Epson rinnova l’impegno a ridurre l’impatto ambientale di prodotti e servizi, puntando su catene di fornitura sostenibili e abbattendo del 100% l’uso di fonti energetiche non-rinnovabili nei siti produttivi entro il 2023
Entro il 2023 tutti i siti produttivi del gruppo Epson nel mondo soddisferanno il loro fabbisogno di energia elettrica da fonti rinnovabili al 100%. L’azienda ha confermato, inoltre, la propria Environmental Vision 2050, dichiarazione degli obiettivi ambientali che, delineata nel 2008, è stata rivista nel 2018, per adeguarla a un ambiente operativo sempre in evoluzione. Uno dei goal, per Epson, è diventare carbon negative, ed eliminare risorse non rinnovabili, come petrolio e metalli, un obiettivo su cui Epson prevede di investire circa 771 milioni di euro nei prossimi 10 anni.
«L’impegno di Epson è di lunga data e non una moda dettata dal momento» – come racconta Riccardo Scalambra, corporate sales manager Epson Italia. Sin dal 1973, l’azienda ha introdotto un sistema chiuso per le sostanze nocive contenute nelle acque reflue del lago di Suwa, in Giappone, dove è stata fondata. L’impegno è proseguito negli anni ‘80, con l’elaborazione di benchmark ambientali, in base ai quali Epson ha eliminato l’uso dei CFC (Cloro-Fluoro-Carburi) nei processi produttivi quasi un anno e mezzo prima della scadenza pianificata. Il protocollo di Kyoto, del 1997, ha dato un impulso ancora più forte all’impegno ambientale e, nel 2008, l’azienda ha realizzato un documento per riassumere il percorso fatto e gli obiettivi da raggiungere.
L’IMPRONTA SOSTENIBILE DI EPSON
«Oggi – spiega Scalambra – le iniziative di Epson sono molte e diversificate. Il bilancio di sostenibilità europeo Green Choice 2020 evidenzia i progressi della società nell’allineamento delle attività aziendali agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU». Tra i riconoscimenti ottenuti c’è la valutazione EcoVadis Platinum per la sostenibilità, che testimonia l’impegno nel soddisfare elevati standard in materia di diritti umani, condizioni di lavoro, ambiente, etica e approvvigionamento. Questo risultato colloca Epson nell’1% delle aziende più virtuose del settore con un triplice risultato: la riduzione dell’8,56% delle emissioni di gas serra per dipendente; la riduzione del 18% (485.753 tonnellate di CO2) delle emissioni legate a impianti di riscaldamento, veicoli aziendali, generazione di elettricità, calore e vapore; il riciclo di 23.700 tonnellate di materiale, tra cui batterie, carta, legno, plastica e rifiuti da apparecchiature elettriche.
Inoltre, il programma educativo New Horizons ha presentato a oltre 11mila studenti i vantaggi delle tecnologie digitali per raggiungere i loro obiettivi professionali in sinergia con il rispetto dell’ambiente, mentre la partnership con il programma Smart Sustainable Cities dell’ONU favorisce l’uso di tecnologie sostenibili nelle città. «L’obiettivo del 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili è già stato ottenuto dall’Italia nel 2020, confermando la nostra filiale tra le più virtuose nel mondo» – continua Scalambra. «Epson è anche nella A-list di CDP (Carbon disclosure project), che valuta le aziende per le azioni volte alla diminuzione dell’impronta ambientale, ed è tra le poche realtà valutate con doppia A per impatto climatico e sicurezza idrica».
SCELTE CHE FANNO LA DIFFERENZA
Le strategie di sostenibilità sono estese anche ai clienti. «La tecnologia di stampa Inkjet di Epson, a freddo, ha un assorbimento energetico molto basso» – spiega Scalambra. «Se in Italia le aziende utilizzassero le stampanti Epson a getto di inchiostro in sostituzione delle laser, si risparmierebbero 75 milioni di kg di anidride carbonica. Anche i materiali di consumo innovativi contribuiscono all’ecosostenibilità. Nei prodotti B2B la tecnologia Workforce Pro Rips (Replaceable ink pack system) prevede l’uso di sacche d’inchiostro; la durata di stampa è fino a 86mila pagine, con drastica riduzione dei rifiuti. In area Consumer & Home Office, la tecnologia EcoTank prevede serbatoi d’inchiostro ricaricabili, con durata enormemente superiore rispetto ai tradizionali materiali di consumo. Nel segmento videoproiezione, molte soluzioni usano una sorgente luminosa laser, che ha una vita pari a quella del prodotto. Non sono necessari interventi di manutenzione, non sono generati rifiuti e l’assorbimento energetico è inferiore».