Le sfide della GDO in tempo di pandemia

Le sfide della GDO in tempo di pandemia

In che modo la crisi ha accelerato la ricerca & sviluppo nel settore della distribuzione? La risposta di Spindox con Ublique

Il Covid-19 è ancora un forte motore di accelerazione di innovazione. Questo è vero soprattutto in certi ambiti, come la GDO e il retail, dove la spinta al miglioramento è sempre stata presente. Il mantra “store of the future”, molto diffuso agli inizi del 2000, è ancora valido oggi ma solo se calato nei nuovi trend di trasformazione pensati come risposta alle crescenti sfide poste dalla pandemia. Pensiamo a chi, nei mesi scorsi, ha dovuto inventarsi uno store online o rafforzare quello esistente perché preso d’assalto vista l’impossibilità di uscire da casa. Le agende dei CIO sono state letteralmente stravolte, almeno quelle dei manager che hanno colto nell’immediato la necessità di cambiare approccio al mercato, per non restare indietro. Un esempio di come il Covid-19 abbia forzatamente migliorato certi paradigmi è rappresentato dai numerosi blackout che i portali di grosse catene alimentari hanno vissuto dopo il primo lockdown. Tali criticità hanno portato gruppi più o meno grandi a ottimizzare la loro logistica, a velocizzare l’esperienza utente online (o introducendola per la prima volta), in definitiva: a offrire un servizio più puntuale, dalle fasi di approvvigionamento a quella di presa in carico di un ordine.

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Il cambiamento della catena di distribuzione

Peraltro, proprio il tema della logistica sottende tutta una serie di analisi che andrebbero trattate nello specifico, quale il bisogno di tracciare percorsi più intelligenti per i vettori, con un certo risparmio sui consumi e quindi minor impatto sull’ambiente. Ma anche la ricollocazione di quei dipendenti il cui lavoro può essere svolto da remoto, alleggerendo il traffico e il trasporto pubblico.

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L’elasticità nel lavoro e nei modelli di business è spesso a vantaggio dei consumatori, beneficiari di quella “price optimization” che non è semplicemente una corsa a chi offre lo stesso prodotto al prezzo minore, ma anche e soprattutto la capacità di consegne più veloci e miglior servizio clienti.

La digitalizzazione al tempo del Covid-19 è un processo che, già in atto, ha messo in evidenza una serie di criticità nella grande distribuzione, così come nei flussi di vendita tradizionali. Iniziative come lo showroom, un tempo considerate un esercizio di r&d su nuovi potenziali modelli di business o una mossa di marketing, si stanno dimostrando una scelta vincente per garantire maggiore efficienza lato GDO e un livello di servizio sulle consegne migliore e soprattutto costante. Rischiare meno fenomeni quali stockout o overstock e rendere più versatili ordini, pagamenti e delivery, sono ulteriori esempi di benefici dll’accelerazione della digitalizzazione. Come è chiaro, a sottendere questo cambio di passo non può che esservi una più alta considerazione per le piattaforme tecnologiche. Mai come oggi, concetti consolidati e noti come “scalabilità” sono la chiave per non perdere opportunità e massimizzare il business proveniente dai picchi di domanda.

L’intelligenza al servizio delle decisioni

Ad avere assunto un’importanza estrema sono quelle soluzioni che, disegnate sui bisogni di industry quali la logistica, i trasporti, il manifatturiero, il retail e il fashion, permettono di cogliere pienamente lo spirito dei tempi, aggiornando forme e contenuti senza alcun impatto sulla produttività e il business. Gruppi come Coop, Conad e Autogrill o la catena spagnola Condis hanno ben inteso la necessità di uno switch rivolgendosi a Spindox, nata come società di servizi, con oltre 800 dipendenti all’attivo e un fatturato di 56 milioni di euro nel 2020. Proprio sul finire dello scorso anno, l’azienda ha lanciato Ublique, suite che rientra nel campo delle piattaforme di “decision intelligence”, le quali, attraverso modelli analitici avanzati e tecniche di machine learning, riescono a ottimizzare e simulare attività utili a ridurre la complessità, così da permettere ai manager di prendere decisioni con rischio calcolato, avendo alla base il concetto di previsione. Si tratta del primo software sviluppato internamente, tale da associare alla proposition di servizi anche la realizzazione di prodotti in-house.

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Governare il dato

Ublique è figlia di un nuovo corso per Spindox, che negli ultimi anni ha deciso di investire in R&D e nei temi dell’Intelligenza Artificiale e dell’Internet delle Cose. La suite, arrivata grazie all’evoluzione di un prodotto di ACT Operations Research, di cui Spindox ha acquisito il ramo industriale, poggia su un framework comune, atto a gestire processi in varie situazioni. Assume un ruolo fondamentale la parte di orchestrazione dei dati, considerando la mole di informazioni che contesti come la GDO e il retail producono quotidianamente, utili a creare quel valore attorno al quale si concentrano i big data. Di fatto, il cuore di Ublique è composto da moduli di analytics aggregati in sei soluzioni, integrabili a seconda delle esigenze. Simulazione e predizione sono le premesse, per il cliente finale, verso la “costruzione” di un modello ad-hoc, realizzato su misura delle sue necessità. Grazie alle forti competenze nell’ambito del machine learning e del deep learning, Spindox ha sviluppato una soluzione di decision intelligence di nuova generazione che, ai modelli statistici tradizionali aggiunge elementi sempre più forti di innovazione. Una risposta al cambiamento richiesto a settori verticali, in rapido divenire e bisognosi di essere supportati nella presa di decisioni ottimali in scenari complessi.