficienti e integrati nel corpo delle strutture. «Si parla ormai di interi sistemi coordinati e ottimizzati e di soluzioni che tendono a integrarsi con l’edificio talvolta come vere e proprie pareti fredde. L’obiettivo è adeguarsi a un carico termico molto dinamico, attraverso una regolazione continua della capacità frigorifera con l’utilizzo di compressori a velocità variabile che aumentano l’efficienza, riducendo al contempo i consumi di elettricità e utilizzando nuovi fluidi refrigeranti ecocompatibili».
I FREDDI NUMERI
Si deve partire dal presupposto per cui non esiste una tecnologia unica, valida per tutte le applicazioni. Le soluzioni vanno da quelle più tradizionali, che sfruttano acqua fredda per dissipare il calore, all’espansione diretta, fino ai recenti sistemi detti “outdoor package”, o monoblocco da esterno. «Questo approccio, utilizzato per ridurre l’impatto all’interno del data center e facilitare la manutenzione, può utilizzare diverse tecnologie, basate per esempio sull’effetto adiabatico evaporativo, con scambio termico tra l’aria all’interno ed all’esterno del data center, sull’effetto ad espansione diretta del refrigerante e sul cosiddetto free-cooling». La scelta dipende dalle condizioni ambientali e persino dalle normative locali.
Anche in questo caso, per essere al fianco del cliente, Vertiv mette a disposizione le capacità dei suoi laboratori di innovazione e validazione, dove è possibile verificare – dati alla mano – gli effetti di tutte le tipologie di impianto sulla base di condizioni climatiche “reali”, dalle temperature più torride a quelle più fredde e umide. Nel frattempo, la ricerca di Vertiv continua a perseguire obiettivi di efficienza sempre maggiori, per mantenere la propria leadership nel settore e anticipare le richieste per prodotti sempre più sostenibili. «Ottimizzazione significa assicurare un buon match rispetto al carico termico, gestire i carichi di punta aiutando a contenere i costi legati ai consumi elettrici complessivi. Un condizionatore opportunamente selezionato permette di realizzare risparmi significativi» – conclude Felisi.
PROGETTO E PIENA OPERATIVITÀ
Uno dei maggiori punti di forza di Vertiv sul mercato è proprio la capacità di seguire il cliente nell’intero ciclo di vita di tutte le soluzioni tecnologiche proposte: dall’inizio della fase progettuale fino all’installazione, la messa in esercizio e l’operatività, supportando le macchine con servizi di carattere manutentivo e di ottimizzazione. La strategia di servizio di Vertiv è raccontata da Flora Cavinato, una manager italiana che – come si evince dal job title – director global service product portfolio – ha una responsabilità su scala globale. «Accanto a strutture di product management attive a livello regionale, la nostra divisione servizi abbraccia tutte le tre macroregioni geografiche. Lo sviluppo del portafoglio service raccoglie il meglio di quanto viene ideato a livello globale» – spiega Cavinato. «Non può che essere così per un prodotto per il quale il servizio è sempre più essenziale, differenziante e richiesto. L’ampiezza del nostro portafoglio è forse l’aspetto che caratterizza di più Vertiv. Seguiamo il cliente fin dalla pianificazione e realizzazione dei suoi progetti e nella fase di operatività, oltre alla manutenzione in senso classico, con tecnici diretti o abilitati da Vertiv, fornendo servizi di ottimizzazione legati al funzionamento e all’evoluzione costante degli apparati». Dopo la gestione del progetto di installazione, il testing e la messa in servizio – i contratti di manutenzione prevedono piani di sostituzione di batterie, materiali consumabili e di usura; squadre di ripristino in caso di emergenza; e, in chiave di ottimizzazione, interventi di installazione di nuove funzionalità e tecnologie, o di modifica di parametri in base all’analisi delle condizioni operative. «Un trend ormai consolidato è la digitalizzazione e la remotizzazione dei servizi erogati» – continua Cavinato. «La pandemia, in questo senso, ha convinto anche i clienti più scettici. Il pilastro della domanda di servizi è l’uptime, la continuità del funzionamento dei sistemi. Ma sostenibilità e riduzione della complessità assumono un’importanza crescente, non solo per necessità normative. In Europa, per esempio, tutti i fornitori hanno sottoscritto il Climate Neutral Data Centre Pact, con obiettivi di efficienza e riduzione delle scorie che riguardano i data center esistenti e futuri». Cultura del servizio e cultura del prodotto sono due elementi ormai definitivamente integrati: il fornitore vincente deve dimostrare di essere un partner capace di seguire il cliente in ogni momento, anche in remoto. «Non possiamo limitarci a garantire che le nostre macchine funzionino. Dobbiamo assicurare che attraverso la loro operatività il nostro cliente sia in grado di mantenere le promesse fatte ai propri clienti» – sottolinea Cavinato.
