L’aggregatore per la banca digitale

L’aggregatore per la banca digitale

Con il suo ruolo di intermediazione, Cedacri mette a disposizione degli operatori del mercato un mondo di tecnologie e di servizi

Molti dei temi sollevati nella discussione dedicata alla trasformazione digitale degli operatori del settore finanziario – come riconosce Fabio Arimburgo, product manager Finanza e Normativa di Cedacri – confermano la validità della strategia che Cedacri ha adottato negli ultimi anni con netto anticipo sull’emergenza sanitaria che ha di fatto accelerato molti progetti di outsourcing. «Siamo di fatto un grande aggregatore» – spiega Arimburgo. «Un player di sistema che interpreta al meglio il modello di selezione e sviluppo delle tecnologie, facendole diventare servizi da proporre alle istituzioni finanziarie». In questo senso, Cedacri agisce da intermediatore tra operatori bancari, fintech e persino soggetti non bancari che sempre più spesso entrano in una logica di progettualità “open”.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Focalizzarsi su clienti e business

«L’open banking – continua Arimburgo – è un fenomeno emergente che vede lo sviluppo di applicazioni verticali e piattaforme che integrano nuove funzionalità, come l’instant lending o soluzioni di investimento molto mirate». Cedacri ha aperto il proprio ecosistema a nuovi attori che faticano a esporre singolarmente la loro proposizione: «Noi disintermediamo e offriamo questi servizi integrandoli nella piattaforma di core banking». Nel mercato attuale, molti istituti di piccole e medie dimensioni preferiscono evitare la gestione in house dell’IT a fronte di costi e complessità crescenti, in un contesto super-regolato. Grazie al ruolo di Cedacri, una quota importante del mercato finance può focalizzarsi sui clienti e sul business, senza rinunciare a servizi avanzati basati su tecnologie di frontiera.

«Tante conferme – prosegue Arimburgo – arrivano dal fronte dei progetti strategici che hanno al centro la disponibilità di dati di natura storica e comportamentale, e dalla cui analisi possono derivare servizi ancora più efficaci e soluzioni innovative». La valorizzazione del dato è un argomento centrale: «Perché – spiega Arimburgo – dati estrapolati male e non contestualizzati possono portare a conclusioni errate. Dalla nostra storia di integrazione nasce un patrimonio di dati che in Cedacri siamo in grado di normalizzare e studiare».

Nuove filiere di prodotto e servizi

Le informazioni alimentano a loro volta casi d’uso innovativi, realizzati in collaborazione con il cliente. Cedacri è in grado di combinare il know-how necessario per gestire ambiziosi progetti Big Data con tecnologie di intelligenza artificiale che rendono i dati ancora più fruibili e densi di significato, sviluppando in particolare interfacce basate sul linguaggio naturale per l’accesso ai data lake. «Siamo solo all’inizio di un mondo di applicazioni» – commenta Arimburgo. In un altro settore emergente, come quello dei servizi di natura non finanziaria rivolti ai clienti di banche e assicurazioni, emerge ancora una volta il potere di “massa critica” di Cedacri. «Per esempio, con l’instant health – spiega Arimburgo – costruiamo nuove filiere di prodotto, mettendo in comunicazione istituti finanziari, i loro clienti e le aziende che possono erogare servizi di healthcare, semplificando al massimo la sottoscrizione». La digitalizzazione delle relazioni rende possibile anche in un momento così limitante per tutte le attività “in presenza” la continuità dell’offerta, facendo leva su strumenti di remotizzazione che rafforzano la fiducia e la praticità dell’interazione.

Leggi anche:  L’integrazione dei pagamenti e l’interoperabilità con ERP e CRM