La “nuova” azienda lancia il primo smartphone con a bordo i servizi Google, aggirando il ban USA
All’inizio di quest’anno, Huawei ha venduto la controllata Honor, per far fronte alle perdite economiche dovute alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Di proprietà di un consorzio di oltre 30 membri, Honor si è assicurata partnership di fornitura da aziende come Qualcomm, Micron, Samsung e altre, che non hanno dovuto sottostare agli ordini del Dipartimento del Commercio americano, visto che, per ora, la “nuova” Honor non è nella black list del governo. Ora che non è limitata dalle sanzioni imposte a Huawei nel 2019, i prodotti Honor possono nuovamente includere i servizi Google.
Al debutto c’è quindi Honor 50, primo esemplare di questa sorta di rinascita per il brand. Considerando che Huawei non possiede più Honor, non saremmo sorpresi nel vedere l’azienda allontanarsi dalla ROM basata su EMUI, resa famosa proprio dal colosso di Shenzen, ma sembra che non sarà così, almeno per ora.
Come è fatto
Il presidente del dipartimento della linea di prodotti di Honor ha confermato che la nuova serie Honor 50 presenterà il SoC Snapdragon 778G annunciato di recente , ma non è chiaro quali modelli lo includeranno. Honor non ha ancora confermato quali device saranno inclusi nella gamma della serie Honor 50 né la sua data di rilascio. Le affermazioni iniziali indicavano un annuncio a maggio, ma rapporti successivi affermano che tutto è slittato almeno a giugno.
Il ritorno dei servizi mobili di Google sui telefoni Honor farà bene ad un’azienda che, da anni, si rivolgeva prettamente al segmento dei più giovani, che trovavano in terminali veloci e potenti dei perfetti alleati per le loro sessioni di gioco. La dipartita di Google, e dunque del Play Store, aveva affossato le mire di grandezza del marchio, che adesso può tornare a sperare.