Nella tavola rotonda organizzata da OVHcloud e Atos si è discusso della missione europea e delle ultime novità nello scenario dei dati
Nelle scorse settimane il Consiglio di Amministrazione di Gaia-X ha annunciato due importanti novità che riguardano la composizione dell’Associazione Europea Dati e Cloud: l’ingresso ufficiale di ben 212 nuove aziende ed enti di ricerca e la creazione di un’etichetta di conformità per aiutare gli utenti a identificare i servizi che rispettano le specifiche del progetto.
Il marchio Gaia-X sarà assegnato alle soluzioni che soddisferanno precisi criteri, da definire adesso per consentire alle varie applicazioni di essere operative da dicembre. Il vantaggio di affidarsi a piattaforme certificate risiederà nella certezza di poter contare su versatilità, resilienza e sicurezza del dato, oltre che trasparenza, alcuni dei criteri richiesti da Gaia-X.
Nel merito di ciò, e per delineare il ruolo che avrà l’Italia nell’ambito delle politiche europee sulla sovranità digitale, l’Ambasciata di Francia in Italia, in collaborazione con due membri fondatori di Gaia-X, OVHcloud e Atos, ha organizzato una tavola rotonda con i principali attori nazionali parte del progetto.
Sono state affrontate le tematiche della sicurezza, trasparenza e la protezione dei dati, attraverso un sistema di regolamentazioni chiare in termini di interoperabilità e sovranità digitale, assieme a Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia; Stefano Firpo, Capo di Gabinetto, Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale; Luigi Gubitosi, Vice Presidente di Confindustria con Delega al Digitale; Michel Paulin, CEO OVHcloud; Giuseppe Di Franco, Executive Vice President Atos, CEO Atos Italia; Francesco Bonfiglio, CEO Gaia-X.
L’obiettivo di Gaia-X è progettare la prossima generazione di un’infrastruttura dei dati europea federata, senza volersi porre come un Cloud Service Provider né una Cloud Management Platform. «Il cloud avrà un ruolo sempre più importante nella nostra vita» ha spiegato Christian Masset. «Abbiamo un opportunità unica di sviluppare un ecosistema del cloud rispettoso dei valori bandiera dell’Unione Europea. Francia e Italia sono pionieri perché le competenze e la volontà ci sono».
Michel Paulin, CEO di OVHcloud, ha parlato dell’importanza di un ecosistema continentale della nuvola. “La tecnologia è un indotto economico senza precedenti, che vale oltre 500 mila posti di lavoro. Gioca un ruolo fondamentale in uno scenario internazionale che vede Stati Uniti e Cina dominare il mercato. OVHcloud, come socio fondatore di Gaia-X, vuole contribuire alla federazione con tutto il suo know-how. Il GDPR ha cambiato le carte in tavola, tutelando meglio i dati degli europei ma è stato solo un punto di inizio. L’Europa ha le competenze per alzare il suo livello ed evitare di perdere troppo terreno nei confronti della concorrenza».
Secondo Firpo invece, a fine giugno vi sarà il lancio del Polo Strategico Nazionale, inserito pienamente dell’ambito del progetto Gaia-X. «Vogliamo coinvolgere migliaia di pubbliche amministrazioni, offrendo soluzioni di diverse capacità a seconda della sensibilità dei dati. Il Polo Strategico Nazionale userà strutture di cloud ibrido e pubblici quando non trattano dati particolarmente sensibili. Le imprese si stanno muovendo in logica di collaborazione per costruire offerte solide e sicure che possono essere usate con fiducia. Se è importante che l’infrastruttura sia di fiducia, l’iniziativa Gaia X è importante come percorso su cui costruire standard chiari e negoziare condizioni maggior forza e vantaggio».
«Mantenere la sovranità del dato è fondamentale per garantire l’interoperabilità e una condivisione efficace» ha sottolineato Giuseppe Di Franco di Atos. «Atos è impegnata nel formare una generazione di professionisti in grado di fare evolvere la trasformazione digitale. Con il progetto Gaia-X, abbiamo l’opportunità di dotarci di logiche che sfruttando il cloud e le regole comuni possono consentire un fruttuoso dialogo tra PA e mondo dell’economia».
Il CEO di Gaia-X, Francesco Bonfiglio, ha invece puntato sull’importanza di “sentire” propri i dati che si condividono. Ossia, è fondamentale che ogni cittadino abbia la coscienza e la conoscenza di come vengono creati e gestite le informazioni che lo riguardano. “Il vero passaggio è da un cloud in cui affidiamo i nostri dati ad altri, verso un cloud in cui noi controlliamo i nostri dati. Tuttavia, la vera svolta arriverà quando ci sarà una domanda di servizi Gaia-X”.
“Siamo arrivati, nel merito del progetto europeo, a 37 partecipanti in poche settimane. Oggi, l’Italia è il terzo Paese dopo Francia e Germania”. Sono le parole del CEO di Tim, Luigi Gubitosi, che ha però parlato come Vice Presidente di Confindustria. “C’è stata una forte rispondenza in Confindustria, l’interoperabilità e la fissazione dello standard sono elementi estremamente importanti”. Gubitosi ha ricordato il lancio dell’hub italiano, che sarà inaugurato in settimana, centro nevralgico anche per le PMI del paese, perché può loro dare modo di lanciarsi in un cloud aperto e certificato.