Di recente Atos ha organizzato un grande evento online pubblico, ospiti della Regione Emilia-Romagna, per parlare dell’Italia che vorremmo. Come spunto della discussione un tema molto tecnologico: i supercomputer.
Una questione di grande attualità perché le Istituzioni Europee hanno lanciato di recente un programma da 8 miliardi di euro destinati al potenziamento della capacità di calcolo installata nell’Unione. Il nostro Paese ha deciso di aderire al programma co-investendo ingenti risorse economiche e mettendo a disposizione le migliori capacità scientifiche. Il contributo Atos al progetto EuroHPC è stato di proporre la nostra tecnologia di High Performance Computing con cui siamo leader a livello globale, e che il CINECA di Bologna ha scelto per il nuovo supercomputer denominato “Leonardo” che, nel 2021, sarà fra i più potenti operativi al mondo.
L’obiettivo dell’evento, tuttavia, non era celebrare questo successo, quanto provare a ragionare sul perché avere in Italia il 20% della potenza di calcolo installata in Europa è un fatto straordinario che cambia la realtà. La pandemia ha modificato il nostro stile di vita in modo radicale e rapido. In poche settimane, le tecnologie di comunicazione e collaborazione di cui disponevamo da anni sono diventate cruciali per la prosecuzione delle nostre attività e tutte le imprese e organizzazioni che hanno potuto si sono adattate. Oggi, ci rendiamo conto che questo cambiamento della realtà non sarà transitorio, e che passata la drammatica crisi sanitaria, dovremo pensare a quella che ormai definiamo “nuova normalità”. E così, mentre aiutavamo i nostri clienti in tutto il mondo per attivare infrastrutture digitali adatte allo smart working, nei più avanzati laboratori di scienze biologiche, i supercomputer davano ai ricercatori – impegnati nel più grande sforzo collettivo della storia scientifica – gli strumenti per progettare e realizzare in meno di un anno vaccini che nelle migliori stime all’inizio della pandemia si pensava richiedessero un tempo almeno doppio.
Ispirati dagli eventi straordinari vissuti, abbiamo voluto parlare dell’Italia del supercalcolo come agente e metafora del cambiamento. Adattarsi in modo intelligente e pronto alla realtà che cambia non è una questione tecnologica, ma di volontà e attitudine. Non è una sfida che si può affrontare da soli perché richiede una visione di sistema e un programma di modernizzazione coerente e di lungo termine. La necessità di fare sistema – mettendo insieme istituzioni, università, centri di ricerca, grandi, medie e piccole imprese – è stato il punto su cui le personalità intervenute nel dibattito sono state totalmente d’accordo. Si tratta quindi di aggiungere nuovi fatti, di avviare iniziative congiunte con un nuovo e attuale spirito di collaborazione.
Ora, ci sono fenomeni complessi e noti da tempo, come il cambiamento climatico e la transizione energetica, amplificati negli effetti sociali ed economici dalla crisi pandemica in corso. C’è però una risposta europea adeguata che consiste nella possibilità di progettare e pianificare investimenti produttivi di una dimensione straordinaria ed è a questa opportunità che dobbiamo dedicare la nostra massima attenzione.
In Atos pensiamo e agiamo su scala globale, ma consideriamo l’Europa come nostro mercato domestico. La nostra missione è aiutare le imprese nella loro missione, incoraggiarle con i nostri servizi e la nostra tecnologia a essere più ambiziose, assicurare loro che la digitalizzazione sia effettivamente portatrice di veri vantaggi competitivi. L’agenda del Paese deve mettere al centro del rilancio economico la trasformazione digitale, con maggiore energia e velocità che in passato, e la decarbonizzazione come prospettiva in grado di rendere il sistema produttivo più sostenibile e sicuro nel lungo periodo. Osserviamo con piacere che i fatti iniziano a porre le basi di una Italia proiettata sul futuro al pari degli altri paesi avanzati, e siamo convinti che sia venuto il momento di accelerare l’intero sistema produttivo in senso digitale.
In Atos crediamo che sia possibile.
Giuseppe Di Franco, executive VP Atos, global head of resources & services, CEO di Atos Italia