Retelit ha scelto il 2020 per investire, crescere e cambiare pelle, aggiungendo alla sua ventennale esperienza di telco una forte componente applicativa e sistemica
Se l’esperienza diretta “fa curriculum”, nel campo dellatrasformazione digitale Retelit ha accumulato un bagaglio di competenze e servizi ad alto valore aggiunto. E si sta attrezzando per trasferirlo al meglio ai suoi clienti. La storia ultraventennale di questa azienda affonda le radici nel mercato liberalizzato delle telecomunicazioni e non a caso si è sviluppato nel corso del tempo grazie a una capillare infrastruttura nazionale e internazionale in fibra e al graduale potenziamento dei servizi basati su una rete di data center intelligenti.
Connettività, servizi gestiti e piattaforme applicative
Ma proprio nel 2020 della grande emergenza Covid, Retelit ha perfezionato due acquisizioni – l’operatore regionale altoatesino Brennercom e le aziende del gruppo Partners Associates (PA Group) – che hanno profondamente cambiato le prospettive di crescita di un operatore ormai aperto ad ambiti ancora più estesi. «Nel primo caso – osserva Francesco Fontana nel suo ruolo di chief transformation officer di Retelit – il mestiere è del tutto analogo al nostro ma ci consente di svolgere anche una funzione di operatore territoriale, attivo anche sul residenziale, e in grado ora di portare tutto il portafoglio di soluzioni Retelit. Le realtà che costituiscono Gruppo PA, portano – oltre a una diversificazione notevole nell’ambito dei servizi IT – soprattutto una presenza significativa nell’area del Nord-Est. Presenza che contiamo di rafforzare ulteriormente, contando anche sul presidio, in Friuli, di InAsset». Retelit si trova dunque a essere forte non solo nel campo della connettività e dei servizi gestiti, ma può aggiungere una componente più verticale nelle soluzioni che riguardano le due maggiori piattaforme applicative ERP e CRM, grazie all’ingresso di realtà specializzate l’una nel mondo SAP, l’altra nella famiglia Microsoft Dynamics. «Non è una trasformazione del tutto nuova per un operatore di telecomunicazioni e cloud» – precisa Fontana. «Diciamo che oggi possiamo e dobbiamo pensare davvero in grande». Per farlo, Retelit intende agire sull’aspetto della formazione della sua nuova struttura commerciale, incentivando lo staff e la rete dei tradizionali partner che l’hanno seguita nelle proprie attività telco verso un’offerta di connettività abbinata ai nuovi servizi orientati alla system integration.
La “nuova” Retelit
Una simile azione di formazione e cambiamento, ma di segno opposto, deve naturalmente riguardare la rete commerciale che Retelit ha rilevato con l’acquisizione di PA Group. «Si tratta di affrontare con i clienti un tema più generale di IT governance, dall’infrastruttura al processo. L’infrastruttura il più possibile virtualizzata rimane un fondamentale fattore abilitante, ma non basta. Ci sono gli aspetti applicativi a cominciare dal tema, fortissimo, della sicurezza». Fontana ha in mente anche un altro ambito trasformativo particolarmente stimolante. Quello della dematerializzazione, del workflow della firma digitale. «È impensabile che dopo l’avvento della fatturazione elettronica si debba ancora pensare di stampare e fare scansioni solo per poter apporre manualmente una firma». È solo uno degli ambiti, questo, dove la “nuova” Retelit è in grado di mettere in campo le sue tecnologie e i suoi talenti. Senza escludere la possibilità di coinvolgere partner altamente specializzati nell’affrontare tematiche particolari, a vantaggio di un cambiamento che anche nelle aree geografiche e nei settori più ricettivi è solo agli inizi.