Come responsabile tecnico di Rextart, su quali temi e strategie oggi vi trovate più impegnati per quanto riguarda la parte tecnologica?
Quello che affrontiamo oggi è frutto di una storia pluriennale, durante la quale sono stati toccati argomenti, metodologie e tecnologie che ci hanno permesso di maturare esperienze su fronti innovativi a volte molto sfidanti e di emergere come azienda facendo crescere le nostre risorse su contesti di livello nelle maggiori realtà italiane, prevalentemente in ambito Telco e Energy. In queste occasioni la presenza di società più grandi e più strutturate di noi era massiccia, ma non abbiamo mai accusato un senso di inferiorità organizzativa e tecnologica. Al contrario, abbiamo sempre dato il nostro contribuito fornendo un servizio che i clienti hanno apprezzato, dandoci la possibilità di aiutarli a migliorare alcuni aspetti funzionali ed operativi, ottenendo in cambio attività continuative negli anni che ci hanno permesso di crescere, di sperimentare e in qualche modo di migliorare. Personalmente, collaborando con le strutture di Delivery, HR e ovviamente con le risorse tecniche dell’azienda, posso affermare che il nostro approccio smart da un lato ci permette di approcciare il mercato accettando sempre nuove sfide, recependo le innovazioni tecnologiche per garantire un servizio sempre all’altezza delle aspettative, dall’altro rende anche più attrattivo e “divertente” il nostro lavoro.
Quindi per voi il concetto di “obiettivo” assume un’importanza rilevante nell’ambito dei processi produttivi?
Assolutamente sì, in un certo senso noi ci “nutriamo” di obiettivi. L’intento non è solo garantire la buona riuscita di un progetto e la soddisfazione del cliente, risultato primario e ovviamente scontato, ma anche di rendere il tutto più dinamico e attrattivo, sia per i collaboratori già operativi che per coloro che vorranno intraprendere un percorso con noi. Una delle peculiarità del nostro modus operandi è proprio coinvolgere le risorse a 360° sulle soluzioni proposte, non soltanto su un singolo modulo; questo comporta necessariamente la ricerca di skill trasversali e continua formazione delle risorse interne sulle più avanzate tecnologie, tramite corsi ad hoc e training on the job. Anche la possibilità di lavorare in contesti eterogenei, dal Finance all’Automotive, passando per Energy e Telco, ci permette di acquisire conoscenze che possiamo portare a fattor comune presso il nostro Lab interno, per far nascere poi soluzioni Cloud Native. In ultimo, una particolare attenzione a DevOps, che sta diventando per quanto ci riguarda uno standard.
Ci sembra di capire che innovazione e scouting tecnologico siano parte integrante del quotidiano?
Direi proprio di sì. Esistono tecnologie e metodologie standard da cui non si può prescindere, ma la componente innovativa, fatta di librerie e framework open-source, di stack architetturali, di nuove metodologie di sviluppo è il nostro pane quotidiano. Siamo ormai proiettati decisamente verso lo sviluppo in ottica Microservizi, con un approccio che punta alla qualità e alla sicurezza delle soluzioni. Vogliamo quindi che le nostre risorse più giovani crescano rapidamente su questi temi, ma allo stesso tempo consolidino le proprie conoscenze attraverso esperienze sul campo della giusta durata. Nessuna fretta su queste iniziative, serve tempo. La testimonianza della validità di questo modello, se non già dal nostro personale interno, è data dalle numerose risorse che dopo l’esperienza in Rextart hanno trovato una loro collocazione di rilievo nel settore informatico.
È ragionevole domandarsi se c’è attenzione affinché quanto fatto corrisponda alle attese…
Assolutamente sì. Per noi è essenziale alla fine di ogni attività tirare le somme di quello che è stato fatto e di come è stato fatto, sia per quanto concerne la conduzione e la gestione del singolo progetto e delle risorse associate, sia per la parte più tecnologica. Queste verifiche hanno varie finalità: dalla stima del potenziale riuso, per quanto riguarda il software, all’analisi dei possibili miglioramenti, per quanto riguarda gli aspetti gestionali e operativi. Il prodotto del nostro lavoro ha una vita media estremamente variabile: a distanza di poco tempo, quanto fatto può essere già obsoleto, quindi per offrire il miglior servizio e renderlo fruibile per un lasso di tempo accettabile deve necessariamente essere analizzato ogni dettaglio, altrimenti si rischia di non essere al passo con i tempi sia nei confronti del mercato che dei collaboratori, il nostro asset principale. Guardando indietro, cose interessanti ne abbiamo fatte parecchie; le scommesse del passato ci hanno portato a condividere con i nostri interlocutori successi e insuccessi, traendo sempre insegnamento. In generale, comunque, molte scelte sono state vincenti e ci hanno garantito una continuità e una crescita importanti, anche se personalmente, forse per mentalità, sono fermamente convinto che il progetto più importante sia quello su cui ancora non abbiamo lavorato…
In conclusione, qual è l’aspetto di Rextart che si sentirebbe di segnalare a un giovane o a un professionista che volesse unirsi a voi?
Devo necessariamente fare un riferimento alla pandemia, che ha lasciato un segno indelebile, nonostante ci siamo comunque adoperati per andare avanti, con tutte le difficoltà. La tecnologia, nelle forme di cui ho parlato in precedenza, ci ha permesso di utilizzare con continuità modalità di lavoro che prima avevamo solo sperimentato. Ora però è il momento di fare una sintesi, mediando tra le certezze del lavoro in presenza (l’idea che nasce davanti alla macchinetta del caffè) e le innumerevoli opportunità dello smart working (una per tutte, il lavoro per obiettivi). Per il resto, continueremo con l’entusiasmo che ci contraddistingue a realizzare progetti sfidanti, mettendo sempre al primo posto nelle nostre aspettative l’ambizione di poter creare qualcosa di nuovo e interessante. Come Responsabile Tecnico di Rextart, questo è il mio personale impegno: poter offrire a chiunque decida di venire da noi la possibilità di crescere professionalmente, potendo contare su una “palestra” all’interno della quale condividere la stessa passione per la tecnologia e una spiccata “curiosità creativa” che la supporti.