SETTORI CONTIGUI
Digitalizzazione e IoT offrono l’opportunità di farlo anche attraverso una soluzione innovativa come Vertiv LIFE Services, servizio basato sul costante monitoraggio a distanza delle condizioni dei sistemi di alimentazione elettrica e condizionamento. «I nostri operatori sono in grado di capire in real-time o addirittura di anticipare gli eventi, convertendo dati grezzi in informazioni e queste ultime in decisioni operative» – spiega Flora Cavinato, rafforzando il concetto di “empowerment” che Vertiv infonde attraverso le sue tecnologie. Empowerment che in misura crescente Vertiv vuole estendere ben oltre i confini del data center, portando le sue tecnologie di continuità in ambiti applicativi diversi, verso tipologie di clientela alternative ai tradizionali abbinamenti tra il data center e mercati dei servizi bancari o delle telecomunicazioni.
La forza innovativa dell’azienda viene incanalata attraverso funzioni organizzative, costituite in seguito alla nomina di un nuovo chief technology officer lo scorso febbraio. Per ricoprire questo nuovo ruolo che detiene la responsabilità di coordinare l’innovazione e i suoi aspetti applicativi, Vertiv ha scelto Stephen Liang, ingegnere meccanico entrato in Emerson nel 1994 che dal 2009 ha ricoperto il ruolo di presidente della regione Asia Pacific, prima per Emerson Network Power e poi per Vertiv. A livello EMEA, Andrea Ferro, VP EMEA technology application and market development, riveste un ruolo di intermediazione tra attività commerciali e linee di prodotto. Una trasversalità finalizzata ad applicare le nuove tecnologie sviluppate da Vertiv negli ambiti di business più opportuni. «Proprio dal punto di vista delle nuove tecnologie – precisa Ferro – Vertiv sta vivendo un grande cambiamento culturale e attraverso queste funzioni vuole raggiungere maggiore indipendenza e capacità decisionale alla velocità di una startup».
Alcune di queste innovazioni – come per esempio la possibilità di utilizzare i gruppi UPS per riconvertire l’energia immagazzinata e rialimentare le reti elettriche – le abbiamo viste. Ferro offre un excursus di altre novità interessanti che vanno dal raffreddamento per immersione in fluidi non conduttori, sperimentato per applicazioni come il supercalcolo e il gaming, alle opportunità determinate dalla rampa di crescita delle reti 5G, che necessitano di nuovi tipi di alimentazione in corrente continua. «Sul territorio EMEA, apriamo continuamente nuovi fronti di dialogo per condividere le nostre esperienze e identificare mercati adiacenti a quelli più consolidati, dove con poche modifiche è possibile generare nuovo business con i nostri prodotti» – spiega Ferro, riferendosi per esempio alle opportunità nell’ambito della digitalizzazione del comparto manifatturiero, dell’healthcare e nel mercato dell’energia, che può facilitare l’introduzione delle fonti rinnovabili attraverso soluzioni di storage energetico.
Questa nuova struttura organizzativa di tecnologie applicative sfrutta, riorchestrandole, le risorse locali di engineering dapprima distribuite negli uffici di vendita e nelle line of business per condividere le esperienze applicative, aumentare il livello di competenza e sviluppare un’offerta di nuove soluzioni integrate definite sulle esigenze dei clienti. «La parte di technology application entra in campo nella definizione e nella progettazione e lavora a fianco della forza vendita già presente sui territori» – conclude Ferro, sottolineando l’enorme potenziale rappresentato da soluzioni complete che vengono configurate per diversi ambiti applicativi: soluzioni integrate all’interno di singolo rack in ambito retail; soluzioni più complesse con alti gradi di personalizzazione utilizzabili in ambiti come trasporti e manifatturiero; soluzioni complete sia convenzionali che modulari prefabbricate in ambito edge computing.
FORMAZIONE AL SERVIZIO DELL’INNOVAZIONE
La vitalità espressa da Andrea Ferro, in termini di innovazione e nuove formulazioni di offerta, è uno dei frutti della strategia di Vertiv in materia di formazione e promozione dei suoi talenti. Per Roberta Gentile, assunta nel 2006 da Chloride Italia e oggi director learning for the global business units di Vertiv, la politica della formazione interna è stata un percorso in costante espansione. «Operiamo come una startup che deve curare in modo rapido e uniforme le competenze commerciali e tecniche di ventimila persone nel mondo». Roberta Gentile, che nella sua carriera è stata anche responsabile di una business school, è uno dei decisori di un sistema globale che utilizza i corsi delle “academy” interne per la formazione tecnica sui prodotti e la loro evoluzione, ma anche per la disseminazione e comprensione della strategia dell’azienda così come per il benessere, lavorativo ed extra-lavorativo, dei suoi collaboratori. Gentile ha contribuito anche all’implementazione della politica sull’uso dello smart working nei mesi di lockdown e dei nuovi contratti che regoleranno il lavoro remoto anche al termine della pandemia. «In Vertiv, abbiamo capito che uno dei modi di conciliare innovazione e formazione è dare valore alla diversità, dando spazio a idee, nazionalità e culture, sperimentando cose che magari funzioneranno tra dieci o vent’anni. Tutto questo ci rende più aperti alle possibilità del futuro» – osserva Roberta Gentile, condensando in una frase la filosofia di un’azienda che con le sue tecnologie mira a garantire un percorso di efficienza, continuità e crescita all’infrastruttura digitale di tutto il mondo.
Foto di Gabriele Sandrini