La sicurezza alla convergenza tra IT e OT

La protezione di tecnologie, processi e persone parte dall’analisi accurata di ogni cliente. Con Axians, sicurezza e automazione parlano un unico linguaggio

Per Alessandro Ranibusiness development manager di Axians, la diversità dei progetti discussi intorno alla tavola rotonda virtuale di Data Manager sulle tecnologie della smart industry, testimonia il grado di adozione quasi inatteso per un argomento così impegnativo. «È bene che ci sia questa accelerazione» – afferma Rani. «Molti lavorano o sperimentano con l’IIoT. Tuttavia, la questione della sicurezza tende a passare in secondo piano». Il rischio – prosegue l’esperto – è che un giorno potremmo ritrovarci in una situazione analoga a quella che ha caratterizzato tutto il mondo dell’informatica professionale, rimpiangendo il fatto di non essere partiti con un approccio “by design”. «Nella combinazione di OT e IT, la superficie di attacco si estende sempre di più e i confini si fanno labili. La pervasività di protocolli, traffico e dati riguarda spazi che prima non c’erano in un mondo industriale che non è nato per gestire certi paradigmi».

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Sicurezza e automazione, un unico linguaggio

Nel gap che si è venuto a creare tra l’IT dell’ufficio, ormai ampiamente sensibilizzata, e le realtà produttive che devono improvvisamente fare i conti con certe prassi, Rani vede soprattutto un aspetto culturale, una difficoltà di dialogo e di condivisione di conoscenze. «La smart factory ha la necessità di integrare mondi diversi, di mettere insieme saperi multidisciplinari. Io consiglierei a tutti i responsabili dei progetti IIoT di coinvolgere anche il punto di vista di chi gestisce la cybersecurity perché potrebbero nascere idee e considerazioni nuove che di solito non vengono fatte né dal lato del cliente finale né da quello dei vendor di tecnologia».

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Il desiderio di approcciare la trasformazione digitale della fabbrica in modo più articolato – prosegue Rani – si evince anche da un altro segnale. «Oggi, ci giungono richieste di collaborazione da più fronti. Alle aziende, si aggiungono rivenditori e produttori di tecnologie e componenti, un tempo focalizzati solo sull’automazione industriale, che ci chiedono di aiutarli ad affrontare anche il tema sicurezza. Recentemente, persino una società di investimento che valuta lo stato di salute di startup e imprese più consolidate ha voluto coinvolgere Axians per misurarne l’affidabilità anche sul piano della cybersecurity».

Il ruolo di interpreti e costruttori di ponti

In Axians, vecchi e nuovi interlocutori trovano una sponda particolarmente reattiva e per molti versi unica. Axians fa parte del Gruppo VINCI Energies, una grande realtà di progettazione e consulenza in cui opera anche un altro brand, Actemium, focalizzato proprio sulla mission dell’integrazione di grandi sistemi industriali. La collaborazione con quest’ultimo ha permesso alla nutrita squadra di professionisti Axians di consolidare una duplice anima, centrata al tempo stesso sulla cultura della sicurezza IT e sulla frontiera più avanzata dell’automazione di fabbrica. Come si risponde alla necessità di fare da interprete tra linguaggi finora molto distanti? «Partiamo sempre da un punto di vista molto consulenziale, facendo leva sulla nostra dualità per riuscire a dialogare con i due mondi. Una capacità che ci distingue nettamente da concorrenti specializzati in sicurezza informatica, poco fluenti nei protocolli della smart factory». Oltre a erigere le tradizionali barriere, insomma, oggi la cybersecurity è chiamata a realizzare ponti.