Soddisfare le esigenze del general counsel, fondendo le necessità dell’avvocato con quelle del top manager, è l’obiettivo che la divisione Legal & Regulatory di Wolters Kluwer Italia punta a realizzare grazie alla piattaforma Suite Next. Secondo l’annuale ricerca Future Ready Lawyer, Big Data e analytics sono le tecnologie che genereranno il maggior impatto, ma solo il 25% dei professionisti intervistati saprebbe come sfruttarle
Il cambiamento digitale può aiutare i dipartimenti legali delle imprese a ottenere benefici tangibili su tre livelli: aumento dell’incisività della funzione legale; maggiore governance e controllo dei rischi di non conformità; crescita del ruolo dei professionisti coinvolti. Di questo è convinta Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia, la divisione di Wolters Kluwer che sviluppa e commercializza soluzioni editoriali, software e servizi per il settore legale, fiscale, del lavoro e compliance con soluzioni indirizzate a liberi professionisti, aziende e Pubblica Amministrazione. Proprio per aiutare i responsabili delle divisioni legali a concretizzare percorsi di digital transformation, Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia ha lanciato nel 2021 Suite Next, la piattaforma per il legal department che supporta il business delle aziende.
«Il general counsel, ovvero il legale d’azienda, riveste un ruolo di grande importanza nelle imprese ed è chiamato a incidere sulla strategia e sui processi decisionali» – spiega Domenico Digregorio, managing director Legal & Compliance software di Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia. «Chi è responsabile di un ufficio legale all’interno di una società pensa come un avvocato, ma agisce come un manager, con il compito gravoso di gestire il rischio e di perseguire gli obiettivi di business dell’azienda. In questo scenario, la tecnologia è un asset fondamentale a supporto del delicato compito del general counsel. Gli ambiti di applicazione sono numerosi, variano molto a seconda del settore di appartenenza e spaziano dal fondo rischi e governo del budget di legal outsourcing al supporto di contract drafting e rispetto delle policy interne, all’elaborazione dei dati per il board a supporto delle strategie aziendali». In un contesto in continuo divenire – prosegue Digregorio – la tecnologia in quanto tale è fine a sé stessa se separata dai bisogni. «In Wolters Kluwer Italia, già da qualche anno, abbiamo introdotto metodologie di lavoro per avvicinarci sempre più al cliente e intercettare per tempo le sue esigenze. Analizzando i bisogni dei diversi utenti all’interno della popolazione aziendale, e in primo luogo del general counsel, stiamo investendo con particolare focalizzazione sulle tecnologie di Big Data per intercettare i fenomeni e indirizzare le soluzioni, partendo dal patrimonio informativo, sull’intelligenza artificiale, in particolare, applicata al riconoscimento del linguaggio dei contratti, degli atti introduttivi e delle sentenze, su cloud computing e cyber security assicurando ai clienti i livelli più avanzati di sicurezza informatica e conseguendo le più importanti certificazioni a livello internazionale».
Rispondere a bisogni cruciali
Suite Next – secondo Digregorio – è una soluzione estremamente evoluta. Alle innovazioni su cui Wolters Kluwer Italia sta lavorando da tempo, si aggiunge la focalizzazione sui bisogni cruciali dei moderni general counsel fondendo il ruolo di avvocato a quello di top manager. «Suite Next – dice Digregorio – gestisce end-to-end le esigenze di un ufficio legale sia in ambito giudiziale sia stragiudiziale offrendo anche specifici moduli per meglio rispondere alle diverse aspettative funzionali e di capacità di investimento di aziende di qualsiasi dimensione».
