La robotica nel Programma Nazionale per la Ricerca

Azione, senso, calcolo e autonomia. Non chiamate robot una lavastoviglie

Trasferimento tecnologico e internazionalizzazione. Il PNR fissa le priorità e sottolinea l’importanza della robotica e dell’AI applicate alle città, alla sanità, alla sostenibilità e alla digitalizzazione della PA

Nel 2020, il MIUR aveva indetto una consultazione su un documento di lavoro per la definizione del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2021-2027: in questo, sono state indicate le linee guida su cui sarà impostata la ricerca nazionale per i prossimi 7 anni. Le consultazioni non sono state limitate al mondo accademico e della ricerca, infatti hanno coinvolto diversi stakeholder: le autorità nazionali, regionali e locali, le imprese, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali, le fondazioni, le organizzazioni della società civile e senza finalità di lucro e anche i singoli cittadini stessi hanno potuto parteciparvi.

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Il PNR risultante ha individuato i diversi ambiti di ricerca e innovazione su cui puntare, descrivendo inoltre le criticità della ricerca in Italia. Tra le priorità: il trasferimento di conoscenza tra il mondo della ricerca e quello produttivo, e una maggiore internazionalizzazione della ricerca italiana. Il PNR italiano si allinea con il Programma Horizon Europe, che mira alla creazione di un Green Deal europeo che assicuri all’Europa un’impronta ambientale neutra entro il 2050.

Fra le tecnologie su cui puntare, il Piano sottolinea l’importanza della robotica e dell’intelligenza artificiale applicate, soprattutto all’innovazione delle città, alla sanità, alla sostenibilità e alla digitalizzazione avanzata dell’amministrazione. In particolare, saranno privilegiate:

  • la robotica in ambienti ostili e non strutturati, cioè robot che permettano all’operatore di lavorare a distanza. Questi robot potranno essere applicati in ogni ambiente, tra cui sanità di emergenza;
  • la robotica per l’industria 4.0. Fabbriche sempre più smart potranno impiegare robot collaborativi in grado di operare in sicurezza al fianco degli operatori umani. L’integrazione con la prototipazione rapida e la stampa 3D potranno innovare l’artigianato, aggiungendo “intelligenza” ai prodotti di design sofisticati tipici delle PMI italiane;
  • la robotica per l’ispezione e la manutenzione di infrastrutture industriali e civili, per il monitoraggio di reti elettriche, acquedotti, dighe, viadotti, gallerie, metropolitane, reti ferroviarie ma anche beni culturali ed edifici storici;
  • la robotica per il settore agroalimentare, un settore che contribuisce all’11% del PIL, per favorirne l’innovazione e lo sviluppo sostenibile;
  • la robotica per la salute, per migliorare gli screening, espandere la robotica chirurgica, la robotica per la riabilitazione, la telepresenza.
  • la robotica per la mobilità e i veicoli autonomi, finalizzata a cambiare il modello del trasporto individuale basato non più sulla proprietà di veicoli a combustione interna ma sull’impiego di sistemi di trasporto pubblico personalizzato mediante veicoli a guida autonoma.
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Tra le azioni principali, il piano per la robotica prevede: 1) la creazione di un Istituto Nazionale di Robotica e Macchine Intelligenti, con una o più sedi locali sul modello dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; 2) la creazione di un Dottorato nazionale in robotica, caratterizzato da un’impronta interdisciplinare e internazionale e un forte collegamento con Industria 4.0; 3) la definizione di un Programma Quadro Strategico sulla Robotica per la Società, che rafforzi la collaborazione tra tutti gli attori e “crei un ecosistema virtuoso per accelerare la transizione verso una società sempre più produttiva, sostenibile, responsabile, sicura, resiliente, equa e inclusiva, grazie alla promozione e alla diffusione delle tecnologie”.


Gianmarco Veruggio scienziato robotico – www.veruggio.it