Sembra che il mercato sia totalmente dipendente dal mining e questo mette una pressione maggiore sui produttori
La battaglia per il silicio tra il settore dei videogiochi e quello delle criptovalute si è aperta martedì, quando il produttore di chip Nvidia è intervenuto per affermare l’intenzione di impedire che le sue schede grafiche più popolari vengano utilizzate per il mining di Ethereum e simili. La mossa è pensata per alleviare una grave carenza di hardware consumer, con un aumento spropositato della pressione sui produttori. Nvidia si è dunque mossa per limitare deliberatamente la capacità delle sue schede quando si ritrovano ad eseguire i calcoli necessari per convalidare le transazioni sulla rete Ethereum.
Le nuove unità di elaborazione di Nvidia, le cosiddette GPU, sono state progettate per gestire le esigenze di rendering di immagini e video in tempo reale, una sfida difficile per la grande quantità di dati che devono essere elaborati simultaneamente. Da allora la stessa tecnologia è stata adattata per diventare laboratorio dell’intelligenza artificiale, una delle attività di elaborazione a più alta intensità di dati, così come il crypto mining.
Mercato senza freni
Nonostante abbia portato ad un aumento della crescita e dei profitti, la domanda di criptovaluta ha creato un problema per Nvidia perché molti dei videogiocatori, che costituivano la sua base di clienti principali, non sono stati in grado di acquistare le schede grafiche più recenti. I guadagni di Nvidia sono anche diventati sempre più legati alle enormi oscillazioni nei mercati delle criptovalute, provocando un boom e una flessione quando il prezzo è sceso dal picco del 2018. Limitare l’uso delle schede grafiche potrebbe anche aiutare a spingere un maggior numero di appassionati di criptovaluta ad acquistare una nuova famiglia di chip che Nvidia ha lanciato all’inizio di quest’anno, nota come Cryptocurrency Mining Processors.