Ogni esigenza trova un set funzionale dedicato: gestione dei pareri e fascicoli, incarichi e workflow approvativi, albo e vendor rating dei legali esterni, budget cap e performance review, fondo rischi con i principi contabili IAS, business intelligence tramite l’elaborazione di dashboard per il monitoraggio dei fenomeni, document assembly per la redazione di contratti strutturati, ciclo passivo e integrazione con i sistemi legacy dell’azienda, interfaccia multilingua e multi currency, integrazione con le banche dati e con i contenuti editoriali di Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia, integrazione con Microsoft 365 e strumenti di collaborazione. «Il tutto – prosegue il managing director – costruito in un contesto tecnologico innovativo con un’interfaccia user friendly, intuitiva e che punta ad assicurare la migliore esperienza di utilizzo su qualsiasi device PC/Mac/Tablet, con un presidio minuzioso dei requisiti di cybersecurity e privacy».
Future Ready Lawyer 2020
Per meglio comprendere le esigenze del settore legale ed essere in grado di rendere disponibili soluzioni adatte a quest’area, Wolters Kluwer Legal & Regulatory ha realizzato, anche nel 2020, la ricerca Future Ready Lawyer, che ha coinvolto 700 professionisti legali attivi in 10 nazioni, in Europa o negli Stati Uniti all’interno di grandi studi legali, corporate legal department e società di consulenza. «La ricerca, che è realizzata ogni anno per fotografare il rapporto tra il settore legale e l’utilizzo delle nuove tecnologie nel proprio business sia per gestione interna sia in rapporto ai clienti, ha confermato la forte trasformazione digitale in atto nelle professioni legali» – commenta Digregorio. «I dati 2020, anche se sono stati raccolti a inizio anno, rispecchiano uno scenario che è stato confermato con l’emergenza sanitaria, che ha ulteriormente accelerato il processo di digitalizzazione. Probabilmente, la stessa indagine eseguita oggi evidenzierebbe risultati ancor più rilevanti».
In base alla ricerca, Big Data e analytics avranno sempre più impatto nel settore. Il 76% dei professionisti coinvolti ha evidenziato che la crescente importanza della tecnologia è il trend che sta guidando il cambiamento in area legale, ma solo il 28% dichiara di essere molto preparato a questo mutamento. Tra i dati più interessanti – secondo Digregorio – è da segnalare che il 60% degli studi legali e il 51% dei corporate legal department prevedono un significativo incremento degli investimenti in tecnologia entro tre anni. Il 62% dei technology leader, che rientrano tra quanti hanno maggiormente cavalcato l’evoluzione tecnologica, ha registrato un beneficio di redditività e di produttività grazie agli investimenti in innovazione. Inoltre, il 67% degli intervistati ritiene che Big Data e analisi predittiva sono le tecnologie che genereranno il maggior impatto nei prossimi tre anni. Solo il 25% degli intervistati, però, le conosce bene e saprebbe come sfruttarle. E questo dato conferma il divario di conoscenza e preparazione rispetto all’adozione di tecnologie di digital transformation. «Senza dubbio la pandemia ha influito e accelerato il processo di digitalizzazione» – aggiunge Digregorio. «Dopo lo shock iniziale, per tutto il mondo del lavoro è arrivata la fase della consapevolezza, una fase in cui anche i professionisti legali hanno saputo cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia. Basti pensare alle udienze online, all’impulso derivante dalle evoluzioni del processo telematico, alla diffusione delle firme digitali remote e alle assemblee a distanza, oltre all’incremento vertiginoso dell’uso delle piattaforme di videoconferenza.
Più in generale, la diffusione dello smart working anche nelle professioni tradizionali ha fortemente accelerato il bisogno di soluzioni cloud. Il cloud computing sta crescendo a doppia cifra a livello globale. Questo fenomeno ha però acuito il rischio di sicurezza informatica. Infatti, complice l’emergenza sanitaria globale, nel corso del 2020 gli attacchi informatici sono cresciuti a tripla cifra. Anche la Polizia Postale Italiana ha lanciato l’allarme: sono a quota +579% le denunce rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ne consegue che non tutti i cloud sono uguali ed è cruciale dotarsi di sistemi avanzati che possano rendere disponibili al cliente certificazioni e attestazioni di sicurezza».