L’IIT del CNR fotografa lo stato della Rete tricolore analizzando i dati del Registro .it: “Durante la chiusura il web è stato stimolo necessario per molte persone e imprese del Paese. +4,20% in un anno per il web a targa italiana”
In tutto il 2020 sono stati registrati 592.821 nomi a dominio .it, il 13,2% in più rispetto al 2019. Ciò si traduce in una demografia digitale nostrana che cresce di oltre 4 punti percentuali (4,20%), per un totale di 3.374.790 nomi .it presenti in Rete al 31 dicembre 2020, censiti dal Registro .it, organo che opera all’interno dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR.
IL BOOM DEL LOCKDOWN: CHIUDE L’ITALIA, SI ACCENDE IL .IT
Anche tra il 2018 e il 2019 la targa Internet dell’Italia era cresciuta, ma è nell’anno della pandemia da Covid-19 che l’analisi dei numeri del Registro .it fa da cartina tornasole di quanto e in che modo Internet abbia rappresentato un porto sicuro anche per l’utenza italiana, soprattutto prendendo in considerazione i mesi di aprile e maggio 2020, a cavallo del lockdown nazionale.
“Il DPCM dei primi di marzo 2020 ha avuto come conseguenza (anche) la sospensione repentina di numerose attività commerciali e l’interruzione, per molti, della propria vita professionale con le modalità di sempre – ha commentato Marco Conti, Responsabile del Registro .it e Direttore dell’IIT-CNR – I numeri ci dicono che dopo questa prima fase di apprensione e disorientamento generale, nei mesi di aprile e maggio la Rete ha costituito un approdo digitale provvidenziale per moltissimi, a giudicare dal netto balzo di registrazioni, rispettivamente con 66.313 e 59.474 nuovi nomi .it. In nessun mese di nessun anno dal 2008 ad oggi si era registrato un numero tale di nuovi domini. Parliamo del +44% e +28% rispetto agli stessi mesi del 2019.”
IL TREND: PIÙ DOMINI .IT AI LIBERI PROFESSIONISTI, MENO AGLI ENTI PUBBLICI
Andando a guardare l’andamento tra gennaio e ottobre dello scorso anno, gli italiani hanno registrato 428.788 nuovi nomi a dominio .it, di questi quasi la metà (49%) appartiene a persone fisiche, mentre il 41% è stato registrato dalle imprese, un dato in controtendenza se confrontato con l’intera anagrafica dei domini italiani, dove le imprese costituiscono oltre il 50% della tipologia, contro appena il 32% delle persone fisiche. Ma l’aspetto più rilevante riguarda i liberi professionisti: con quasi 30.000 nuovi domini registrati, la presenza digitale di questa categoria è cresciuta del 35% in un solo anno: guardando solo ad aprile 2020, si parla di un +113% rispetto allo stesso mese del 2019. Un balzo significativo che vale anche per le altre due tipologie di assegnatari (persone fisiche a +51% e imprese a +56% nel confronto tra aprile 2020 e aprile 2019).
“Significa che sempre più persone decidono di affidarsi al sito web come strumento di valorizzazione e potenziamento del business individuale o aziendale, o anche solo per ritagliarsi uno spazio autonomo e indipendente in Rete, con un proprio sito a fare da biglietto da visita personale – spiega Conti – Il difficile anno appena trascorso ha inevitabilmente rimescolato le carte in tavola, accelerando la transizione verso il digitale anche per coloro che erano rimasti più ‘offline’. È da almeno un triennio che le registrazioni assegnate a persone fisiche continuano a crescere (+11% nel 2019 e 20% nel 2020) così come i liberi professionisti. Un trend negativo, invece, riguarda gli enti pubblici, che fanno registrare un -57% di nuova presenza nel 2020, sebbene a fronte del +84% del 2019.”
Riguardo gli utilizzi e gli scopi, non è irragionevole, quindi, credere che si tratti in maggioranza di un uso legato alle impellenti esigenze economiche e lavorative personali di chi ha dovuto fare i conti con le misure di prevenzione anticontagio, ovvero con le numerose e frequenti chiusure di molte attività: confrontando i dati del Registro .it con l’ultimo rilevamento ISTAT, effettivamente, la vendita di beni o servizi mediante proprio sito web (anche se non si parla solo di .it) è quasi raddoppiata nel 2020, e riguarda il 17,4% delle imprese italiane con 3 addetti e oltre. Si stima quindi che attualmente circa 170 mila imprese dispongano di siti web per l’e-commerce [fonte: Report Imprese italiane e Covid19].
“L’aumento esponenziale di siti web per l’e-commerce richiede un sempre maggiore investimento in termini di privacy, sicurezza e competenze digitali sia da parte delle imprese che dei cittadini – conclude Conti – Le imprese devono aumentare i loro investimenti in infrastrutture ma soprattutto in competenze digitali per proteggere le transazioni elettroniche dal cybercrime; allo stesso tempo è necessario aumentare la cultura digitale dei cittadini e sviluppare quella che viene definita la ‘igiene cyber’ (cyber-hygiene) che, in modo speculare alle norme igieniche nel mondo reale, ci fornisca gli strumenti per difenderci dai ‘virus’ utilizzati dal cybercrime nel mondo virtuale. Per questo motivo, il Registro .it ha avviato un programma formativo per gli studenti italiani, la Ludoteca del Registro, per diffondere la cultura di Internet presso le giovani generazioni, aiutandoli a capire cos’è la rete e ad utilizzarla in modo consapevole.”
LO STATO DEL .IT OGGI: LA MAPPA DELL’ITALIA ONLINE
Lo studio dell’IIT-CNR prende in esame l’intera anagrafica del Registro .it e calcola l’indice della diffusione di Internet in Italia sulla base del tasso di penetrazione per ogni regione e provincia, ovvero quanti domini .it ogni 10mila abitanti.
È il Trentino Alto Adige la Regione con il tasso di penetrazione più alto, davanti a Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte e Veneto. Nessuna regione del Meridione compare tra le prime dieci: la prima è l’Abruzzo, in quattordicesima posizione, mentre in coda alla classifica compaiono Basilicata, Sicilia e Calabria.
Sul fronte delle province, Milano conquista il primato per tasso di penetrazione, con 538 domini ogni 10.000 abitanti, seguita da Bolzano (483), Firenze (448) e Rimini (436). La Toscana piazza nella top ten anche Siena (426). In coda ci sono purtroppo solo il Sud e le Isole: tutte le ultime venti posizioni, con in coda Crotone (149), Caltanissetta (139) ed Enna (135).
Ad oggi, infatti, stando alle rilevazioni, il Nord raccoglie il 53,8% dei domini .it presenti nel Registro, al Centro è localizzato il 22,9% mentre al Sud il 23,2%.